Quando entrai notai subito gli oggetti sacrificali della rabbia di Harry a terra. La scrivania era completamente vuota e i nostri libri di letteratura un po' sparsi per la camera. Ripensai subito al motivo della sua rabbia e provai sollievo quando mi resi conto che era tutto finito.
"Sono queste?" mi chiese sventolando un pacchetto di tachipirine davanti al mio naso. Sorrisi e annuii felice che avesse il necessario per stare meglio.
Prese una pillola massaggiandosi le tempie e mi guardò sorridente, come un bambino dopo aver avuto la caramella. Istintivamente sorrisi anch'io e mi avvicinai a lui un po' timidamente.
In effetti anche se ero stata più volte nella sua camera, mi faceva sempre un certo effetto essere nel suo mondo.
"Vuoi che ti riporti alla festa?" mormorò poi, con un pizzico di amarezza nel tono di voce. Non volevo per nessuna ragione al mondo uscire da quella stanza, avevamo ritrovato il nostro equilibrio, e mi aveva dato palesemente prova che era geloso di me.
Cavolo si! Era geloso di me e solo ora me ne rendevo conto.
Le campane nel mio cervello suonarono a festa, come se una lampadina di speranza si accendesse improvvisamente. E se era geloso significava che di me gli importava eccome.
Avrei voluto saltellare per la camera, corrergli in contro e baciarlo fino allo sfinimento.
Ma obbiettivamente non me lo aveva detto e non aveva accennato ad un possibile rapporto quindi dovetti trattenere l'euforia e farmi bastare quello che in quel momento riusciva a darmi.
Ed era molto.
Per tutte quelle ragioni non volevo assolutamente tornare a quella festa, ma non sapevo come dirglielo. A volte avrei preferito essere più sfacciata, ma la timidezza faceva parte di me e forse non era tanto male.
Mi guardai intorno senza sapere come dirgli che a me della festa non fregava un bel nulla se non c'era lui con me, ma risultò più difficile di quento pensassi.
"Non lo so, se stai male non vorrei crearti disturbo" la buttai là scavandomi la fossa da sola, ma di certo non potevo dirgli "sai Harry, preferirei mille volte passare la notte con te a limonare su questo letto che tornare a quella festa".
Effettivamente, non suonava male.
Da un lato però era vero, non stava per niente bene e riaccompagnarmi tra tutta quella folla non avrebbe fatto altro che peggiorare il suo mal di testa. Così mi rassegnai e mi convinsi che era la risposta esatta da dargli.
Lanciai così la patata bollente verso di lui. La scelta non era più mia, toccava a lui decidere se mandarmi via o passare la serata con me. Involontariamente da li a qualche minuto avrei avuto conferma di tante cose.
Si voltò verso l'armadio e prese una maglietta e un pantalone per dormire poggiandoli sopra il letto. Il mio cuore batteva all'impazzata, non sapevo cosa aspettarmi e quell'attesa rendeva tutto più snervante.
"In effetti non credo di essere completamente in forma" rispose e il mondo tornò a crollarmi addosso.
Bene Haylei, hai appena passato mezz'ora della tua vita a convincerti di cose inesistenti. Complimenti.
Mi stava implicitamente dicendo che voleva stare da solo, ma nonostante cercavo di comprenderlo, un pizzico di amarezza di estese dentro il mio petto. Non so perché ma quella serata la immaginavo finita diversamente.
"O-okay, allora chiamo Alli e le dico..." non finii la frase che mi lanciò tra le mani una maglietta simile alla sua e dei pantaloni caldi. Rimasi per un attimo spiazzata da quel gesto e non capii immediatamente cosa volesse da me.

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The soldier's return
ChickLitCome possono due ragazzi, apparentemente pieni di problemi e misteri, riuscire a trovare la calma e stabilità di cui hanno sempre avuto bisogno? Harry e Haylei, cosi' diversi ma allo stesso tempo uniti da un filo sottile, capace di portarli sulle n...