P E T E R
Shari ha gli occhi chiusi, stesa sull'erba fresca della radura mentre sul suo volto aleggia ancora l'ombra di un sorriso.
Scorro lo sguardo sul suo corpo, così piccolo nei miei vestiti, che non fanno altro che farla sembrare una bambina, molto più giovane e fragile di quello che è davvero.
Tiene una mano posata sul ventre, poco sotto il seno, e ogni tanto la vedo battere le dita sul tessuto morbido della felpa, quasi come se stesse seguendo il ritmo di qualche canzone che solo lei riesce a sentire: una musica di cui mi ritrovo ad essere geloso, perché lei è nei suoi pensieri, mentre io no.
Alzo lo sguardo, seguendo lo scollo stretto del maglione, che mostra appena l'ombra delle sue ferite, che lei nasconde gelosamente, quasi con imbarazzo.
Detesto il fatto di non averla aiutata: mi sento in colpa, perché io dovevo essere là, quando lei è crollata.
Dovevo essere io a risollevarla, non Tristan; io dovevo accogliere le sue lacrime, non lui.
Non capisco perché è lui quello sempre un passo avanti, e mai io: è ingiusto.
Lei pensa che proverei disgusto se dovessi vedere ciò che è davvero, ciò che le hanno fatto: non lo dice, ma so che è così, come so che lei non ha ancora capito che a me non importa affatto.
L'avevo capito fin dal primo momento che il modo in cui Ashton la guardava era insano, che non era normale e, quando ho visto i lividi sul suo braccio, non ho fatto che avere un'ulteriore conferma.
Non l'avrei mai lasciata fra le sue mani, non c'è l'avrei mai fatta, non dopo aver capito che lei, in quel mondo, non c'entrava assolutamente nulla.
Lei è come me, prova ciò che provo io: si sente persa, schiacciata dalla prepotenza di un fratello maggiore più potente, più amato, che ci vuole rilegare nella sua ombra.
Certo, Tristan non ha mai osato farmi del male, anche se il suo insolito modo di proteggermi non fa altro che farmi sentire come se non valessi nulla, né per lui né per il branco: mi scredita, rilegandomi in un angolo delle retrovie.
Detesto vederlo vicino a Shari, o quando pronuncia il suo nome, col suo sorriso gentile sul volto.
Odio quando vedo i loro sguardi incontrarsi, o il fatto che lei cerchi i suoi occhi per avere conferme, come poco fa alla tenda.
Voglio essere io, quello da cercare nei momenti di buio; voglio essere io la sua luce, perché lei è la mia.
E forse è stupido pensarlo, ma io non posso più a fare a meno di lei, perché Shari non è un'estranea per me, non lo è mai stata, anzi: è come se avessi sempre saputo che, prima o poi, lei sarebbe arrivata.
Mi rendo conto che non stavo facendo altro che aspettarla, e ora non ho intenzione di perderla, non dopo ciò che è successo a Lucy.
Lei mugugna qualcosa, e poi fa una buffa smorfia col naso, infastidita da un incubo che la sta tormentando.
Sorrido, stringendo i denti sul mio labbro inferiore per non farmi sentire, per non disturbarla, e poi mi stendo al suo fianco, così da essere viso a viso.
La osservo, seguendo la linea dolce del suo volto, e poi quella più curva delle sue labbra rosse, delle sue ciglia lunghe, nere.
Come sempre, alcune ciocche di capelli castani sono ricadute sul suo volto, e quasi mi viene spontaneo spostargliele dietro le orecchie, così da liberare il suo bel viso, che subito si corruccia, segno che si è svegliata.
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Warm heart
Werewolf"Warm heart" è una trilogia, ma troverete qui tutte le tre diverse parti: • into you (conclusa) • ashes and blood (conclusa) • still into you (conclusa) In aggiunta, sempre qui, potete trovare due spin off: • the red mood (conclusa) • in my blood (...