e p i l o g u e

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Sono partiti tutti, mentre io sono rimasta, anche se questo non significa che posso godermi la mia solitudine, dato che, subito, Sarah mi raggiunge, sedendosi al mio fianco al limitare del bosco, sull'erba umida.

"Ciao." Mi saluta, come se nulla fosse, come se non fossimo davvero perse con la mente altrove, vicino a chi vorremo che tornasse vivo da qui a qualche minuto.

La battaglia dovrebbe essere già iniziata da ore, e ormai anche finita, eppure non sono ancora qui.

"Ciao." Rispondo, semplicemente, non guardandola, continuando a giocare con i fili d'erba.

"Sei arrabbiata, vero?"

Sospiro, e poi alzo il mio sguardo su mia sorella, ritrovando la mia stessa preoccupazione nei suoi occhi.

"Anche tu hai fatto il loro gioco, vero?"

Corruccia lo sguardo, confusa "Il loro gioco?"

Annuisco, non troppo sorpresa dalla sua reazione "Il gioco che dovrebbe riportarmi fra le braccia di Tristan, allontanandomi da Kian."

La osservo, e, dopo pochi istanti, la vedo sospirare, per poi abbassare lo sguardo.

Non penso servano tante altre parole.

"Perché avete fatto tutto questo? Cosa vi ha fatto di male quel ragazzo?" Chiedo, sinceramente desiderosa di capire "Lui ha cercato di venirci incontro, ha combattuto anche per voi."

"Non voglio che lui ti porti via."

Sgrano gli occhi, questa volta davvero colpita, perché non capisco di che cosa stia parlando.

"Portarmi via?"

Sarah annuisce, e subito prende la mia mano, stringendola al petto "Se tu restassi con Tristan avrei la certezza che tu rimarresti qui, al villaggio, mentre se ti mettessi con Kian è ovvio che dovrai andartene via, e io non voglio perdere di nuovo mia sorella."

Sarah ha le lacrime agli occhi, e, per quanto possa sembrare insensato, non riesco ad arrabbiarmi con lei, non dopo tutto quello che ha fatto per me.

La abbraccio, sentendola subito stringermi con forza, spaventata dall'idea che io la possa lasciare.

"Non me ne andrò mai lontano da te, Sarah, e, anche se fosse, rimarresti sempre mia sorella." Dico, accarezzandole i capelli "Quando avrai bisogno, io tornerò."

"Dici davvero?" Chiede, raccogliendosi le lacrime dalle guance, colpita.

Annuisco, accarezzandole il volto "Sei l'unica famiglia che ho, e sei importante per me, Sarah."

Lei sorride, lo fa sinceramente, e subito dopo si fa scappare una risata.

"Sai, siamo state entrambe un po' stupide."

"Come?" Alzo un sopracciglio, perplessa "Perché dai della stupida anche a me?"

"Perché continui a prendere tempo quando sai esattamente chi vuoi." Dice, e noto un leggero sorriso sul suo volto.

"Ieri mi hanno detto entrambi che mi amano." La informo, e lei si non dimostra molto sorpresa, come se già se lo aspettasse.

"E tu cosa hai risposto?"

"Non l'ho fatto." Dico, sinceramente, e lei sembra capire.

"Ma sicuramente in un caso avresti voluto farlo." Commenta, e io, lentamente, capisco che ha ragione.

"E' comunque troppo tardi, ora." Dico, rattristata "Se ne sarà già andato, ormai."

Sarah mi stringe la mano, facendomi un piccolo sorriso, così da rassicurarmi "Chi è destinato ad appartenersi troverà sempre la strada per tornare."

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