"Non, non so esattamente cosa sogno" sussurrò, passandosi una mano tra i capelli. Non parlai, lasciai a lui la possibilità di sfogarsi se ne avesse sentito il bisogno.
"Sento un'angoscia che mi opprime di continuo, sento..." sussurrò e gli strinsi la mano forte. "Sento di avere paura"sussurrò con gli occhi lucidi. Sentii i brividi invadere il mio corpo e iniziai a sudare freddo.
Ecco cosa mi spingeva verso di lui.
Lui era me.
"Senti di avere paura. Paura di ogni cosa. Paura per ogni cosa. Paura di chiunque. Paura per chiunque"dissi con gli occhi persi nel vuoto, e per un istante quasi infinito mi sembrò di essere tornata indietro nel tempo.
Quella angoscia, quella paura, erano la mia angoscia e la mia paura.
Mi guardò per un attimo colpito, come se avessi letto nella sua mente e questa volta era lui a stringere la mano a me. Per un attimo sentii un peso nuovo opprimermi e portai istintivamente le mani sul mio viso.
Mi coprii cercando di calmare quella sensazione e cercai di respirare tranquillamente.
Sentii una grande mano di Harry afferrarmi delicatamente il polso, invitandolo a toglierlo dal mio viso e lo lasciai fare. Non piangevo. Non avevo motivo per piangere.
Mi tirò verso lui e mi fece sedere sul letto, al centro delle sue gambe. Istintivamente poggiai il mio busto sul suo petto e il viso nell'incavo del suo collo. Mi abbracciò stretta e mi rilassai sotto il suo tocco.
"Tua sorella ti somiglia molto" disse poi, cambiando completamente discorso e mi fece sorridere. Era quasi più bravo di me.
"Non so come eri da bambina, ma, vedendoti ora, sono sicuro eri una piccola peste con la testa dura come lei"continuò e lo guardai senza però staccarmi dal suo petto.
"Trovi?" domandai con un leggero sorriso e annuì. "E invece dei tuoi genitori?" chiese, e mi bloccai un attimo. "In che senso?" chiesi titubante.
"A chi somigli di più?" rispose ovvio.
"Fisicamente?" sussurrai, come se fossi caduta in uno stato di trance momentaneo.
"No caratterialmente dico. In fin dei conti la somiglianza fisica non ha molto valore se poi non ci sono similitudini nei caratteri" affermò e un misto di emozioni si estesero nella mia mente.
"Non saprei di preciso, ma credo di essere il risultato di entrambi i caratteri. Intuitiva come papà e determinata come mamma" risposi con un sorriso a fior di labbra. Non ci avevo mai pensato fino in fondo, ma riflettendoci bene tanti lati del mio carattere erano dovuti principalmente a loro.
"Sai, avrei detto esattamente le stesse parole. Per quel po' che ho conosciuto loro e per come conosco te sono le due caratteristiche che più ti si addicono" sussurrò e ridacchiai leggermente.
"Aurora invece ha preso la franchezza e la sfacciataggine di entrambi" dissi e per poco non scoppiai a ridere.
"Sai ho sempre pensato che essere sfacciati sia un complimento. Ovviamente sempre nei limiti dell'educazione, ma in fin dei conti dire se qualcosa non ti sta bene può solo giovare" rispose, ed aveva ragione.
"Si, tanti per paura di chissà che cosa poi vivono coi rimpianti"concordai.
"E tu invece? A chi somigli di più?" domandai curiosa di sapere come fossero i suoi genitori. "Non lo so, mia madre è piuttosto calma, mio padre silenzioso" rispose aggrottando le sopracciglia.
"Hai preso da entrambi allora" costatai, pensierosa.
"Sei calmo e silenzioso" ridacchiai leggermente, per non svegliare Aurora. Stare sdraiata sul suo petto, cullata dai suoi respiri e stretta tra le sue braccia mi faceva sentire protetta.
"Hai ancora mal di testa?" chiesi dopo pochi minuti di silenzio, staccandomi di poco da lui, per guardarlo.
"Ancora un po'" rispose massaggiandosi i capelli. Gli incubi dovevano avegli accentuato il dolore alle tempie e sicuramente Aurora tutto il pomeriggio non aveva aiutato.
"Aspetta, ti preparo la magia di mia nonna" dissi poi, di scatto, alzandomi dal letto e perdendo il calore del suo corpo. Con un sorriso malizioso presi due ciotole e versai dell'acqua in ognuna. Le misi a riscaldare nel microonde e presi due bustine di tè verde alla menta.
"È il mio preferito" sorrisi, voltandomi verso di lui e mostrandogli la scatolina del tè.
"Anche il mio" sussurrò, forse imbarazzato. Preparai le due tazze di tè fumante e tornai a sedermi accanto a lui.
"È questa la magia?" sussurrò curioso di sapere di cosa parlassi.
"Come avrai capito da piccola avevo spesso incubi" iniziai sussurrando e guardandolo negli occhi. Lui annuì e prese un sorso di tè caldo senza lasciarmi con lo sguardo.
"Quindi mia nonna trovò il modo di convincermi che c'era una maniera per non farli più, o almeno, per farli meno brutti" sussurrai, e presi a mia volta un sorso di tè, per darmi il tempo di trovare le parole.
"Tutte le sere, prima di andare a letto, mi preparava una tazza fumante di camomilla per rilassarmi, e si sdraiava nel letto, accanto a me. Poggiava la sua fronte contro la mia e mi diceva che, grazie a quel contatto, i miei incubi sarebbero stati i suoi, e che in due li avremmo sconfitti più facilmente" raccontai con un pizzico di maliconia, mi mancavano quei momenti.
"E funzionava?" domandò posando la tazza che aveva già finito di bere. "Io ci credevo, e con me ha funzionato"sorrisi, bevendo anch'io l'ultimo sorso di tè. Posai la tazza sul comodino e tornai a sdraiarmi sul letto, questa volta tra lui e Aurora. "E poi sono sicura che le erbe di faranno passare, almeno un po', il mal di testa"
Non parlò, si limitò a sdraiarsi accanto a me, con lo sguardo rivolto verso il soffitto. Di profilo, illuminato solo dalla luce fioca della piccola abatjour era ancora più bello. Il suo sguardo, perso nel vuoto mi lasciava la possibilità di osservarlo attentamente e da vicino. Ero sicura che il tè lo avrebbe rilassato e fatto dormire più serenamente, così come era per me. Non avevo mai raccontato quel particolare tra me e mia nonna, se non a Sophie dato che all'epoca dormiva nella mia stessa camera. Era una cosa riservata che sentivo di dover raccontare a lui.
Infondo sento che somiglia molto alla bambina spaventata che ero io. Solo che lui non aveva avuto nessuno che lo aiutasse. Tranne me.
"Non chiuderai più occhio vero?" sussurrai, sicura che si ostinasse a rimanere sveglio per non rischiare di svegliarci. Si voltò verso di me e lessi nei suoi occhi un disperato bisogno di aiuto. Istintivamente mi avvicinai a lui e posai la mia fronte contro la sua. Mi guardò dritto negli occhi un attimo sorpreso dal mio gesto, e abbozzai un sorriso imbarazzato.
"Sai, mi riaddormento in fretta" sussurrai e chiusi gli occhi, rimanendo in quella posizione. Volevo si sentisse protetto, volevo raggiungesse quella sensazione di benessere e conforto che sola mia nonna riusciva a darmi.
Lo sentii sospirare profondamente e mi rilassai. Dopo qualche minuto sentii un braccio circondarmi la schiena e tirarmi nella sua direzione. Con gli occhi chiusi e con naturalezza mi strinsi a lui e mi addormentai continuando a tenere la mia fronte in contatto con la sua.
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The soldier's return
ChickLitCome possono due ragazzi, apparentemente pieni di problemi e misteri, riuscire a trovare la calma e stabilità di cui hanno sempre avuto bisogno? Harry e Haylei, cosi' diversi ma allo stesso tempo uniti da un filo sottile, capace di portarli sulle n...