La pioggia batteva insistente e tuoni e lampi rimbombavano forti.
Lui era seduto sul bordo del letto con i gomiti sulle ginocchia e le mani tra i capelli.
Si dondolava nervosamente avanti e indietro e nemmeno quando entrai nella stanza si mosse per guardarmi.
Sembrava sotto choc, rinchiuso in un altro mondo, lontano dalla realtà e prigioniero dei suoi pensieri.
Quando lo vidi sobbalzare impaurito dal rumore di un tuono, scattai verso la finestra.
Non sapevo cosa stavo facendo, sembrava tutto troppo surreale.Chiusi fermamente tutte le aperture e tirai le tende per evitare che vedesse la pioggia.
Il vento nella camera scomparse, i lampi vennero oscurati dallo spessore delle tende e il rumore dei tuoni venne attutito dal vetro, ma lui non si mosse dalla sua posizione.
Feci il giro del letto avvicinandomi con cautela e poggiai esitante una mano sulla sua schiena ricurva.
"Hey" sussurrai abbassandomi alla sua altezza. Non mi ascoltò.
Continuò a dondolarsi e a nascondere il viso tra le mani.
"Harry sono io, Haylei" provai di nuovo ma non si mosse.
Non sapevo cosa fare, come comportarmi ma vederlo in quel modo mi distruggeva.Mi posizionai davanti a lui e gli presi le mani, spostandole dal suo viso. Si lasciò fare inerme e troppo impaurito per reagire e gli alzai il viso verso di me.
Quando incrociai i suoi occhi un brivido attraversò la mia schiena. Erano piccoli e rossi, il verde luminoso che ricordavo era sparito, lasciando spazio a diverse sfumature troppo cupe per lui.
Mi guardò spaventato, forse sorpreso di vedermi lì vicino a lui.
"Hey, è finito, il temporale è finito" sussurrai guardandolo negli occhi e cercando di trasmettergli sicurezza.
"Harry guardami" dissi quando riabbassò lo sguardo.
"Guarda me, è tutto passato"sussurrai sorridendo e continuando a tenergli il viso tra le mie mani. Non sapevo come muovermi, cosa dire.
Avevo paura di fare la mossa sbagliata e peggiorare la situazione.
"Ci sono io, sta tranquillo"continuai accarezzandogli le guance. Volevo che stesse meglio, volevo ritrovare il suo sorriso e portarlo via da quell'inferno.
Ma l'inferno era nella sua mente, e sarebbe stato difficile cacciarlo via.
Un altro tuono rimbombò nella camera e saltai spaventata anch'io.
D'istinto gli coprii le orecchie, come si coprono ai bambini durante i fuochi d'artificio per evitare di farli spaventare e quando mi guardò sentii la paura nei suoi occhi.
"Sco...ano" balbettò guardandomi dritta negli occhi e aggrappandosi alla mia felpa.
Aveva bisogno di me, lo vedevo.
"Non ho capito" sussurrai continuando a premere le mani sulle sue orecchie sperando di evitare di farlo spaventare di nuovo.
"Scoppiano" ripeté balbettando e un colpo al cuore mi fece rimanere sconvolta.
Non aveva paura dei temporali, aveva paura del rumore dei tuoni.
Somigliavano troppo a degli scoppi di bombe.
Ora capivo.
Ecco perché diventava triste e pensieroso di tanto in tanto.
Il Passato non lo lasciava andare. Lo perseguitava, e tutte le sue paure si riflettevano nelle azioni quotidiane.

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The soldier's return
ChickLitCome possono due ragazzi, apparentemente pieni di problemi e misteri, riuscire a trovare la calma e stabilità di cui hanno sempre avuto bisogno? Harry e Haylei, cosi' diversi ma allo stesso tempo uniti da un filo sottile, capace di portarli sulle n...