s e v e n t e e n

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Tristan mi stringe la mano mentre mi fa strada nel bosco, aiutandomi a superare i tronchi e le zone troppo scivolose, anche se io non gli chiedo nulla.

Ci stiamo allontanando un po' troppo dal villaggio dei lupi e la cosa un po' mi preoccupa: forse Tristan vuole uccidermi?

Resto in silenzio, guardandomi intorno, ammirando lo splendore di questo bosco che mostra la sua bellezza invernale fra neve e ghiaccio.

E' bellissimo, proprio come Tristan.

"Arrivati." Dice, infine, e, non appena lui scosta alcuni rami pieni di neve, rimango senza parole.

"Wow." Esclamo, facendo qualche passo, senza fiato mentre osservo il piccolo angolo di magia che mi si para davanti.

Un laghetto di medie dimensioni, nascosto fra tutti questi alberi e rocce, è completamente ghiacciato mentre da una parete rocciosa una cascata di cristallo è bloccata nel tempo.

Scuoto il viso, ancora scioccata "E' bellissimo."

"E' il mio posto preferito." Mi informa, aiutandomi a superare il percorso insidioso, avvicinandomi al perimetro del lago, ancora affascinata mentre osservo la cascata di ghiaccio.

Non so nemmeno se sia scientificamente possibile.

Tristan si siede su una roccia, e io lo imito, ricordandomi improvvisamente del perché siamo qui.

"Che cosa dovevi dirmi?" Chiedo, ritrovando il nervosismo "I cinque minuti scorrono."

Tristan mi osserva con attenzione, quasi come se volesse leggermi dentro, e poi, con una lentenzza disarmante, mi accarezza il viso con la sua mano insolitamente calda nonostante il freddo.

"Mi dispiace per averti ferito." Dice, e sembra sincero "Non lo avrei mai voluto fare."

"Ma lo hai fatto." Ribatto, ferita.

"Lo so, Lucy." Dice, togliendo la sua mano dal mio viso, prendendo la mia "Ma ho le mie ragioni."

Sbuffo, scuotendo il viso "Ogni volta che sbagli riesci a dire solo questo."

"Perché è vero." Dice, subito, bloccandomi "Solo che non so come dirtelo."

"Provaci, almeno." Cerco di spronarlo, e lui subito sospira, voltandosi.

"Non riesco a starti vicino senza sbagliare." Dice, rendendomi subito perplessa.

Ovviamente lui ha sbagliato con me, non ci sono dubbi, ma il suo discorso sembra molto più profondo.

"Di che parli, Tristan?" Chiedo, quindi, confusa.

"Dico che ho ragione a dire che tutto questo è sbagliato." Dice, serio, tornando a guardarmi "Ti potrei solo fare del male."

"Tu non mi faresti mai del male." Ribatto, ma subito Tristan scuote la testa, togliendo la sua mano dalla mia, non riuscendo nemmeno a toccarmi.

"Lucy, come potrei non fartene? Il mio essere è diverso dal tuo: c'è della violenza in me, c'è l'istinto, la brama e il desiderio di carne. Non posso contenermi, Lucy, anche se sembra che io ci riesca, ma soprattutto non con te."

"Io non capisco." Dico, ancora confusa.

Guardo i suoi occhi, sono lucidi, e sembra quasi che si voglia a mettere a piangere.

"Lo hai visto anche tu ieri," ribatte, serio "ti avrei voluto mettere le mani addosso, Lucy, e sicuramente non lo avrei fatto con tenerezza, non con tutto quello che stavo provando, non per il modo in cui stavo perdendo la testa."

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