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A D R I A N A

Ricordo che, quando avevamo circa sette anni, io e Drake provammo ad essere amici.

Non ne parlammo prima, non ci furono accordi: semplicemente, per un breve istante, sembrava che la pace fosse calata fra noi.

Ed era bello, per quanto strano, perché tutto il nostro odio si era trasformato in una sorta di forte rispetto reciproco, ed è palese dire che, se messi insieme, io e Drake, eravamo molto più distruttivi che separati.

Ed è per questo che l'entusiasmo dei nostri genitori durò ben poco, visto che iniziammo a fare dispetti a tutti, usando le nostre piccole menti da futuri guastafeste.

E, quando tornammo ad odiarci, dopo che Drake incolpò me per un guaio combinato esclusivamente da lui, fu quasi un sollievo per loro: almeno, sfogavamo la rabbia solo verso l'altro, e non contro tutto il villaggio.

Ora mi sembra di essere ritornata a quel periodo, quello della calma apparente, dove io e Drake, insolitamente, ritroviamo una parte del rispetto che, segretamente, portiamo l'uno per l'altra.

Solo che, beh, ora non ha più senso, perché ormai è tutto perso: io non sono una Shaine, lui non è mio cugino e Tristan non è mio padre.

L'unica cosa sensata da fare al momento è recuperare mia madre e andarmene via con lei, sperando di trovare, finalmente, la mia vera famiglia.

Alzo lo sguardo, guardandomi finalmente intorno, notando che siamo arrivati alla riva del fiume, illuminata da piccole torce impiantante nel terreno scosceso.

E' bello, soprattutto perché noto molte persone, fra coppie e famiglie, che hanno deciso di passeggiare, godendosi il bel tempo ritrovato.

Vedo l'amore, qui, quello di una famiglia già collaudata, quello di una che sta per nascere.

Li invidio così tanto.

"Quindi, io e te non siamo cugini." Inizia, dal nulla, mentre ancora camminiamo fianco a fianco, senza mai sfiorarci "Bella notizia, giusto?"

Non rispondo, non ne ho voglia, e non capisco nemmeno il perché del continuare questa farsa.

Drake mi continua a guardare e poi, dopo un solo istante, sorride, quasi divertito dal mio silenzio "Pensavo che ti piacesse stare in posti del genere: al villaggio, quando sei triste, ti nascondi sempre sulla riva del lago."

Alzo un sopracciglio, confusa: come fa a saperlo? Cerco sempre di nascondermi, così da non mostrare a nessuno che sto soffrendo, e, il fatto che Drake possa avermi visto, non mi piace per niente.

Mi fa sentire vulnerabile.

"Tranquilla, non ti stavo seguendo: ero occupato in altro." Ribatte, ridacchiando, perverso.

Alzo gli occhi, e poi torno a camminare, seguendo con lo sguardo i vari lumini, facendo finta di non sentirmi osservata.

"Tuo padre non voleva ferirti, Dria: stava solo cercando di fare ciò che gli sembrava più giusto."

Ma mentire non è mai una cosa giusta, perché la verità viene sempre a galla, e poi le persone soffrono.

E' tutto uno schifo, e io non voglio più vivere in questo modo.

"Dria." Drake mi chiama, ancora, stringendo la mia mano, così da fermarmi e obbligarmi a voltarmi verso di lui, così da guardarlo, per quanto la cosa mi scocci.

Non parlo, ma alzo gli occhi, mostrando tutto il mio disappunto: quando finiranno questi cinque minuti?

"Dria, devi smetterla di fare così, perché non porterà a nulla." Dice lui, ritrovando la serietà, mentre mi guarda con i suoi occhi chiari, attento "Tristan ti ama, sei sua figlia, e questo non cambierà mai, anche se la biologia dice altro. Lui ti ha cresciuto, lui ti ha salvato: non ti basta questo?"

Warm heartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora