Capitolo 46

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Finita la colazione, un po' titubante, mi dirigo al piano di sopra. La mia mano scivola lentamente sulla ringhiera della scala, i miei passi sono lenti e decisi, solo i miei pensieri vanno troppo veloci.

"È da un po' che non lo...insomma...facciamo. un po' per colpa di Elis, il lavoro, la stanchezza, i suoi viaggi, le lunghe telefonate che deve fare. A casa non c'è quasi mai. Mi manca, non solo come presenza, ma anche nel rapporto. Mi manca il calore che solo lui riesce a darmi quando siamo soli, l'odore che mi fa andare fuori di testa, il suo tocco che mi fa impazzire e tremare, la pelle d'oca ad ogni sguardo." Arrivo davanti la porta della nostra camera da letto. Non sono pienamente sicura di volerla aprire, ma il suo tono di voce prima, così seducente, mi fa andare in tilt.

"Oh andiamo Ella! È il tuo fottuto ragazzo, vai lì e bombatelo tutto!" Annuisco con il sorriso stampato sulle labbra, aprendo di scatto la porta. Appena metto piede in camera trovo Samuel steso sul letto con solo un paio di jeans mentre guarda il cellulare. Quando la porta si chiude contemporaneamente si gira anche lui nella mia direzione. Appena mi inquadra si alza dal letto e si avvicina a me a lunghe falcate. Mi prende per le guancia e mi da uno di quei baci che non ricevevo da tempo. Senza pensarci due volte ricambio. Un bacio voluto, desiderato e tanto amato da entrambi. Ci baciamo con foga, come se non lo facessimo da tanto tempo. <<Che ne dici di una doccia?>> Mi sussurra sulle labbra in modo affannato. Non avendo più la possibilità di parlare, annuisco solamente. Di punto in bianco non sento più il pavimento sotto ai piedi così mi aggrappo subito al suo bacino. Nonostante stia camminando, non smette di baciarmi il collo e la cosa mi fa veramente uscire fuori di testa. Brividi percorrono il mio corpo al contatto con l'acqua fredda, ma subito mi ci abituo. Mi rimette a terra, ma non perde tempo: mi sfila subito la maglia e mi toglie i pantaloni e stessa cosa faccio io. Cominciamo di nuovo a baciarci e a marchiare qua e là la pelle l'uno dell'altro. <<Amore...non sai quanto io...abbia desiderato questo momento.>> Mi dice affannato, ma con il sorrido stampato in faccia. <<Non sai io.>> Subito mi fiondo di nuovo sulle sue labbra. L'acqua continua a scivolare sui nostri corpi seminudi, coperti ormai solo dall'intimo. Continuo a pensare a quanto io lo voglia e a quanto io voglia più di semplici tocchi, baci e succhiotti. Introduco le mani ai lati delle sue mutande, facendole scivolare lentamente giù. <<La cosa si fa seria ed eccitante.>> Scherza lui, ricevendo da me una risatina. Le sue mani si posano sul gancio del reggiseno e lo slaccia con facilità, ormai esperto. Il reggiseno scivola via da me, così come le mie mutante. <<Qual è stato il posto più strano in cui l'hai fatto?>> Mi chiede. <<Non sto di certo a te a dirlo.>> Faccio una risatina, non tanto accettata da lui, infatti mi zittisce subito con un bacio. <<Bellissimo, le precauzioni.>> Lo fermo, quando sta andando troppo avanti. <<Giusto. Anzi, perché non facciamo un figlio?>> Mi dice ridendo, ma io lo schiaffeggio sul petto, cercando di placare le sue risate. <<Vado, vado.>> Torna poco dopo con la bustina argentata. Si sistema e poi succede quello che deve succedere. Così, tra ansimi e gemiti, arriviamo al punto di di raggiungere l'apice e liberarci entrambi. Velocemente ne approfittiamo per fare una doccia insieme e cambiarci per quando dobbiamo partire. Scendiamo di nuovo di sotto, dove ormai non c'è più nessuno, tranne che in salotto, dove c'è Rosaly e Veronica con Elis. Il mio sorriso continua ad essere vivo sulle mie labbra, ripensando a quanto sia fortunata ad avere Samuel al mio fianco. <<Cazzo...>> Lo sento sussurrare, mentre guarda un messaggio sul cellulare. <<Che succede?>> Si gira verso di me, ma non mi guarda, si guarda solo in torno come se volesse cercare la soluzione ad un possibile problema. <<Amore.>> Lo fermo. <<Che succede?>> Gli richiedo. <<Jason.>> Senza dire altro mi passa il cellulare con la chat di Jason aperta.

Jason:
Decidi cosa devi fare, domani c'è il funerale e mamma e papà ti vorrebbero qui a dargli l'ultimo saluto. Deciditi.

Alzo lo sguardo su di lui. <<Lo sai cosa penso su questo, ma non sono io a decidere.>> Gli dico semplicemente. <<Solo se ci sei tu con me.>> Mi risponde sicuro, cercando di mascherare il suo dolore. <<Ovvio amore.>> Mi alzo sulle punta e gli poso un bacio sulla guancia. In cambio ricevo un fortissimo abbraccio. <<Quindi oggi non partiamo.>> Dico e lui annuisce. <<Okay, allora faccio una telefonata veloce ad un'amica in Calabria e le chiedo di aggiungere un avviso dicendo che non ci sarò per due giorni, tanto tra le pazienti non c'è nessuna che potrebbe partorire tra domani e dopodomani e poi non ho visite.>> Annuisce solamente. <<Samu, me lo fai un sorriso? Lo so che è una domanda del cazzo ma, almeno fammi un cenno che sei vivo.>> Un piccolo cenno di un sorriso compare sul suo volto, facendomi stare un po' più tranquilla anche se consenziente del fatto che sia per niente vero. <<Ragazzi!>> Ci richiama Elia. <<'Sta sera...gioco della bottiglia!>> Ci annuncia con un sorriso che illumina una stanza. <<Non accetto un no.>> Detto ciò se ne va. <<Almeno 'sta sera ti distrai.>> Cerco di trovare in qualche modo il lato positivo della giornata, ma con pochissimi risultati. Annuisce debolmente, dirigendosi, poi, velocemente verso il suo ufficio.

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