Capitolo 77

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Harry

"Harry!" Gridò Aurora non appena la porta si aprì abbastanza da far intravedere il mio volto.
Non so perché, ma speravo che ci fosse quella bambina dietro la porta, mi rendeva molto meno agitato di qualsiasi altro componente della sua famiglia.

"Harry?" Domandò poi la ragazza bionda che la teneva in braccio, per impedirle di saltarmi addosso dato che ero fradicio per la pioggia.
La sua voce bastò a risvegliarmi da qualsiasi stato di trance in cui ero caduto.

"Ehm, sì. Ecco io sono..."iniziai a biascicare qualcosa, prima che la madre di Lily facesse capolinea davanti all'entrata.

"Harry!" Esclamò lei al posto mio. Ero confuso e agitato, ma vedere parte della sua famiglia davanti a me, significava che era vicina ed io, fremevo dalla voglia di vederla.

"Quell'Harry?" Domandò poi la bionda sotto voce alla mamma di Hay, come se io non fossi lì.
La donna annuì con un sorrisino compiaciuto, poi mi invitò ad entrare.

"Tesoro che ci fai qui? Sei tutto bagnato, entra veloce" disse subito in modo premuroso e non riuscii a balbettare nemmeno un grazie che altre due ragazze si fiondarono davanti a me.
Oddio ma quante erano?

"Dimmi, suppongo tu stessi cercando Haylei giusto?" Continuò la donna, vedendomi leggermente perso.
Annuii leggermente e prima che potessi dire qualcosa, una delle ragazze urlò il suo nome a gran voce.

"Che c'è?" Sentii poi rimbombare nel mio cervello e per un attimo dimenticai tutto quello per cui ero venuto.
Averla a due passi da me mi stava logorando il petto.

"Scendi!" Urlò nuovamente la bruna e per fortuna ci fu Aurora a smorzare i miei nervi tesi, dandomi un bacio sulla guancia.

"Sto studiando!" Gridò nuovamente dal piano superiore.
"Coco ti ho detto mille volte che dovete lasciarmi in pace mentre studio che ho mille cose da fa..." gridò ancora. Poi i suoi occhi si incrociarono con miei e fu un attimo che calò il silenzio nella casa.
Ancora ferma a metà scala più bella che mai, riuscivo a sentire solo il rumore della pioggia e il battito del mio cuore.
Mi faceva impazzire.
Ogni parte di lei mi rendeva completamente matto.

Come se di colpo fosse tornata improvvisamente lucida, scese gli ultimi gradini e si fermò a un metro da me.

Ormai non c'era più nessuno in quella stanza, c'eravamo solo io e lei.

"Che ci fai qui?" disse duramente, fissando i suoi occhioni nei miei martoriati dal sangue.
Non mi preoccupai nemmeno di pensare a cosa rispondere. Mi bastarono due passi e mi fiondai tra le sue braccia.
La strinsi a me come se non avessi mai avuto altro obiettivo nella mia vita.
Non m'importava dei vestiti bagnati, del fatto che avessimo un piccolo pubblico con gli occhi piantati su di noi, mi bastava sentire il suo corpo in contatto col mio e i suoi capelli inebriarmi completamente i sensi.
Solo e soltanto quello.

"Dammi solo due minuti. Ho bisogno di parlare con te" la implorai permettendole appena di sollevare il mento nella mia direzione per guardarmi.

Gli occhi freddi di qualche attimo prima, avevano già lasciato spazio ad uno spiraglio di speranza.

"Vieni su con me" sussurrò a qualche centimetro dal mio volto e sentii un enorme peso scivolare via dal mio petto.
Fase uno e due superate alla grande.
Le campane nel mio cervello suonarono a festa tant'è che non sentii nemmeno cosa avesse detto a sua madre ed alle sue amiche.

Dopo qualche attimo, mi ritrovai in quella che doveva essere la sua camera.

"Vieni ad asciugarti prima, che fa freddo" Sussurrò poi, indicandomi un piccolo bagno nella stanza.
Senza riuscire a spiccicare parola la seguii e mi sedetti sulla tavoletta abbassata del water in attesa che mi accendesse l'asciugacapelli.

The soldier's returnDove le storie prendono vita. Scoprilo ora