e l e v e n

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Sono chiusa in questa tenda da ore e penso che potrei davvero perdere la testa da un momento all'altro.

Non posso credere che siano arrivati davvero a questo, e che Tristan sia rimasto così impassibile, proprio come se non gli importasse nulla.

Ovviamente non pensavo che fra noi ci fosse chissà quale rapporto, ma almeno un minimo di rispetto e amicizia.

Ed invece niente, il vuoto più totale.

Sospiro, stanca, e mi passo le mani sul viso, non riuscendo a rimanere calma.

Vorrei mettermi ad urlare, vorrei scappare: qualsiasi cosa pur di liberare ciò che provo dentro al petto.

Eppure rimango ferma, completamente immobile, e resto tale anche quando sento la tenda scostarsi e Peter entra, venendomi subito incontro.

"Lucy." Mugugna, fra le lacrime, correndo ad abbracciarmi.

"Che succede?" Chiedo, preoccupata: non è normale che lui stia piangendo "Ti hanno fatto qualcosa?"

Lui scuote la testa contro il mio ventre, e questo mi rende perplessa, visto che non capisco.

"Peter," lo richiamo, prendendolo per le spalle, così da poterlo guardare negli occhi "che succede?"

Lui si passa una mano sul viso paffuto, cercando di controllarsi, non riuscendoci "Tristan."

Una sola parole, un semplice nome, e già penso al peggio: con Tristan non si può mai stare tranquilli.

"Cosa ha fatto?" Chiedo, iniziando ad innervosirmi.

"Papà gli ha chiesto che cosa ti è successo e perché eri nel lago." Dice, singhiozzando "Jai e gli altri hanno detto che ti hanno vista mentre cercavi di scappare e loro ti hanno fermato, solo che poi sei caduta e pensavano fossi morta."

Sicuramente speravano in questo, ma, ahimè, i loro piani sono andati distrutti.

"E Tristan che c'entra?"

Peter prende un grosso sospiro, e poi si lascia andare, liberando il dolore "Ha dato ragione a loro, e adesso Jai mi prende ancora più in giro dicendo che nemmeno mio fratello mi difende, che sono uno sgorbio."

Strabuzzo gli occhi, sconvolta.

Non posso credere che Tristan non abbia preso le difese, e quindi anche quelle di Peter: ci ha lasciato sprofondare come se nulla fosse.

E ora io sono quella che scappa, non quella che è stata aggredita, mentre Peter non è più la vittima ma uno sgorbio.

Tristan è una persona orribile.

"Dov'è ora?" Chiedo, decisamente arrabbiata.

"E' nei bagni, penso." Sussurra, ancora triste.

Mi alzo, infilandomi il mio giubbotto, e poi spingo gentilmente Peter sul letto, chinandomi davanti a lui, asciugando le sue lacrime "Io ora vado a risolvere la situazione, tu aspetta qui, okay?"

"Non litigherete tu e Tristan, vero?"

Mi mordo l'interno guancia, incerta fra verità e bugia "Chiariremo."

Peter annuisce, più tranquillo, e io mi rialzo, uscendo dalla tenda, diretta come una furia verso i bagni, dove entro senza pudore, rendendomi davvero conto di che sto facendo quando mi ritrovo davanti ad una porta chiusa da cui sento provenire lo scroscio dell'acqua della doccia.

So che Tristan è qui, riconosco i suoi dannati anfibi, e so che forse dovrei semplicemente aspettare, ma la rabbia che ho in corpo è davvero incontenibile.

Warm heartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora