e p i l o g u e

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Sarà vostro diritto odiarmi dopo questo capitolo, ma spero non troppo.
La canzone da cui ho preso le parole è "Portami via" di Fabrizio Moro, che non c'entra nulla, ma è stata il mio sottofondo per il capitolo, quindi ho deciso di fare questa aggiunta.
Detto ciò, buona lettura :)

« Tu portami via
dalle ostilità dei giorni che verranno,
dai riflessi del passato perché torneranno.»

I miei anfibi affondando nella neve fresca mentre cerco di farmi strada fra gli arbusti e i vari tronchi, sperando di essere in tempo.

Ho lasciato Magnus con l'onere di convincere Robert ad intervenire in aiuto del fratello, e ho dei seri dubbi sul fatto che la sua missione arrivi al termine, proprio come la mia.

Sembra un disastro annunciato.

Arrivo ad aggrapparmi all'ennesimo albero, ma è qui che mi fermo, cercando di rimanere nascosta.

Quasi per una strana ironia, siamo vicini al lago in cui hanno tentato di affogarmi: è qui che verrà versato sangue innocente questa mattina.

Sbatto le palpebre, cercando di mettere a fuoco cosa sta accadendo nonostante la lontananza.

Ci sono decine, forse centinaia di cacciatori, quelli li vedo bene, ma l'unica cosa che guardo davvero sono le tre figure nere al centro di tutto.

Aaron, Tristan e mio padre.

E se le cose non sembrassero già abbastanza negative, la maglia di Tristan è sporca di sangue.

"Povero lupo," sibila Aaron, con un coltello lucente alla mano e un ghigno terribile sul volto "volevi portarmi via mia moglie? Lucy è mia."

"Lucy è di chiunque lei voglia." Ribatte il biondo, ancora fermo nonostante la ferita.

Aaron sorride, sbruffone, e, velocemente, un pugno colpisce la mandibola di Tristan, facendolo voltare.

Sgrano gli occhi, tenendomi una mano sulla bocca, obbligandomi così a non urlare.

No, non può essere vero.

Tristan sputa a terra, e poi torna a guardare davanti a sé, deciso.

Non vuole cedere, forse nemmeno può: sta cercando di essere forte.

E ho paura che lo stia facendo per me.

"Allora, lupo: vuoi fare il piccolo soldatino o ti arrendi direttamente?" Aaron ridacchia ma, notando il silenzio di Tristan, torna serio, pressoché furioso.

"Okay, adesso basta." Alza il coltello, e io sono già pronta a scattare, ma una mano si posa sul suo braccio, fermandolo.

"Aspetta."

Sbatto le palpebre, sorpresa.

Mio padre fa qualche passo verso Tristan, osservandolo con attenzione, quasi minuzia "Ti sei legato a lei."

Tristan mantiene la sua impassibilità, e non parla, cosa che al momento non gioca a suo favore.

"Hai profanato mia figlia." Sibila, iniziando a infuriarsi.

"Lei mi ama." Ribatte il biondo, semplice come suo solito "E io amo lei."

Questa è la goccia che fa traboccare il vaso.

Mio padre estrae la pistola dalla fondina, puntandola velocemente alla fronte di Tristan "Ora tu morirai, e poi conquisteremo tutto il tuo branco."

Tristan, di rimando, si tramuta nel lupo bianco dagli occhi di ghiaccio, e ringhia per la rabbia, pronto a difendersi fino all'ultimo.

Mio padre sorride, quasi divertito e prende con ancora più precisione la mira.

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