Capitolo 61

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Il mattino dopo mi sentii ancora peggio della sera precedente.

Avevo gli occhi gonfi e rossi dal pianto, così come delle occhiaie mostruose.
Le ragazze mi confortarono tutta la notte ma ero ancora troppo sconvolta dalle parole di Harry.

Provai a riflettere sulle parole che mi aveva detto, ma più pensavo, più stavo male.

Mi aveva chiesto del tempo, ma tempo per cosa?

Tempo per assimilare l'intenzione di inoltrarsi in una razione seria, tempo per capire se mi avrebbe potuta amare quanto meritavo o tempo per trovare una buona scusa e rifiutarmi?

Più passava il tempo e più cercavo di convincermi che quello che aveva detto Claire fosse sbagliato.

Non capivo cosa mi succedeva ma ero ormai convinta che tutto il dolore di quel momento proveniva dalla paura di prederlo.
E me ne resi conto ripensando a come qualche giorno prima avevo troncato sul nascere qualsiasi cosa stesse succedendo con Will senza problemi.

Non avevo minimamente reagito male né con Will né con nessun altro.

Perché nessuno era Harry.

Quando mi alzai le ragazze erano già in piedi e mi portarono subito, premurosamente, del tè caldo.

Si sedettero in cerchio intorno a me e aspettarono ansiose di sapere cosa fosse successo.

Di solito non avevo voglia di raccontare la mia vita, ma, quella mattina le ringraziai mentalmente. Leggendomi nel pensiero, avevano capito che avevo bisogno di loro, avevo bisogno di parlare, sfogarmi ed essere consigliata.

"Non so cosa sia successo" iniziai e le lacrime tornarono a spingere ai lati dei miei occhi per uscire. Ripensare a tutto quello mi faceva estremamente male.

"Stavamo bene, lo avete visto anche voi. Coccole, baci, ogni scusa era buona per ritrovarci insieme. Ero davvero convinta che entrambi volessimo e cercassimo la stessa cosa. Lo vedevo da come mi guardava, mi parlava, mi voleva. Ne ero sicura" spiegai cercando di convincermi.

"E allora cos'è andato storto? Ieri sera eravate tranquillissimi sul divano" sussurrò Claire soffiando sul suo tè caldo.

"Ma non lo so! Eravamo lì lì per baciarci ma non lo ha fatto! Mi ha baciato questa maledetta fronte!" Quasi gridai dall'esasperazione.

"Sono io quella matta, oppure se uno rifiuta di baciarvi vi parte anche a voi l'embolo?" Domandai, stanca di sentirmi sbagliata.

"Hai ragione piccola, non so cosa dirti. Ma perché non lo hai baciato tu? Siamo nel ventunesimo secolo Hay, non aspettare sia lui a farlo" sussurrò Alli decisa.

"Non è questo il punto, lo sanno anche i muri che voglio stare insieme a lui e che lo bacerei per prima, anche adesso. Il punto è che non so se è anche quello che cerca lui! Non so se vuole baciarmi, non so se vuole stare con me e quindi mi freno dal fare un passo oltre" dissi ad alta voce quello che avevo sempre temuto.

"Cosa ne sai? Come fai a sapere se non hai mai provato" Domandò allora. E non seppi come ripondere.

Aveva ragione, forse mi avrebbe baciata, o forse mi avrebbe detto che non voleva storie. Era imprevedibile e io ero troppo fifona per rischiare e ammettere che un po' di colpa era anche mia.

"Aspetta però, poi ti ha seguita in corridoio, cosa ti ha detto?" Domandò Claire, non volendo arrivare a conclusioni affrettate come sempre.

"Dopo questo, io decido di allontanarmi e mi ricordo di chiamare mia madre. Mi alzo ed esco. Faccio la telefonata e prima di tornare in camera me lo ritorvo sull'uscio della porta" continuai riassumendo brevemente la cosa.

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