Capitolo 71

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Arriviamo a Napoli e Samuel ordina di portare tutte le borse nella casa che ha sui quartieri spagnoli. <<Samu, ma siamo sporchi di sabbia e salsedine, i costumi non asciuttissimi poi. Amore, non voglio lamentarmi, però è per stare comodi.>> Dico, guardandolo negli occhi con il labbro all'infuori. <<Ho un'idea.>> Mi prende per mano e mi trascina in un negozio di intimi. <<Che ci facciamo qui?>> Gli chiedo. <<Compriamo quello che ci serve.>> Mi fa l'occhiolino, per poi dirigersi verso gli intimi da uomo. Prende una scatola con dentro tre paia di mutante, controlla la taglia e la prende. Mi trascina poi nel lato femminile. Mi avvicino alle grucce con appesi gli intimi. Ne prendo uno completamente bianco semplice, controllo la taglia e lo prendo. <<Veloce e indolore, visto?>> Mi sorride e io annuisco sorridendo. Paga tutto e poi usciamo. Ci imbuchiamo poi in un negozio di vestiti e qui arriva il divertimento. Incominciamo prima da Samuel che scava un po' tra le maglie e i pantaloni. Prende un pantalone a mezze cosce di jeans con gli strappi e una maglia bianca.

Faccio segno con il pollice all'insù, approvando la sua scelta. Ci trasferiamo poi nel reparto femminile, il che rende tutto più difficile. Frugo un po' da tutte le parti, trovandomi per caso nel reparto vestitini. Dei vestitini molto provocanti e poco coperti direi, infatti ne prendo uno e lo mostro a Samuel. <<Che dici? Ti piace?>> Alzo ripetutamente le sopracciglia in un segno provocatorio fatto male. Samuel ride, ma poi guarda per bene il vestito. <<Non ci pensare neanche, non te lo farei mai mettere.>> Strabuzza gli occhi nel guardarlo, immaginando solo lui sa cosa. <<Ma solo quando siamo io e te da soli.>> Sussurro al suo orecchio. <<Oh beh, se la metti così...>> Sorride malizioso mentre io scoppiò a ridere. Il vestito consiste in un materiale molto leggero argentato e fa in modo che quando la luce è sopra di esso "brilla" per il suo riflesso. Non è molto coprente: finisce molto prima del ginocchio, sopra la coscia, una parte della gamba è scoperta con dei, si possono chiamare, fili con delle perline trasparenti che anch'esse riflettono la luce e ha una scollatura vertiginosa, che finisce poco sotto il seno

Lo guardo per bene. <<No, hai ragione, questo non lo metterei nemmeno per stare da sola con te, giuro.>> Constato, facendo ridere il ragazzo di fianco a me. Mi avvicino ad una pila di maglie e ne guardo alcune. Ne prendo una a caso che mi risalta all'occhio. La apro e vedo che è una maglia che lascia la pancia scoperta, grigia a mezze maniche con quest'ultime nere e una scritta nera in mezzo. La prendo e mi dirigo vicino ai pantaloncini. Ne prendo uno di jeans blu a vita alta e con i risvoltini alla fine delle gambe.

Paghiamo ed entriamo nuovamente in un altro negozio, questa volta di scarpe. Samuel guarda in po' in giro, quando adocchia un paio di scarpe delle Vans basse con una stampa fatta a fuoco ma che inizia con il viola e finisce con l'azzurro.

Le prende e le mostra al commesso. <<Scusate, avete il numero 42 per queste?>> Chiede al commesso, che potrà avere non più di 54 anni. <<Certo.>> Sorride e si incammina verso il magazzino nel retro. <<Aspettate.>> Dico. <<Potete vedere se avete anche il numero 38 per quelle?>> Gli chiedo e lui annuisce. <<Copiona>> Mi sussurra Samuel all'orecchio. <<Non è vero! Piacevano anche a me e quindi le voglio.>> Gli sorrido, dandogli uno schiaffetto sul braccio. Il commesso arriva dopo cinque minuti e ci mostra le scarpe. <<Allora, per il signore ci sono, per la signorina no, però ho trovato quelle con solo il colore viola, spero le piacciano lo stesso.>> Ci da gli scatoli delle scarpe e noi ci sediamo su uno di quei divanetti tipici dei negozi di scarpe, e le proviamo. Apro il mio scatolo e vedo che sono davvero belle, forse anche meglio delle scarpe di Samuel.

Proviamo entrambi le scarpe e poi le paghiamo. <<Pronta ad andare a casa? Perché sarà una lunga salita.>> Mi dice. <<Però se ti stanchi troppo per il bambino posso prenderti sulle spalle.>> Si sbriga a chiarire. <<Non ti preoccupare, andiamo.>> Cominciamo a salire sulle ripide salite dei quartieri. Mi guardo in torno e vedo tante persone che vivono nei bassi, che sono case messe al pieno terra, che appena apri la porta di casa ti ritrovi in strada; persone che camminano avanti e indietro; motorini che bussano il clacson e ci invitano a spostarci.; signore anziane sui balconi che parlano con altre signore che sono in strada. È tutto così caotico, ma è davvero molto bello. Mano mano che saliamo l'affanno prende possesso di me, mentre sembra che Samuel stia benissimo.

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