Capitolo 83

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Pochi mesi. Lei e Sophie avevano pochi mesi di differenza. Qualcosa non quadrava affatto e lei me lo stava dicendo apertamente.

Tornai quindi accanto al suo corpo cercando di mostrarmi meno turbato possibile e poggiai la schiena contro la testiera del letto invitandola a stendersi sul mio petto. Accettò con un sorriso dolce sul volto e si passò più volte le dita tra i capelli segno che si stesse sforzando di tenere composta la sua figura.

La guardai negli occhi, infilando automaticamente entrambe le mani tra i suoi capelli liscissimi e completamente diversi da quelli della sorella e rimasi in silenzio qualche secondo, aspettando di vedere se avesse voglia di cambiare discorso.

Tuttavia sembrò più che altro apprezzare i grattini, così prolungai quel sorriso spostando una mano sulla sua schiena. Alzai di poco la sua maglietta e continuai ad accarezzarle la pelle nuda facendola rabbrividire e ridacchiare.

"So a cosa stai pensando" affermò quindi, qualche secondo dopo.

"Io?" domandai fingendo di non pensare a nulla e ridacchiò ancora più forte.

"Avevo già notato le tue doti matematiche, ma ora che mi hai detto che eri molto bravo al liceo, scommetto che il tuo cervello stia andando in tilt a forza di fare tutti questi calcoli" rispose, dimostrandomi di aver capito sin dall'inizio il mio ragionamento mentale. Mi portai quindi una mano sulla fronte, sentendomi incredibilmente stupido per aver pensato che le mie domande fossero passate inosservate e le rivolsi un'occhiata di scuse.

"Non c'è bisogno di nessun calcolo. È più facile di quanto sembri" continuò quindi sorridendo genuinamente e la guardai dritta negli occhi per chiedere conferma. Per un certo verso, avrei preferito sbagliarmi di brutto e fare una figuraccia piuttosto che sapere fosse la verità.

"Sophie... insomma, è stata... adottata?" balbettai quindi, distogliendo lo sguardo dal suo da gran codardo quale ero.

"No" rispose solo e tornai a fissare nuovamente gli occhi nei suoi con aria ancora più frastornata e interrogativa.

"Lo siamo tutti" continuò poi, facendomi crollare sotto i piedi mesi e mesi di convinzioni .

Rimasi quindi imbambolato a fissarla. Non sapevo che faccia avessi di preciso, ma sicuramente quella di uno che cade dalle nuvole schiantandosi duramente sull'asfalto. Se mi ero sempre sentito in colpa per non essermi concentrato di più sulla sua persona, in quel momento mi sentivo ancor di più di merda.

Non sapevo nulla della sua vita precedente.
Come avevo potuto pretendere quindi che si fidasse di me?
Mi sentii improvvisamente stupido ed egoista. Quando mi ripetevo che non la meritavo, intendevo proprio questo.

Senza sapere cosa dire né come continuare, misi quindi entrambe le mani sotto le sue spalle e la tirai più su facendole infilare il viso nell'incavo del mio collo. La strinsi quindi con entrambe le braccia chiedendole mentalmente scusa per il mio comportamento e cercando di farle capire quanto fosse importante per me quella rivelazione, tuttavia gestendo molto meglio di me tutte le emozioni si limitò a ridacchiare.

"Sto bene sai?" disse poco dopo, sollevando il capo per guardarmi negli occhi e risposi solo prendendo un profondo respiro.

"Mi dispiace" dissi quindi, guardandola negli occhi.

"Non devi dispiacerti..." rispose, tuttavia la interruppi prima che potesse continuare la frase.

"So che non hai bisogno della compassione di nessuno. Da quello che ho capito in questi mesi, sei più tosta di chiunque abbia mai conosciuto in vita mia" sussurrai e rise divertita. "Dico che mi dispiace perché ti ho portato a rivelarmi un pezzo di te solo ora" spiegai quindi accarezzandole le guance con entrambe le mani.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 21, 2020 ⏰

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