"Perché non ridi mai?"sussurrai con la paura che potesse innervosirsi.
Si girò e fissò il mare per qualche secondo, non mi aspettavo rispondesse ma lo speravo.
"In guerra ho imparato che non bisogna né sperare né gioire troppo, perché quella felicità svanisce nel giro di un attimo e ne resteresti ancora più deluso" sussurró poi, girandosi verso di me.
I suoi occhi erano intensi e il suo sguardo tralasciava segni di dolore e frustrazione.
Lo guardai per un attimo, poi mi total verso il mare a pensare. Cosa poteva portarlo a credere certe cose?
"Hey" sussurrò dolcemente, distogliendomi dai miei pensieri.
"A cosa pensi?" Domandò, notando che non proferivo parola.
"Non saprei. Sinceramente non credo di essere d'accordo con te" risposi franca. Lui si accigliò per un attimo e mi guardò con le sopracciglia aggrottate.
"Di cosa vivi se non hai speranze, né gioie, né illusioni? Non dico di sperare nell'impossibile, bisogna sempre rimanere coi piedi per terra, ma un po' di ambizioni servono ad andare avanti" spiegai guardandolo fisso negli occhi.
"Non dico di non sperare, ma di non farsi false illusioni" rispose stendendosi sull'asciugamano per fissare il cielo.
"Preferisco vivere di illusioni ma almeno vivere" ribattei calma.
"Pensi che io non viva?" Chiese allora, rialzandosi e puntando le sue iridi nelle mie.
"Non ti conosco. Non saprei dirtelo. Ma il tuo pessimismo leopardiano sembra corroderti" affermai convinta.
Non lo conoscevo abbastanza per giudicare il suo modo di vivere o essere ma aveva quell'aria cupa e triste di chi vede tutto nero.
"Intanto aveva ragione. Una vita di speranze svanite nel nulla" rispose confermando la mia teoria.
"Si ma intanto viveva male" controbattei saccente e lo vidi abbozzare un sorriso.
"Avessi almeno i problemi di Leo, tu" ridacchiai ripensando a quando dovesse essere difficile vivere come Leopardi. Harry era oggettivamente parlando un bel pezzo.
Il suo mal di vivere sicuramente non aveva a che fare col suo aspetto.
"Non sai i miei problemi" ritoccò però lui, con un pizzico di acidità nel tono.
Alzai le mani in segno di resa, dato che aveva totalmente ragione e ridacchiai nervosamente."Quindi non proverai più a ridere?" Provai a cambiare discorso, guardandolo negli occhi.
"Non ho deciso io di non ridere più, è venuto da sé, non riesco a trovare le situazioni abbastanza divertenti per poterne ridere su. Non è che mi ostino a non ridere". Rispose con un pizzico di amarezza nella voce.
Abbassai lo sguardo e provai ad immaginare il dolore che si era insinuato all'interno dell'animo di quel ragazzo.
Stavo imparando a conoscerlo e lui si apriva con me. Quella
La conversazione diventava pesante e non avevo alcuna voglia di Continuare a torturarlo solo per avere risposte alle mie curiose domande. Il silenzio calò e il leggero fruscio delle onde rieccheggiava attorno a noi.
"Ti va un bagno?" Chiese poi alzandosi in piedi. "Non abbiamo finito! Manca la qualità!" Urlai divertita dalla proposta. "La faremo un'altra volta, che ne dici? Vieni allora?" Disse togliendosi le scarpe. "Non lo so Harry, non ho niente da mettermi" dissi pensierosa. Volevo bagnarmi più di ogni altra cosa, ma non avevo il costume e a fine ottobre il tempo non era poi così caldo. "Non ne hai bisogno dai" disse allungando una mano verso di me. Ci pensai su qualche minuto e alla fine cedetti aggrappandomi a lui. "Non voglio spogliarmi avrò freddo" dissi imbarazzata. Non volevo che mi vedesse in intimo, non eravamo così stretti da farmi vedere in certi modi. "E allora non toglierli"sorrise Togliendosi la maglia.
Di colpo divenni tutta rossa e mi voltai di scatto. "Harry!" Urlai coprendomi gli occhi. Sono sicura che in quel momento era davvero divertito ma non lo lasciava a vedere. Di colpo sentii sollevarmi e mi ritrovai a testa in giù sulla spalla di Harry, offrendomi una completa visuale del suo fondoschiena marmoreo racchiuso dal boxer nero aderente.
Stavo per svenire.
Letteralmente.
Nel giro di qualche secondo mi ritrovai completamente zuppa. Uscii dall'acqua tornando a respirare e non potei fare almeno di ridere. Andai verso di lui e saltai con tutto il peso sulle sue spalle per buttarlo sott'acqua si lasciò fare e infilò la testa tra le onde. Di colpo sentii tirarmi le gambe e mi ritrovai sollevata in aria sulle sue spalle.
Lanciai un urlo di spavento che si trasformò in piena felicità. "Sono la Regina del mondo!" Gridai allargando le braccia e imitando Jack Dawson del Titanic.
Harry alla mia affermazione lasciò le mie gambe e le spinse verso l'alto facendomi cadere in acqua con la schiena. Un leggero tonfo schizzó ovunque e mi ritrovai di nuovo sott'acqua. Quando riuscii ad uscire mi stropicciai gli occhi per togliere il sale e cercai Harry. Mi voltai più volte ma non lo vidi. Un filo di preoccupazione si insinuó immediatamente dentro di me e lo richiamai. Uscì dall'acqua qualche secondo dopo giusto davanti a me schizzandomi e sorridendo beatamente. "Mi hai spaventata" Urlai schizzandolo. "Non volevo farlo" disse un filo dispiaciuto ma sorrisi e la tristezza sparì. Mi tirò dal braccio verso di lui e mi aggrappai alle sue spalle. Ero imbarazzatissima ma il suo tocco mi faceva sentire la persona più felice Del mondo. Istintivamente allacciai le gambe dietro la sua schiena e lui mi tenne a galla mettendo le mani sotto le mie cosce. Ci guardammo l'un l'altro intensamente e i suoi occhi profondi sprizzavano felicità da ogni angolo. Gli baciai d'impulso una guancia e scesi dalla sua presa uscendo dall'acqua. Il sole era ormai quasi tramontato e il vento diventava sempre più forte. Lo guardai uscire dall'acqua e pensai per la prima volta che fosse l'uomo più bello in assoluto. Mi passò sorridendo un asciugamano e l'avvolsi attorno a me in fretta godendomi il calore rilasciato. Lui si rivestì e andò a posare i libri in auto. Presi le mie scarpe e lo seguii infreddolita. Mi avvicinai a lui e mi porse degli abiti. "Metti questi prenderai freddo se rimani coi vestiti bagnati addosso" disse sorridendo. "Dove mi cambio?" Chiesi afferrandoli troppo felice di Avere qualcosa di caldo da mettere addosso. Lui fece spallucce e sorrise. "Non mi cambierò davanti a te" affermai facendogli una linguaccia. Non rispose e tolse la sabbia dalle sue scarpe. Rimasi li ferma modendomi le unghie indecisa su cosa fare. Il vento soffiava sempre di più, e era quasi buio. Due erano le opportunità. A) rimanere fradicia per tutto il viaggio beccandomi una polmonite, B)cambiarmi davanti a Harry però almeno essere al caldo. Sembrava così ovvia la risposta ma mi imbarazzava troppo. Decisi di non pensarci e sconfitta corsi dietro l'auto, lontana dagli occhi indiscreti di Harry. In ogni caso non avevo l'impressione che uno come Harry potesse essere attratto da una come me. Quindi forse anche se mi fossi cambiata davanti a lui non mi avrebbe neppure considerata.
Non Che lo volessi.
Con lui avevo questa sorta di alti e bassi. Che erano a volte molto molto alti e altre molto molto bassi. Non c'era una sorta di equilibrio.
Un minuto prima mi fa divertire come non mai, quello dopo sembra non conoscermi nemmeno. Questo pomeriggio li ho conosciuti entrambi. Quello nervoso e antipatico in macchina, quello triste e pensieroso e quello che mi acceca coi suoi sorrisi in acqua. Non saprei come interpretare questi cambi di umore, ma lentamente mi danno la possibilità di conoscere quell'Harry che nessuno capisce, perché troppo occupato a vederlo come l'Harry silenzioso, che non ride e non fa amicizia con nessuno.
Infilai velocemente dei pantaloni di tuta e una felpa e sentii immediatamente il calore inondare il mio corpo. "Stai meglio?" Chiese quando mi sedetti accanto a lui in Auto. "Decisamente" affermai sorridendo e allacciando la cintura. Sciolsi i lunghi capelli bagnati sperando che con l'aria calda dell'auto si asciughino in fretta. "Vuoi tornare al dormitorio?" Chiese poi distraendomi dai miei pensieri. "Come vuoi" risposi facendo spallucce. "Dovresti asciugarti i capelli se non vuoi finire a letto con la febbre" disse sorridendo. "Già, non che i tuoi siano asciutti però" risposi riferendomi ai lunghi ricci completamente bagnati. "Sarà meglio asciugarci al dormitorio" sorrise, e per un istante sperai decidesse di fermarsi prima a mangiare.
È Harry, Haylei.
Sai che non devi aspettarti niente.
Lo sai.
Annuii sprofondando nel sedile un po delusa e fissai il buio della strada.
Poco dopo sentii delle note abbastanza familiari alla radio e schizzai dritta sul sedile. "Alza alza!" Urlai. Erano le note iniziali di The Way You make me Feel di Michael Jackson e mi ritrovai a cantare a squarciagola gesticolando con le mani. "Dovresti cantare anche tu" urlai sovrastando la musica. Lui sorrise imbarazzato e scosse la testa. "Dai Harry! Non puoi lasciarmi cantare tutta sola una così bella canzone" gridai ancora. Sospirò e canticchió finalmente la canzone insieme a me.
Al ritornello finale urlammo entrambi e mi lanciai in un improvviso balletto poco sensato che lo fece muovere a ritmo insieme a me. "Non sapevo ti piacesse Michael!" Urlò poi abbassando il volume. "Amo!" Gridai ridendo. "Aspetta, apri lì, e prendi quell'album di cd" disse poi indicando sotto il cruscotto. Lo aprii e cacciai un grosso album pieno di cd. Rimasi a bocca aperta vedendo tutti i cd dei più grandi artisti musicali. I Queen, i Rolling Stones, Rey Charles, Frank Sinatra, Bob Marley, Stevie Wonder etc. "E tu non mi hai detto di avere un tesoro nella tua auto!" Urlai sfogliando i vari cd e Sorrise compiaciuto.
Ne Tirai fuori uno dei Beatles già sapendo quale canzone ascoltare e lo infilai nello stereo. Sorrise ampiamente capendo cosa volessi e iniziò a ballare prima che potessi fare qualsiasi cosa. Scoppiai a ridere sulle note iniziali di Yellow Submarine e mi unii al suo balletto tappandomi il naso e facendo finta di essere sott'acqua.
" We all live in a yellow submarine
Yellow submarine, yellow submarine
We all live in a yellow submarine
Yellow submarine, yellow submarine"
Gridammo insieme e continuammo il viaggio di ritorno cantando a squarciagola le canzoni dei Beatles.
Uscimmo dall'auto ballando e mi resi conto che una nuova parte di Harry Quel pomeriggio era uscita fuori e mi piaceva da impazzire. Rimasi imbambolata a fissarlo qualche secondo mentre si muoveva a ritmo sotto le luci dei lampioni del dormitorio e capii quanto fosse facile trarre il meglio di lui con poco.
"Hay! Non vieni?" Disse distraendomi dai miei pensieri, con un sorriso a novantadue denti. Corsi verso di lui e ci incamminammo verso le camere.Ciao a tutti!! Vi prego di commentare e votare!! Ho bisogno di sapere se vi piace!

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The soldier's return
أدب نسائيCome possono due ragazzi, apparentemente pieni di problemi e misteri, riuscire a trovare la calma e stabilità di cui hanno sempre avuto bisogno? Harry e Haylei, cosi' diversi ma allo stesso tempo uniti da un filo sottile, capace di portarli sulle n...