t h r e e - c

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Passo la forchetta dall'insalata al pezzo di carne al sangue che ho nel piatto, incerta sul fatto di mangiare o meno: magari ci hanno messo del veleno e io nemmeno lo so.

Sospiro, continuando a guardarmi intorno, notando che tutti mi stanno guardando con disappunto, quasi come se sperassero che io mi strozzassi con il cibo.

Ci sono anche due lupe che continuano a guardarmi per poi dirsi alcune cose all'orecchio, ridacchiando.

Abbasso lo sguardo, iniziando a sentirmi seriamente sbagliata.

Ho sempre pensato di essere una ragazza nella norma: né troppo bella né troppo brutta, con una buona istruzione e abbastanza piacevole.

Ma, al momento, mi sento come se fossi l'essere più insignificante e spregevole del mondo.

Alcuni hanno preferito sedersi a terra pur di non stare al mio tavolo, completamente vuoto, sotto alla tenda dedicata alla mensa.

"Lucy, ciao."

Sposto lo sguardo e vedo Peter sedersi al mio fianco, sinceramente felice, facendo sfuggire un sorriso anche a me.

"Ciao, Peter, stai bene?"

Il bimbo annuisce, iniziando a mangiare la sua bistecca, compiaciuto. "Sì, e tu?"

"Oh, bene," mento, e anche Peter se ne accorge, guardandomi corrucciato.

"Non ti piacciono le persone?"

"Più che altro sono io che non piaccio a loro."

Il bimbo mi prende la mano teneramente, sorridendomi. "Vedrai che andrà tutto bene, fidati di me."

Sorrido, sinceramente felice, ma subito il sorriso mi si infrange sul viso quando vedo Tristan avvicinarsi con il disappunto sul viso.

"Pete, cosa ci fai qui?" Chiede, acido.

"Faccio compagnia a Lucy," spiega il bimbo con tranquillità.

"Papà vuole che vai da lui," ribatte il maggiore, e so già il motivo di questa richiesta: non vuole che i suoi cittadini ci vedano felici insieme.

Sarebbe troppo scandaloso.

"Non voglio lasciare Lucy da sola," si imbroncia Peter, però, diventando capriccioso.

"Pete," scandisce ancora Tristan, chinandosi verso il fratello: "non farmi arrabbiare."

Peter incrocia le braccia, assumendo un'aria rabbiosa, perfettamente rassomigliante a quella del fratello.

"Io non lascio Lucy da sola."

Tristan si allontana, corrucciato: non vuole che il fratello gli disobbedisca ma non può nemmeno fare una scenata davanti a tutti.

"Tu va da papà, resto io con lei," decide, infine, sedendosi al mio fianco destro.

Non so davvero come potrebbe peggiorare questa situazione.

"Devi essere gentile con lei," lo ammonisce Peter, convinto.

"Si, si, ma ora va'," si limita a dire l'altro, chiudendo così la conversazione.

Peter torna a guardarmi, e si vede che è dispiaciuto, ma io gli sorrido, cercando di fargli capire che va tutto bene.

"Meglio se vai, ci vediamo dopo."

Lui annuisce, anche se ancora incerto, e poi afferra il suo vassoio, sgattaiolando via.

Io torno a guardare il mio, ancora più nervosa: ormai il mio stomaco si è irrimedialmente chiuso.

Warm heartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora