Capitolo 63

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Le ragazze mi avevano molto aiutata a organizzare con lucidità le nuove informazioni e, a quel punto, sembrava essere tutto più chiaro.

Tutto tranne il perché della richiesta di Harry. Aveva detto che provava qualcosa per me, quindi, perché girarci così tanto intorno?

E questo 'qualcosa' voleva diventasse altro o preferiva accantonarlo?

Ma poi, la domanda principale era: di quanto tempo aveva esattamente bisogno? Ore? Giorni? Settimane?

Non lo sapevo, ma volevo affrontare la cosa con serenità.

Mancavano pochissimi giorni e un altro semestre sarebbe passato, quindi avevo solo bisogno di calma.

Passai il resto del pomeriggio a ripassare gli ultimi concetti sul libro, per l'esame successivo e, dopo tanto, tornai a mangiare in mensa con gli altri.

"Allora allora? Prima non ho avuto il tempo di chiedervi, com'è andata?" Domandò Josh non appena il mio volto entrò nel suo campo visivo.

"Bene bene, ma il professore non si è risparmiato nulla" risposi ridacchiando un po'. Diciamo che la clemenza non era il suo forte.

Andai quindi al tavolo e mi sedetti al mio solito posto, seguita dalle ragazze.

"Cavolo si, è stato proprio uno stronzo a metterci quelle venti righe di trascrizione fonetica in IPA. Non me lo aspettavo" rispose Josh grattandosi la nuca.
Nemmeno io sinceramente, ma conoscendo il professore sapevo che non sarebbe stata una passeggiata.

Andai a prendere la cena al bancone della mensa e il menù giornaliero non era affatto male. Filetto di orata con insalata di farro.
Niente di meglio per una cena salutare e leggera.

Quando poi tornai al tavolo, incrociai immediatamente gli occhi di Harry e il mio cuore fece un balzo. Un sorriso sghembo si formò sulle sue labbra e non potei fare a meno di arrossire.

Andai a sedermi al mio solito posto accanto a lui e mi tirò verso sé per schioccarmi un sonoro bacio sulla guancia.

"Mi sei mancata" sussurrò al mio orecchio facendomi venire i brividi e, in quel momento, tornai a respirare ossigeno puro grazie a lui.

"Ci siamo visti qualche ora fa" risposi, guardandolo negli occhi solo un istante, per non agitarmi ancora di più.

"Beh, mi sei mancata lo stesso" disse saccente, con un sorriso malizioso stampato sul volto.
Finalmente sembrava essere tornato l'Harry spensierato dei giorni precedenti e, tutto quello, mi dava un estremo sollievo.

"Fai attenzione allora, che, la prossima volta, potrei mancarti per molto di più" ribattei tenendo il coltello dalla parte del manico.

Mi sentivo potente, in quel momento toccava a lui dimostrare qualcosa a me, quindi ero decisa a cavare il maggior numero di informazioni per poter completare il mio puzzle su di lui.

Volevo fargli capire che io c'ero, ma forse non ci sarei stata sempre.
Mia madre me lo ripeteva sempre: "i ragazzi dovete tenerli sempre sul filo del rasoio. Se date loro troppo agio e se li perdonate sempre, continueranno a sbagliare. Se invece, dal primo momento, fate capire loro che, se sbagliano, potreste non perdonarli, vedrete che non lo faranno mai".

E così avrei fatto.

Attento Harry, che rischi di tagliarti.

"È una minaccia?"Domandò soffiando di proposito al mio orecchio.

"Lo è" risposi ricambiando il favore e facendogli venire i brividi. D'istinto portò una mano sulla mia coscia avvolta dai jeans e la strinse portandomi a trasalire.

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