Capitolo 45

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Mentre guardavo Claire insistentemente sentii una mano chiudersi intorno al mio braccio e tirarmi verso l'alto. Mi voltai di scatto, sorpresa, e vidi Harry in piedi accanto a me che mi intimava di seguirlo.

"Vieni con me" disse duro e non me lo feci ripetere due volte.

Mi alzai, facendo scivolare il braccio di Will che ormai era diventato un tutt'uno con le mie spalle e sentii le dita di Harry incrociarsi con le mie. lo seguii sotto lo sguardo stranito e sorpreso dei ragazzi e potei giurare di aver sentito un imprecazione da parte di Will che non capiva cosa stesse succedendo.

Harry continuò a tirarmi velocemente per la mano tra la fitta folla di ragazzi e professori che si davano alla pazza gioia, tanto che, più volte, rischiai di inciampare e ritrovarmi a limonare col pavimento.

"Hey! Che ti prende!" urlai quando mi ritrovai con le spalle al muro e le braccia di Harry ai lati del mio viso.

Eravamo usciti dalla sala e la musica risultava attutita dallo spessore dei muri. Il suo sguardo gelido mi trafiggeva, sembrava volermi urlare contro tutta la sua rabbia ma rimaneva fermo, non parlava, sentivo solo il suo respiro accelerato scontrarsi contro la mia pelle e mi faceva rabbrividire.

"Mi spieghi cos'hai?" chiesi stanca di quell'atteggiamento. Averlo a qualche centimetro dal mio viso mi mandava in poltiglia il cervello, ma i suoi occhi freddi mi riportavano subito alla realtà. Era arrabbiato e non capivo il perché.

"Harry non puoi prendermi e portarmi fuori, cosÌ di punto in bianco, e poi non spiegarmi nemmeno il perché" affermai ormai più infastidita che altro.

" Perché..." iniziò, e sentire la sua voce mi diede qualche speranza.

"Perché cosa?" chiesi esausta.

"Perché lo fai? " continuò con voce quasi tremante.

Perché lo fai? Facevo cosa? Di tutta quella situazione capivo sempre meno, come solito daltronde e cominciava ad infastidirmi.

"Perché faccio cosa Harry? Cos'è che faccio! Dimmelo perché giuro non sto capendo" gridai dall'esasperazione mettendo entrambe le mani tra i miei lunghi capelli. Mi massaggiai la testa cercando di scavare nella mia mente e trovare qualche minimo indizio per capire quello che stava cercando di dirmi. Ma non ci riuscii.

"Perché mi fai del male?" urlò con gli occhi ormai diventati rossi. Quasi non mi spaventai e trasalii sonoramente. lo guardai spalancando gli occhi come se avessi appena visto un fantasma, ma le sensazioni dentro di me erano ancora peggio. Oltre a non capire cosa facevo di sbagliato gli facevo anche del male.

Bene Haylei, hai proprio toppato da tutte le parti.

Sentii il mio cuore stringersi e un dolore si espase dal centro del mio stomaco fin sopra il petto. Gli facevo del male. 4 orribili parole che mi avevano schiaffeggiata in pieno viso.

Ora lui faceva del male a me.

Presi un respiro profondo cercando di ingoiare le lacrime che minacciavano di scendere sulle mie guance e provai a mantenere il controllo di me stessa, per entrambi.

"I-io t-ti faccio del male?" sussurrai balbettando e cercando di allacciare il suo sguardo col mio. Non mi guardò e come previsto non rispose.

"Harry parlami! Perché dici questo? Cosa ho fatto per farti del male?" urlai quando non volle saperne niente del mio dolore.

Rimase immobile a qualche centimetro dal mio viso e nei suoi occhi per la prima volta vedevo il nulla.

Il freddo della sera iniziava a farsi sentire, il vento mi faceva venire i brividi, ma il gelo maggiore veniva dal centro del mio petto. Vederlo cosÌ distante da me in quel momento mi faceva male.

The soldier's returnDove le storie prendono vita. Scoprilo ora