Capitolo 6

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Mi porta verso, quella che si suppone, la porta d'ingresso. Apre la porta e davanti a me si presenta...Cameron. <<Oh mio Dio non ci credo! Sono super contenta! Camerinoooo!>> Corro verso di lui, saltandogli addosso. Inizio a baciargli le guancia in continuazione, avendo costantemente addosso lo sguardo di Samuel. <<Okay okay, staccati ora.>> Samuel mi tira via, ma ad aspettarmi c'era un'altra sorpresa. <<Vero!>> Vado in contro alla mia amica Varonica, che ricambia subito il mio abbraccio sorridendo. <<Ella...vieni qui.>> Samuel mi richiama, ma io non gli do retta, penso a parlare con la mia migliore amica. Alla fine ci pensa lei a portarmi da lui. Samuel mi tira a se in modo possessivo. Lo guardo in malo modo, infliggendogli un occhiataccia che farei paura anche a me stessa. Lui di rimando, mi tiene più a se, per poi far entrare Cameron e Veronica. <<Samuel...posso parlarti in privato, per favore?>> Fa come dico, alzando prima gli occhi al cielo. Ci mettiamo in un angolo del salotto, uno di fronte all'altro. <<Ma per caso, dico proprio così, per dire. Veronica e Cameron, non possono stare insieme perché lavorano per te e potrebbe essere pericoloso?>> Samuel mi guarda un po' stranito, ma poi si ricompone. <<primo: non sapevo che si amassero. Secondo: si, potrebbe essere pericoloso. Se le altre organizzazioni sanno che tra i colleghi c'è una relazione, punterebbero ad uno dei due, ferendo l'altro e avendo la possibilità di attaccare anche lui.>> Spiega velocemente. <<Capito. Ma non si può dare uno strappo alla regola?>> Chiedo speranzosa, ma a quanto pare non serve a nulla fare gli occhi dolci ad un mafioso. <<Non se ne parla.>> Usa il suo solito tono da duro, quello che mi fa sempre innervosire. Fa per andarsene, dirigendosi verso la sala da pranzo, insieme a Veronica e a Cameron. <<SAMUEL!>> Lo rincorro fino alla sala da pranzo, riuscendo a fermarlo. <<Perché allora quegli altri uomini hanno delle ragazze?!>> Il mio sguardo arrabbiato fa arrabbiare anche lui. <<Perché loro non fanno parte dell'organizzazione, ma sono ragazze che loro hanno scelto da soli!>> Si arrabbia così tanto per i miei toni che la sua pazienza arriva al culmine. <<Aaah! TI ODIO! STRONZO!>> Corro verso la camera in cui ero prima, aprendo la porta e chiudendola a chiave. Dopo poco sento delle botte contro la porta. <<Che cazzo vuoi!?>> Rispondo in modo arrabbiato, a chiunque esso si trovi dall'altra parte della porta. <<Apri questa cazzo di porta! Dobbiamo parlare!>> La voce di Samuel mi fa arrabbiare ancora di più. Da belva divento una belva assetata di sangue. <<Col cazzo che apro! Mi hai rotto i coglioni! Tu e la tua presenza mi urtate! Meglio che te ne vai, altrimenti ti strappo la carne con le unghia!>> Batto un pugno contro la porta, facendogli ricevere le mie parole come una minaccia. <<Vediamo se ce la fai allora! Apri questa cazzo di porta!>> Decido di aprire la porta che viene subito spalancata da Samuel, che richiude di nuovo a chiave. Mi prende come un sacco di patate e poi mi butta sul letto. <<La devi smettere di chiamarmi stronzo, hai capito?!>> Mi punta un dito contro, allontanandosi da me. <<Samuel! Non farle niente!>> Sento la voce di mio fratello fuori dalla porta, che cerca di aprirla. <<Samuel! Sta calmo! È testa dura! Te lo dico io, che sono stato vicino a lei per molto tempo! Non le far niente!>> Questa volta era Cameron che cercava di farlo ragionare. <<Andate via!>> Grida lui, ma gli altri non gli danno retta. Mi alzo dal letto, avvicinandomi alla porta. <<Ragazzi...andate. Ci penso io. Per favore, fate come dico.>> Sento i loro passi in lontananza. Mi volto verso Samuel che dalla sua faccia sembra che gli esca il fumo dalle orecchie. <<Senti...>> Inizio a parlare. <<Non voglio problemi. Io lo faccio a posta a farti arrabbiare.>> In qualche modo lo vedo ancora più arrabbiato. <<PERCHÉ CAZZO LO FAI!?>> Mi chiede avvicinandosi a me. Io rispondo in un tono diverso. Dal tono calmo che avevo, ad uno tosto ed arrabbiato. <<PERCHÉ SEI IL MIO BIGLIETTO PER L'ALDILÀ!>> Mi libero dal mio pensiero macabro. Sospiro leggermente affannata. Inizio a pensare di nuovo a quel giorno. Quel maledetto giorno. Quel giorno che per me fu davvero tragico. Il giorno che ha segnato la mia vita.

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