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Anchorage, 2033, estate

I raggi caldi del sole colpiscono come una carezza gentile il mio viso, mentre, lentamente, sento le piccole gocce di sudore formarsi sulla mia fronte.

Fa insolitamente caldo, e la cosa non mi spiace, perché ad Anchorage l'inverno sembra durare anni, mentre l'estate se non pochi secondi.

A volte, bisogna cercare di prendere il meglio dalle cose, prima che, come sempre, finiscano.

"Secondo te quanto dureranno?"

Alzo la palpebra destra, osservando Nancy, stesa al mio fianco sull'erba fresca della radura, che, a sua volta, sta lanciando sguardi disgustati alla sua destra.

"Di che parli?" Chiedo, muovendo appena le dita dei piedi, bagnati dall'acqua fresca del lago.

Lei si volta verso di me, e subito riconosco il solito sguardo, un misto di disgusto e odio, che rivolge ad un'unica persona in tutto il villaggio "Lo sai."

Abbasso gli occhi, guardando oltre la sua spalla, corrucciando subito lo sguardo quando noto Drake, mio cugino, che affonda la sua bocca nell'incavo del collo di Molly, che ride civettuola mentre scorre le sue mani sulla schiena nuda del ragazzo.

Penso che potrei seriamente vomitare.

"Ricordami: perché dobbiamo stare sempre con loro?" Chiedo, tornando a guardare la mia amica, anche lei sconcertata dallo spettacolo.

"Beh, Molly è mia sorella e Drake tuo cugino." Dice, amareggiata "Tutti si aspettano da noi che li controlliamo, visto come sono fatti."

"Almeno Molly è una persona normale, se tolta da Drake." Ribatto, notando che fra i due, poco distanti da noi, le cose iniziano a farsi sempre più serie: mi chiedo se lei sa di essere semplicemente una delle tante, e che tutte le belle parole di mio cugino non sono che quello che sembrano: parole al vento "Invece, Drake non cambierà mai."

E questa è una certezza a cui ormai tutti, al villaggio, ci siamo arresi.

Drake riesce sempre, fra moine e sorrisi piacenti, a farsi amare da tutti che, però, finiscono per ricredersi non appena ne fa una delle sue.

Come scappare per nottate con le loro figlie, per non parlare dei furti o dei suoi attacchi di violenza.

Penso che, da solo, per vendicare l'amore di qualche donzella, deve aver distrutto circa quattro tende in un anno.

Ed è orribile, perché tutto ciò che fa ricade anche su di me, visto che abbiamo lo stesso cognome e siamo cresciuti insieme.

Tutti fanno dei confronti in cui guardano Drake, vedendoci il male, e poi si spostano su di me, a cui decidono di riversare tutte le loro speranze.

Odio dover essere sempre impeccabile solo per compensare alla stupidità di un cugino che nemmeno sopporto, ed odio che mio padre non abbia ancora deciso di spedirlo a casa sua, oltre il bosco, insieme a quella traditrice di sua madre e il pazzo di suo padre.

Da qualcuno, in fondo, doveva prendere per essere cresciuto in questo modo.

"Addie? Addie, ti sei incantata."

Sbatto le palpebre, e torno a guardare la bionda, che sorride, divertita.

"Scusa, è che mi sono ricordata di non aver ancora lucidato i coltelli." Mento, cercando una scusa per non dire che stavo pensando a mio cugino, così da non alimentare maggiormente il suo ego, già infinito.

"Addie, lo avrai già fatto mille volte da quando ti sei alzata." Mi prende in giro, facendomi sorridere "A volte penso che vuoi più bene a loro che a me."

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