p r o l o g u e - c

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Anchorage (Alaska), 2017

Sta per nevicare ad Anchorage in questa notte senza luna e senza stelle.

È facile capirlo, perché, dopo aver vissuto ogni momento dei tuoi diciotto anni in una landa sperduta come questa, dove tutto dipende dal tempo, questo diventa parte di te.

Tutto è concatenato, perché, se questa notte nevicherà, probabilmente domani ogni strada sarà bloccata ed io non potrò andare a scuola ed Aaron a lavoro; poi la neve si scioglierà e gli uomini del paese saranno costretti ad andare a rafforzare l'argine vicino a Boyle, il nostro fiume, così da evitare inondazioni.

Tutto dipende dal tempo e noi siamo abituati ai cambiamenti: ormai li sentiamo dentro le ossa, quando queste iniziano a tremare e una strana sensazione fa pizzicare la pelle.

Anche io, come tutti gli altri, sento quando le cose cambiano, ma questa volta ho fallito, perché l'anello di diamanti che brilla sul mio anulare sinistro non rientrava sicuramente nelle mie previsioni.

Aaron estrae le chiavi dalla tasca della sua giacca, aprendo la porta di casa Brooks.

"Hai fame?" Chiede, facendomi entrare nella casa dei suoi genitori, che ormai è diventata anche mia.

"Non penso che mi tornerà presto la fame dopo ciò che è successo questa sera," commento, guardando per l'ennesima volta il diamante, sentendo ancora le ossa tremare dall'emozione.

Aaron mi ha chiesto di sposarlo questa sera e, per quanto questa scelta potesse essere prevedibile dopo tre anni di relazione e due di convivenza forzata, ammetto di non essere stata pronta.

Lui sorride e mi bacia, passandomi il pollice sullo zigomo con gentilezza.

"Sei bellissima."

Abbasso lo sguardo, imbarazzata, prendendo poi la sua mano, così grande in confronto alla mia.

"Andiamo a letto?"

Lui annuisce e poi sistema le chiavi nel posacenere accanto alla porta, scortandomi verso il piano di sopra, dove subito riprende a baciarmi.

Sorrido, cercando di tenere il tono di voce basso per non svegliare i genitori di Aaron, ma al momento mi sembra impossibile, perché lui continua a baciarmi e premere le sue dita sulle mie cosce, spingendomi verso il nostro letto, su cui mi fa stendere.

Aaron mi passa una mano sul maglione bianco, superandolo con facilità con la mano, iniziando ad accarezzarmi il ventre magro.

Mi guarda, e i suoi occhi scuri brillano mentre la luna colpisce il suo bel viso.

"Ti amo, Lucy," dice, e io subito trattengo a stento un sorriso, arrossendo.

"Anche io, Aaron."

Il moro sorride, baciandomi il collo. "Futura miss Lucy Brooks."

Stringe i miei fianchi, continuando a baciarmi il collo, facendomi ridere per il modo in cui mi ha chiamato.

"Tu sei pazzo," lo prendo in giro, mentre sfila il mio maglione, lasciandomi con il mio semplice reggiseno nero.

"Certo che lo sono," controbatte, mentre io gli sbottono la camicia azzurra, inceppandomi più volte con i piccoli bottoni che scivolano fra le mie dita fredde. "Ma tu mi ami anche per questo."

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