Capitolo 69

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La notte passata insieme è stata una delle migliori e talmente che sono stanca sto ancora dormendo, ma qualcosa, un qualcosa di bellissimo, inumidisce con tocchi morbidi il mio collo. Mi muovo e mi giro di lato, cercando di dormire ancora. <<Amore...>> Sento la voce di un angelo sussurrarmi all'orecchio, facendomi sorridere come una bambina. <<Forza, svegliati...>> Ricomincia ancora a parlare, ma poi quei magici tocchi di prima si trasferiscono sulla mia faccia, passando dalla fronte alle guancia. Lentamente apro un occhio, ritrovandomi non un angelo ma il ragazzo più bello del mondo. <<Buongiorno piccoletta, alzati, preparati e metti il costume.>> Mi da un bacio sulla fronte per poi allontanarsi. <<Non mi copiare. Solo io posso dirti cosa fare di prima mattina.>> Mi lamento, mettendo la testa sotto al cuscino. <<Aspetta...>> Dico, alzando la testa guardandolo. <<In che senso "costume"?>> Gli chiedo confusa. <<Alzati, preparati e lo scoprirai.>> Mi fa l'occhiolino, facendo uno dei suoi soliti ghigni che ti rapiscono e che ti portano nei migliori dei sogni. <<Ma da quanto sei sveglio che ti sei già vestito?>> Gli chiedo con la voce impastata dal sonno e con uno sbadiglio nel mezzo. Samuel si è già vestito con un costume nero, una maglia altrettanto nera a mezze maniche e le vans bianche a scacchi basse. <<Sono sveglio dalle sette del mattino e ti ho lasciata dormire fino alle nove. Vai a lavarti e muoviti. Ho già chiesto a Rosaly di tenere Elis, anche se già le avevi dato il permesso.>> Si allontana di nuovo, andando in bagno. <<Se fai presto ti porto al MC!>> Mi dice, ma io nego con la testa, nonostante so che non mi può vedere. Mi alzo dal letto, portando con me il lenzuolo. Vado in bagno, con l'aspetto di uno zombie. <<Non posso andare al MC amore, sono incinta e quando si è incinta si deve evitare il cibo spazzatura.>> Sbuffo, andando verso la doccia. <<Ma come? E se ti viene la voglia di McBacon?>> Mi chiede. <<Lo mangio, ma solo in quel caso.>> Alzo gli occhi al cielo. Mi infilo sotto la doccia, con Samuel che ha appena finito di lavarsi i denti e che ora mi fissa. <<A me invece sta venendo una grande voglia di rifare la doccia, che strano.>> Dice come se non fosse niente. Scoppio a ridere, facendo ridere anche lui. <<Allora vieni, chi te lo vieta?>> Lo provoco, ma lui nega con la testa. <<No, ci dobbiamo muovere, abbiamo tutto il tempo per fare il bagno insieme, forza, fai presto.>> Mi dice, prima di uscire. Faccio velocemente la doccia, esco e mi asciugo velocemente. Con ancora l'asciugamano che copre il mio corpo mi avvicino alla mia borsa, che ancora non ho svuotato, e prendo un costume a caso. Lo metto direttamente sul momento, con Samuel che ancora mi fissa, ma questa volta accigliato appena finisco di mettere il costume. Ho messo un costume di Thomas Hilfiger a due pezzi.

Mi giro e lo guardo negli occhi. <<Che c'è che non va?>> Gli chiedo, aprendo le braccia. <<Che sei troppo scoperta.>> Mi dice ovvio. <<Oh andiamo! È un cazzo di costume è ovvio che sono scoperta, mica posso stare con la giacca! E poi spiegami, sei un mafioso, ti possono riconoscere, mi potresti mai portare in un posto dove ci sono molte persone? No. Quindi stai zitto e appaciati.>> Gli dico stizzita, mentre mi metto un copricostume che sembra un vestito a pantaloncino.

Samuel mi guarda con sguardo duro, quasi a trucidarmi. Si alza e mi viene in contro, come se mi volesse azzannare. <<La devi smettere di alzare sempre i toni con me, non sono il tuo cane che devo sempre stare ai tuoi ordini e devo seguire ogni tua regola. La devi smettere di fare la saputella del cazzo. Se ti dico che sei troppo scoperta non perché hai le gambe di fuori, ma perchè hai il culo di fuori e anche se non ci sarà nessuno mi da fastidio solo l'idea che da lontano ti possano sfiorare solo con lo sguardo. Finisci di prepararti che tra un quarto dora dobbiamo essere in macchina.>> Il suo sguardo così vicino a me con quegli occhi tempestosi che sembra mi volessero rimproverare in qualche modo mi fanno venire i brividi in tutto il corpo. Samuel si allontana da me ed esce fuori dalla stanza. Incomincio a pensare se tutto ciò sia veramente successo. Aggrottò la fronte pensando ad ogni sua minima parola e capisco che molte volte gli ho fatto fare scelte perchè io volevo facesse.

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