e p i l o g u e

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N A T A L I E

Adriana si è addormentata in grembo a suo padre non appena arrivata in stanza, ormai troppo stanca e senza più voglia di piangere.

Noi l'abbiamo accolta, così come faremo sempre, perché è nostra figlia, e non ne parlo al plurale a caso.

Io l'ho fatta nascere e protetta, ma Tristan l'ha cresciuta, e questo la rende sua quanto mia.

Siamo, in qualche modo, una famiglia, e questo è ciò che ho sempre sognato: l'unica cosa che mi ha dato un poco di speranza durante tutti questi anni.

Tristan e Adriana sono stati la mia salvezza.

Alzo lo sguardo, osservando Tristan, che continua ad accarezzare le ciocche scure della ragazza, guardandola con gli occhi colmi di amore.

"Stavamo per perderla per sempre." Dice, ancora incantato, mentre percorre il suo profilo con le dita, delicato.

"Ma non è successo." Comunico, e lui sorride, tornando finalmente a guardarmi, sereno.

"Sai, lei sognava di andarsene via con te, una volta ritrovata."

Corrugo la fronte, perplessa "Non lo farà, non più."

"Però avete bisogno di un posto dove stare."

Scuoto le spalle, non riuscendo a trovare nulla da dire: da quello che ho capito, Peter mi potrebbe ospitare all'organizzazione, almeno fino a quando non mi sarò restabilita, ma poi? Non so ancora.

"Sai, quando me ne sono andato dall'agenzia, sedici anni fa, ho piantato una pianta di rose al villaggio."

Sorrido, sinceramente sorpresa "Lo hai fatto davvero?"

Lui annuisce, e noto che sembra imbarazzato "Ho pensato che...che potresti venire tu, così da prendertene cura, sempre se ti va."

"Mi stai chiedendo di venire a vivere al villaggio con voi?" Chiedo, sinceramente colpita.

Tristan scuote appena le spalle, mentre le sue guance diventano rosse "Siamo una famiglia, in fondo."

"Una famiglia?" Ripeto, sorpresa.

Il biondo si morde il labbro inferiore , e poi allunga la sua mano verso il mio viso, accarezzandomi piano la guancia, delicato.

"Non voglio costringerti, Natalie." Dice, ed è più sincero che mai "Ma, se potessi scegliere, è questo che vorrei: noi tre, come una vera famiglia, e ricominciare insieme."

"E Lucy?" Chiedo, ben consapevole della forte presenza della ragazza nella vita di Tristan.

Lui fa un piccolo sorriso, passandomi il pollice sulle labbra, quasi in ammirazione "Ho una nuova luce, ora."

Sorrido, non riuscendo a credere di sentirgli dire davvero queste parole, e, dalla sorpresa e l'emozione, non riesco a contenermi, avvicinandomi a lui per baciarlo.

E' da sedici anni che voglio farlo, ed è davvero bello, meglio che nei miei sogni, ma poi mi rendo conto che questa è la realtà, e mi allontano.

"Scusa." Dico, abbassando lo sguardo, sentendomi subito tremendamente in colpa "Non volevo."

Una mano mi passa sulla guancia, attirando la mia attenzione, e, non appena siamo di nuovo viso a viso, Tristan torna a baciarmi, mantenendo subito la sua delicatezza.

E sorridiamo, ancora ad un respiro dall'altro, mentre la felicità si sprigiona dai nostri cuori.

Siamo una famiglia.

Warm heartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora