e p i l o g u e

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Sono ancora abbracciata a Lucy quando, appena all'alba, la porta della grata si riapre, e la mano di Kiran scende come un avvoltoio su di me, tirandomi via a forza dalle braccia della ragazza, che urla come una pazza, cercando di aiutarmi.

E' tutto inutile: la grata si richiude, e io vedo gli occhi blu di Lucy farsi sempre più lontani, mentre le lacrime rigano le sue guance pallide.

Questo sa tanto di addio, e la cosa non mi piace per niente.

Kiran non mi porta nella tenda rossa di James, anzi: continua a camminare fino a quando il villaggio inizia a sfumare all'orizzonte, salendo sulla piccola collinetta sotto cui è stato costruito.

Sono troppo confusa per riuscire a capire ma, quando riconosco i volti soddisfatti di James e di Ashton, capisco che le cose sono molto semplici.

Sono finita: niente di più, niente di meno.

"Shari." Ashton, con occhi sgranati e pieni di emozione, mi viene vicino, accarezzandomi il viso con delicatezza, quasi avesse paura di rompermi "Ti ho cercato così tanto."

Mi stringe a sé, baciandomi più volte il volto, accarezzandomi i capelli.

Sembra davvero felice di vedermi, ma so che non è che una parte della medaglia: a volte, l'amore, se provato nel modo sbagliato, può far più male dell'odio.

E questo è il caso di Ashton, perché è il suo affetto a distruggermi.

Lo detesto.

"Sono stato ai patti, Mitchell." Sottolinea James, ancora in attesa dietro di noi.

Ashton lo guarda, tenendomi sempre a portata di mano "I miei uomini non arrecheranno più danni al tuo branco: lo ricordo."

Il lupo sembra molto soddisfatto, oltre che visibilmente divertito nel vedermi tornare fra le braccia del mio carnefice.

"Bene, allora: buon viaggio."

Lancia uno sguardo a Kiran, che subito lo segue, servizievole, scendendo dalla collina.

Ora siamo solo noi, io ed Ashton, ed è subito come tornare a qualche settimana fa, come tornare nell'incubo.

"Guarda come ti hanno conciata." Si lamenta, passandomi le dita delicate sulle braccia, seguendo le linee dei disegni geometrici fatti da Peter, non curandosi del fatto che, proprio al loro fianco, anche i segni che lui mi ha fatto stanno parlando, cercando di farsi sentire "Appena saremo a casa riceverai le migliori cure."

Le persone come Ashton sono le più cieche, oltre che sorde: esiste solo ciò che può far loro comodo.

Mi accarezza le guance, passandomi il pollice sulla linea delle labbra, delicato; i suoi occhi sono pieni di affetto, quasi sognanti.

"Sei sempre bella, per me."

Si avvicina, posando delicatamente le sue labbra sulle mie, trascinandomi in un bacio pieno di brama, quasi un antipasto a ciò che davvero mi aspetterà una volta arrivata a casa.

Mi bruciano le dita, e il sapore delle sue labbra mi fa venire da vomitare.

"Lasciami stare." Mi ribello, spingendolo via, cosa che non gli piace affatto.

Sgrana gli occhi, sinceramente sconvolto "Shari? Ma che ti prende, bambolina?"

Bambolina? Davvero?

"Non voglio tornare a casa con te, Ashton, non l'ho mai voluto." Continuo, così furiosa che quasi mi metterei a piangere "E' da tre anni che sopporto tutto il tuo marcio, Ashton, e sono davvero, davvero, stanca, perché questo non è ciò che voglio, tu non sei ciò che voglio. La tua è una malattia, e io non voglio essere la tua medicina."

Warm heartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora