Capitolo 27

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Finito di mangiare, ci alziamo e usciamo. Sento il suo sguardo insistente bruciarmi la pelle, ma decido di non guardarlo. Quando siamo vicino alla macchina lui mi tira per il braccio e mi blocca contro la macchina, tra lui e quest'ultima. Mette le mani ai lati della mia testa e mi guarda intensamente negli occhi. <<Come fai a resistere?>> Il suo tono basso e le sue parole sussurrate mi arrivano come una botta al cuore. Per un istante mi si ferma il cuore e insieme a lui anche il respiro. Non parlo, sono paralizzata sul posto e le parole mi si fermano in gola. I suoi occhi mi ipnotizzano. <<Resistere a cosa?>> Riesco finalmente a parlare, con fatica, ma ci riesco. Un sorriso si dipinge sulle sue labbra. <<Come fai a resistere a tutto questo? Come fai a non notare che il tuo cuore sta praticamente esplodendo? So cosa provi quando mi avvicino a te. Non puoi nascondere l'evidenza. Io lo vedo dai tuoi occhi che mi brami.>> Il suo sorriso diventa una sorrisetto arrogante e malizioso, cosa che a me da fastidio e tanto anche. <<Io non provo proprio nulla. Ora devo tornare a casa, quindi fammi passare.>> Sorride un'ultima volta ghignando e poi mi fa passare. Il mio tono era abbastanza arrabbiato, poichè il suo essere presuntuoso mi fa alterare alquanto.

"Vuole sempre fare quello che sa tutto, quando invece non sa un cazzo." Apro la portiera della macchina e poi mi siedo. Partiamo per andare a casa e Samuel appoggia di nuovo la mano sulla mia gamba. Questa volta non gli lascio via libera, infatti gliela tolgo. <<Non-toccarmi.>> Sacandisco bene le parole, facendogli recapitare bene il messaggio, ma a quanto pare non vuole arrendersi. Infatti rimette di nuovo la mano e stringe anche di poco. <<Samuel-...>> Sto per parlare, ma parla al posto mio. <<Oh quindi ora mi chiami Samuel? Sei per caso arrabbiata per poco fa?>> Di nuovo il suo ghigno da "so tutto io" ricompare e mi fa stizzire ancora di più. <<Si e si. Adesso togli questa mano, perchè mi stai dando fastidio.>> Sto per togliere la sua mano dalla mia gamba, ma lui si volta verso di me con sguardo ammonitorio. <<Non mi interessa.>> Risponde semplicemente. <<Beh a me si! Quindi togli questa cazzo di mano! Mi stai facendo arrabbiare! Non sono mica la tua ragazza che puoi toccarmi come ti pare e piace! Quindi non toccarmi!>> La mia strigliata non gli fa né caldo e né freddo, infatti la sua mano si muove fino all'interno coscia. <<Se continui, io continuo. Lo sai che se voglio fare una cosa la faccio.>> Ghigna presuntuoso. Mi accorgo che in effetti ha ragione. Se vuole una cosa, la prende e se vuole fare una cosa, la fa. <<Certo che con te è tutto impossibile.>> Sbuffo, cercando di non pensare alla sua mano che mi accarezza lentamente la gamba. <<No, piccoletta, assolutamente no. Non c'è niente da fare, questo è certo, ma con me è tutto possibile. Se vuoi toccare le nuvole te le faccio toccare, se vuoi le stelle, te le porto, se vuoi viaggiare e andare via per un anno o più lo facciamo, per me non c'è alcun problema. Posso fare tutto, ma di certo non c'è nulla che può frenare il mio cervello e le mie voglie.>> Faccio una risatina per l'ultima cosa appena detta da lui. <<Che cazzo sei? Incinto che ti vengono le voglie?>> Dopo la mia battuta si mette a ridere di gusto e leggermente sorrido anche io.

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Arriviamo a casa mia, quando mi viene un dubbio. <<Aspetta, ma...se i miei nonni dormono da me, Elia, Veronica e Camaron in Hotel, tu dove dormi? Dormi anche tu in Hotel?>> Chiedo dubbiosa. <<Io dormo da te.>> Risponde tranquillamente. <<Ah si? E dove? Il divano è occupato, il mio letto matrimoniale è occupato, il letto singolo nella camera degli ospiti è occupato da me, tu non hai un posto.>> Dico ovvia. Incrocio le braccia al petto, aspettando una sua risposta. <<Non ti sembra ovvio? Prima di tutto ho già fatto portare un letto matrimoniale nuovo ed è già stato messo nella camera e poi io dormo con te. Come sempre del resto no?>> Entra dentro al palazzo, senza neanche aspettare che io entri. Rimango per qualche secondo destabilizzata, ma poi mi riprendo. Quando entro nel palazzo becco Samuel che aspetta l'ascensore, ma nel frattempo guarda la porta secondaria del palazzo mentre fa un piccolo sorriso. <<Te lo ricordi?>> Chiedo e lui annuisce. <<Ti avevo minacciato di renderti la vita impossibile finché non mi avresti uccisa ed infatti così è. Ti sto rendendo la vita impossibile Samuel? Ti sto facendo salire il desiderio di uccidermi?>> Si volta verso di me e poi mi si avvicina. <<A rendermi la vita impossibile ci sei riuscita. Del resto...mi hai fatto cambiare regione giorno dopo giorno, ma il desiderio di ucciderti non mi è mai saltato in mente.>> Rimango sorpresa dalle sue parole, infatti se ne accorge. L'ascensore arriva al piano terra, dandoci la possibilità di entrare e salire al mio piano. Arriviamo davanti alla porta, che apro con le chiavi che ho in borsa. Entriamo in casa e mi ritrovo tutti in salotto, contando anche una persona in particolare. <<Oh mio Dio!>> Guardo l'uomo anziano che mi sorride felice nel rivedermi, infatti sta per avvicinarsi a me, ma io sono più veloce a mollare la borsa in mano a Samuel e correre verso di lui. <<Ciao, Ella>> Mi stringe a sua volta. <<Ora me lo dice come si chiama?>> Chiedo velocemente e lui annuisce. <<Io mi chiamo Salvador Torres.>> Mi volto con quasi le lacrime agli occhi e con il sorriso più luminoso che esista al mondo verso Samuel. Senza pensarci vado da lui e lo abbraccio. <<Grazie di averlo portato qui.>> Lo stringo più forte a me e lui ricambia. <<Noi non meritiamo un abbraccio?>> Mi giro e vedo mio fratello e i miei amici. Vado da loro e li stringo forte a me. <<Ci sei mancata tantissimo.>> Dice Elia, dandomi un dolce bacio sulla guancia. Mi stacco da loro e guardo i miei nonni che mi fissano con intesa. <<Allora...quindi sei felice che...insomma...>> Incomincia nonno Luciano, ma io lo guardo subito male. <<Nonno.>> Lo fisso dritto negli occhi, ma a lui sembra non importare. <<Dai Ella, lo sappiamo tutti che...>> Dice questa volta non Madison, ma non finisce la frase. Mi giro verso il diritto interessato che ci guarda divertito con ancora la mia borsa in mano. Alzo gli occhi al cielo e poi guardo di nuovo i miei nonni. <<Hem...potete smetterla di fare gli idioti? Nonni? Siete grandi e vaccinati, ma a volte mi sembra parlare con dei bambini.>> Incrocio le braccia al petto guardandoli scocciata. <<Bambina mia, è inutile che fingi.>> Dice con superiorità nonno Jo. Alzo le mani in segno di resa. <<Lascio stare, con voi non c'è nulla da fare. Siete praticamente come lui.>> Indico Samuel che magicamente si è ritrovato dietro di me. <<È l'essere più insistente che abbia mai conosciuto. È anche peggio di voi senza offesa Salvador, ma avete un nipote INSOPPORTABILE.>> Mi giro verso Salvador che, come il nipote, mi guarda divertito. Mi ricordo solo dopo che Samuel ha detto che c'è un nuovo letto e così mi dirigo verso la camera degli ospiti. Appena apro la porta della camera, davanti a me si presenta un letto matrimoniale mozzafiato. È un letto a baldacchino rosso, mentre le lenzuola sono completamente nere. Rimango a bocca aperta e non riesco a dire una singola parola. Entra dopo poco anche Samuel. <<Devo innaugurare il letto.>> Dico a bassa voce. <<Insieme?>> Mi chiede lui ed io annuisco. <<1...2...3!>> Al mio tre ci buttiamo a capofitto sul letto, creando un rumore incredibile, che per un secondo ho creduto che si fosse rotto il letto. Incominciamo a ridere come matti, con ancora la testa nel cuscino. Alzo la testa e lo becco a fissarmi mentre continua a ridere. Mi alzo mentre rido ancora, quando ad un certo punto entra mia nonna Madison. <<Ragazzi, tutto bene?>> Chiede allarmata, ma appena ci sente ridere si calma. <<Mi avete fatta prendere un colpo! Oh...scusate.>> Dopo questa affermazione decide di uscire e chiudere la porta, ma prima mi fa un sorrisetto di intesa, che io non approvo. <<Dio ma perché fanno così? Proprio non capisco.>> Sbuffo, sendendomi per bene sul letto, fissando il muro con noia. <<Non hai caldo?>> Si avvicina anche lui strisciando sul letto a pancia in giù.

"A quanto pare anche lui è scocciato, visto che sta strisciando come un corpo in fin di vita tra un po'!" Quasi rido per la scena e lui se ne accorge. <<Si, ho caldo, ma mi scoccia andare a posare il giacchetto di là.>> Mi lascio andare e mi distendo stanca sul letto. Samuel però mi fa rialzare la schiena e mi sfila il giacchetto, per poi uscire dalla camera. Sorrido e mi accascio ancora una volta. Chiudo gli occhi per un secondo, che basta per farmi crollare nel sonno.

Siamo finalmente giunti al momento delle foto dei 2 protagonisti.

Prima la protagonista:

Dibe Buchra in Ella Sanchez

Dibe Buchra in Ella Sanchez

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Ora il protagonista:


Johnny Edlin in Samuel Torres

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