s e v e n - c

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Tristan ha ordinato a Peter di andare nella sua tenda, e io ne sono quasi felice, perché non voglio che lui assista alla sfuriata del fratello.

Tristan mi tira dentro la nostra tenda, liberandomi finalmente il polso, che io subito mi massaggio, rimanendo senza parole quando vedo impresse sulla pelle i segni rossi delle sue dita.

"Ma sei completamente fuori di testa?" Urlo, sconvolta. "Mi hai fatto male."

"Come tu ne hai fatto a Peter." Ribadisce lui, sempre furioso: perfino il suo viso è diventato rosso, non riuscendo più a contenere la rabbia.

"Io ho fatto male a Peter? Io l'ho salvato."

"Facendolo diventare lo zimbello di tutti?" Chiede, sarcastico. "Ora lui non è più Peter Shaine, figlio dell'alpha, ma il piccolo lupo amico dell'umana."

"E cosa c'è di male, eh?" Chiedo, iniziando seriamente ad innervosirmi. "Se anche fosse il piccolo lupo amico dell'umana che cosa ci sarebbe di male?"

Tristan ha il respiro pesante, e i suoi occhi sono lucidi per la rabbia, cosa che li rende molto più azzurri di quello che già sono.

Le lentiggini leggere ormai sono sparite, nascoste dal rossore del viso, mentre i pugni continuano a stringersi contro ai sui fianchi.

"Lo sai cosa c'è, Lucy? Che così lo rovinerai."

"No, Tristan," ribatto, avvicinandomi a lui, non volendo mostrarmi debole: "perché è questo che causa le guerre, ciò che permette loro di continuare. Non potremo mai vivere in pace se considerarsi amico del nemico è un motivo di disgustoso o di derisione. È questo genere di pensiero che ha causato la morte di tante persone; pensieri come il non aver salvato un bambino da un gruppo di bulli."

"Peter non è un semplice bambino." Controbatte il biondo, fissandomi con decisone con le sue iridi di una sfumatura più chiara della mia.

"Ah, giusto, lui è il figlio dell'alpha." Ricordo, sarcastica. "Beh, a me non importa chi sia suo padre: lui è un bambino; un bambino che si sente solo e abbandonato dalla sua stessa famiglia, la stessa che preferisce vederlo piangere, perché questo lo fortificherà, invece che ridere."

Dai pugni di Tristan esce del sangue nero, e io so cosa vuol dire questo: gli sono spuntati gli artigli.

Rialzo lo sguardo, vedendolo quasi tremare per cercare di contenere il suo istinto che, in un momento come questo, sta urlando più che mai.

"Dai," esordisco, seria: "fammi male, vendicati su di me, tanto sono solo una lurida umana, giusto?"

Ho il fiato corto e il cuore che batte come un martello pneumatico, eppure non mi importa: non sarò io la prima a cedere.

Ed è infatti è Tristan a fare la prima mossa, abbassando lo sguardo e prendendo un profondo respiro prima di voltarsi e uscire dalla tenda, lasciandomi sola.

Finalmente respiro, cercando di calmarmi mentre vedo il sangue di Tristan caduto a terra.

Alzo il polso davanti ai miei occhi e finalmente sento il dolore colpirmi.

Per ora, il ricordo di Tristan non vuole abbandonarmi.

***

Stringo il cuscino, cercando di sistemarmi al meglio per riuscire a dormire, ma ormai è pressoché impossibile.

È da ore che ci provo ma, ogni volta che mi sembra di essere sulla buona strada, i miei occhi vanno sul letto vuoto al fianco del mio e subito tornano la rabbia e l'angoscia.

Tristan non è più tornato e forse è meglio così, anche se non riesco a non pensare al nostro litigio.

So di aver ragione, anche se importa davvero poco, dato che nessuno in questo villaggio mi darà mai sostegno.

Mi sento sempre di più un pesce fuor d'acqua.

Provo a chiudere gli occhi, sospirando e cercando di rilassarmi: ho bisogno di recuperare le forze, se devo affrontare un branco intero di lupi che mi odia.

Sento la tenda scostarsi, ma non dico nulla: probabilmente Tristan si e finalmente deciso a tornare, ma questo non vuol dire che io debba per forza parlargli.

Cerco di far finta di dormire ma diventa pressoché impossibile quando una mano mi tappa la bocca e altre mi sollevano dal letto, tenendomi ferma.

Spalanco gli occhi, rendendomi subito conto che gli occhi gialli che mi fissano appartengono ai ragazzi che oggi hanno maltrattato Peter.

Sogghignano mentre mi trascinano per tutto il villaggio, strattonandomi e graffiandomi la pelle come se non gli importasse di nulla.

Io provo ad urlare, provo a morderli, ma tutto ciò che esce dalla mia bocca sono piccoli versi strozzati: sono totalmente inerme fra le loro mani.

Sopra di me, il cielo oscuro viene lentamente coperto dai rami degli alberi, e i passi dei miei aggressori si fanno più difficoltosi visto il terreno scosceso.

Siamo nel bosco, è più che certa la cosa, e per questo non si prospetta nulla di buono.

Inevitabilmente, inizio a pensare che questa possa davvero essere la mia fine.

Non so perché, è come se me lo sentissi nelle vene, e le lacrime iniziano a far bruciare i miei occhi.

Sto per morire, e solo perché ho salvato un bambino da un branco di bulli.

I quattro lupi finalmente si fermano, e, per qualche strana ragione, sento che mi stanno legando qualcosa al piede.

Ma che succede?

"Fatto?" Chiede quello che mi tiene ferma, iniziando a legarmi una benda intorno alla bocca.

"Sì, andiamo."

Iniziano a far ondeggiare il mio corpo e, dopo solo un secondo, sono immersa nell'acqua gelida con un peso al piede che mi trascina sul fondo.

Cerco di divincolarmi, provando anche ad urlare e nuotare, ma sembra che tutto sia inutile.

Il peso mi impedisce di andare da qualsiasi parte, e riesco giusto a tenere il viso sul filo dell'acqua, così da riuscire a respirare.

Siamo in inverno, c'è freddo, e l'acqua è gelida: sento letteralmente zolle di ghiaccio muoversi intorno a me.

Cerco di respirare, cerco di muovermi, ma ormai il gelo mi è entrato sotto pelle, bloccandomi completamente e rendendomi sempre più pesante.

Pochi minuti, pochi minuti ancora.

Angolo

Nuovo capitolo, spero vi piaccia :)

Per Lucy le cose si mettono molto male, e in più Tristan è arrabbiato con lei...chissà come andranno le cose🤔 pensate che possa far morire il personaggio principale ad inizio storia?

A presto,
Giulia

Warm heartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora