"Ragazze non funziona" fu la prima cosa che dissi quando entrai in camera ansimante.
"Cosa non funziona?" Domandò Alli venendo verso di me.
"Il gioco con Harry. Sta male, lo vedo dai suoi occhi" esclamai mettendomi le mani nei capelli.
"No invece. Funziona benissimo. Si sta rendendo conto che non gli basta averti come amica. Gli stai solo facilitando la sua riflessione Hay" affermò Claire estremamente convinta.
"Si ma lui... Oh Dio dovevate vederlo" esclamai lasciandomi ricadere a peso morto sul letto.
"Hay, non stai facendo niente di male. Cosa credi che, se tra due giorni, lui decidesse di non volere una relazione, tu starai bene? Non credo proprio. Gli stai solo dando motivo per pensare e il tempo di capire tutto ciò" continuò Alli sedendosi accanto a me.
"E se dovesse arrabbiarsi con me?" Domandai esternando le mie paranoie.
"Hay ti stai facendo troppi problemi. Vedrai che prima o poi si stancherà. Sue sono le opzioni e le conosci troppo bene. Non v'è bisogno che te le ricordi io. Sta calma e aspetta" mi ammonì Claire, puntandomi un dito contro.
"Anzi, se vuoi evitare di farlo soffrire ancor di più, non scendere a cena nemmeno oggi. Almeno eviterai di comportarti da stronza una volta in più" mi consigliò Alli e sbuffai sonoramente.
Volevo vederlo, ma vederlo mi faceva male.
Ero in continuo conflitto con me stessa e non me ne capacitavo.Il pomeriggio andai a dare un altro esame, che però non avevo in comune con Harry quindi ero più rilassata.
Il colloquio col professore andò piuttosto bene e tornai in camera col cervello in fumo.
Passai tutta la sera a pensare alle sue parole. Non riuscivo davvero a capire su cosa avrebbe dovuto riflettere e come fare per aiutarlo a liberarsi dei suoi demoni interiori.
Mi avrebbe mandata al manicomio, ne ero sicura.
***
Il venerdì avevo gli ultimi esami della settimana quindi, ero carica per finire al meglio la prima carrellata.
Aprii l'armadio e stranamente passai più del dovuto a scegliere i vestiti.
Avevo riflettuto a lungo, e avevo deciso che non mi sarei più comportata male. Gli sarei stata vicino come i mesi precedenti e l'avrei aiutato a stare bene con sé stesso.
Ero quindi in trepidante attesa perché sapevo che lo avrei rivisto.
Mi mancava come se un pezzo del mio cuore fosse andato via. E io dovevo riportarlo a me.
Uscii dalla camera velocemente e scesi le scale del dormitorio come un fulmine.
Meno tempo ci mettevo ad arrivare, più tempo avrei avuto per parlare con lui. Era tutta tattica.
Volevo comunque mantenere la mia posizione e fargli capire che essere solo amici sarebbe stato diverso ma, la voglia di vederlo, mandava un po' tutto all'aria.
Quando arrivai nel corridoio dell'aula rallentai la marcia e mi aggiustai le onde naturali che avevano i miei capelli.
Voltai l'angolo e lo vidi lì, appoggiato al davanzale della finestra in tutta la sua bellezza.
Come se avesse sentito la mia presenza, alzò il capo, fino a quel momento chino sui libri, e intrecciò le sue iridi nelle mie.
Fossi stata un ghiacciolo mi sarei già sciolta sul pavimento.
Feci qualche passo nella sua direzione e lui chiuse il libro, appoggiandolo sul davanzale.
"Hey" sussurrai, improvvisamente intimorita da quegli occhi.

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The soldier's return
Chick-LitCome possono due ragazzi, apparentemente pieni di problemi e misteri, riuscire a trovare la calma e stabilità di cui hanno sempre avuto bisogno? Harry e Haylei, cosi' diversi ma allo stesso tempo uniti da un filo sottile, capace di portarli sulle n...