Capitolo 52

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Arriva il giorno dopo. Mi alzo dal letto tutta stonata, non riesco a capire niente. Mi sono coricata davvero tardi, per cercare di perfezionare il mio piano disegnato su non so quanti fogli. Guardo sul letto e, come al solito, Samuel non c'è. Metto le ciabatte e scendo le scale velocemente, dirigendomi verso la sala pranzo. Trovo poche persone: le solite ragazze degli uomini di Samuel che parlano in gruppi, alcuni uomini che finiscono di fare colazione, Rosaly che parla con Jason e poi, in lontanaza, vedo arrivare Nathan velocemente nella mia direzione, non dandomi il tempo di sedermi vicino al tavolo. <<Ella, ieri sera non sono riuscito a mandarti il numero, ma l'ho fatto prima. Come hai detto tu, ho chiamato il suo numero e ho scoperto qualcosa di davvero grandioso!>> Mi sorride euforico. <<Andiamo, cosa aspetti! PARLA!>> Sorrido a mia volta, non vedendo l'ora di mettere le mani addosso a quell'uomo. <<Beh...diciamo che ha una famiglia, ma non una famiglia qualsiasi, una famiglia composta da: sua moglie, sua figlia di quattordici anni, la sua amante e un'altra figlia di dieci anni. Colpendo entrambe le famiglie, colpiremo lui, sua moglie e la sua amante, che a quanto pare non sa che lui ha una moglie e un'altra figlia più grande. Automaticamente, colpendo nel profondo tutti, colpiremo l'alimentatore dell'organizzazione. Niente capo, niente ordini, niente ordini, caos, caos uguale deboli, deboli uguale gli facciamo il culo.>> I miei occhi si aprono come due fari, il mio sorriso si spalanca e sulla mia testa compare una lampadina che si accende. <<Dammi solo il tempo di mettere qualcosa in bocca e poi andiamo nella sala delle riunioni. Ah, Nathan, c'è quella specie di proiettore dove appoggi il foglio sul proiettore e manda l'immagine sul muro?>> Annuisce solamente. <<Va bene, dammi almeno un quarto d'ora. Fatti trovare lì con TUTTI, anche Samuel, voglio TUTTI.>>

20 minuti dopo...

Entro nella sala riunioni ritrovandomi tutti, persino le ragazze degli uomini di Samuel. Guardo chi c'è a capotavola, vicino al proiettore, e chi poteva esserci se non Samuel? Lo guardo negli occhi per fargli capire di spostarsi, ma recepisce l'ordine. <<Tu.>> Lo indico con il capo. <<Io?>> Si indica, alzando le sopracciglia con un sorrisetto. <<Alzati.>> Senza indugiare si sposta, alzando le braccia in segno di resa, cedendomi il suo posto. Con i miei fogli in mano, mi dirigo al mio posto. Mi siedo e guardo tutti nelle pupille, fino a trapelargli le iridi. <<Vi ho riuniti qui, perchè finalmente attaccheremo l'organizzazione che ci ha minacciato, cercando di uccidere me e Elis, mossa MOLTO sbagliata. Iniziamo col piano!>> Mi alzo dal mio posto, sotto gli occhi di Samuel. <<Nei cinque minuti che vi ho fatto aspettare, ho avuto la possibilità di modificare leggermente il piano, con le informazioni datemi da Nathan.>> Posiziono il primo foglio sul led, che viene proiettato automaticamente sul muro. Compare una specie di disegno che spiega principalmente cosa faremo e poi sotto la spiegazione. <<Allora, cominciamo dal fatto che, dobbiamo avere informazioni su tutti i spostamenti del capo, gli appuntamenti che ha, se viene invitato a delle feste tra mafiosi, cose che conoscete, e dobbiamo sapere ANCHE se va in bagno o qualsiasi altro suo movimento. Dobbiamo sapere ogni sua abitudine e hobby. Dobbiamo essere, diciamo, come i suoi genitori, lo dobbiamo analizzare per filo e per segno. Passiamo ai suoi uomini.>> Cambio foglio. <<Loro sono il nostro biglietto da visita. Le vie sono due: o li corrompiamo e poi li sbattiamo in galera, oppure la versione più...mafiosa, come piace a voi. Entriamo quando il capo non c'è e avviamo un'imboscata, uccidendoli uno ad uno.>> Cambio di nuovo foglio. <<Con noi ci saranno loro: le sue due famiglie. Ci metteremo d'accordo con loro, pianificando una vendetta contro di lui. Sapete no? Le donne possono essere molto cattive. Spiegheremo alle due mogli cos'ha fatto il mafioso così da metterle contro di lui. La vendetta è: prendiamo delle bustine di sangue finto e le attacchiamo sui loro corpi, così, quando spareremo contro di loro con i proiettili a salve, si metterà in scena un finto omicidio, che distruggerà nel profondo del cuore il nostro mafioso. MA se non sarà abbastanza, prenderemo la figlia quattordicenne, e faremo lo stesso come fatto in precedenza con le due donne, così da distruggerlo per bene.>> Cambio nuovamente foglio. <<Il Capo...verrà distrutto, l'organizzazione ELIMINATA e le organizzazioni alleate con loro, avvertite di non fare un passo falso, altrimenti a loro succederà di peggio.>> Prendo i fogli e li poso sul tavolo. <<Allora,cosa ne dite?>> Il mio sorriso da ragazza pazza viene ricambiato da tutti, anche le ragazze. <<Ah, dimenticavo, ragazze, servirete anche voi. Ci farete da spie esterne. Ci avvertirete quando possiamo entrare e, come nei film, avrete una base dentro ad un furgoncino così da monitorare tutto. Nathan hackererà le telecamere, così che la centrale di controllo veda solo guardie che proteggono la loro base, con riprese vecchie, e invece voi vedrete quello che succede in ogni preciso istante, così da avvisarci quando succede qualcosa.>> Tutti battono le mani in segno di ammirazione nei miei confronti. <<Ella, cosa intendi per "Ci avvertirete quando possiamo entrare"? Lo sai che tu rimarrai con le ragazze, vero?>> Samuel incrocia le braccia, guardandomi dritto negli occhi con fare ovvio. <<No, io verrò con voi.>> Il mio sguardo di sfida si proietta nei suoi, altrettanto intimidatori. <<No, non verrai.>> Controbatte lui. <<Perchè? Per togliermi il divertimento?! Io voglio farlo fuori! Io voglio uccidere quel figlio di puttana! Ha cercato di uccidere mia sorella e io questo non glielo lascio passare!>> Mi avvicino di più a lui con l'ira che è ormai al limite. <<Non sto dicendo che gli faremo scapare la morte, sto solo dicendo che tu non verrai. Non voglio rischiare che qualcuno ti ferisca, non ora che sanno che esisti.>> Nonostante il mio tono tagliente, il suo è calmissimo, sapendo già che se avesse gridato io avrei gridato ancora di più. Si avvicina al mio orecchio e mi sussurra le parole che tanto aspettavo sentirgli dire dopo che ha cercato di lasciarmi. <<Non ora che sanno che sarai la mia futura moglie.>> Nessuno riesce a sentire ciò che mi dice, infatti le ragazze sbuffando per la frustrazione. Tutti ci guardano, contando anche Veronica, Elia, Cameron e Nathan. Rossa dall'imbarazzo prendo Samuel per il braccio e lo tiro fuori dalla sala riunioni, dirigendomi velocemente in camera nostra. Chiudo bene la porta a chiave e poi mi giro nuovamente verso quell'uomo che se non fosse che è l'uomo della mia vita, ora sarebbe già morto. <<Farai come dico io, senza obiezioni: piano mio, regole mie.>> Gli punto il dito sul petto, suscitandogli una leggera risatina. Mi prende la mano e me la bacia. <<Amore, potrai essere arrabbiata con me quanto vorrai, ma io sono il capo, il leader di questa organizzazione, quindi: uomini miei, regole mie. Nono, non corrugare la fronte come fai ogni volta che ti arrabbi, perchè ora mi devi stare a sentire.>> Sospira e chiude gli occhi. <<Io lo so che tu vuoi avere la tua vendetta e vuoi ucciderlo anche adesso, ma ora ti devi calmare e devi fare come ti dico, fallo per me.>> Mi guarda negli occhi speranzoso, con quel sorriso che riuscirebbe a far dire di sì anche a mio nonno Jo. <<Va bene, parla.>> Sospiro scuotendo la testa. Il suo sorriso si spalanca ancora di più ,tenendo ancora la mia mano tra le sue appoggiate sul suo petto. <<E brava la mia piccoletta! Prima di tutto, tu rimarrai con le ragazze nel furgone. Mi vuoi proteggere? Allora guarda dalle telecamere se arriverà qualcuno. Il tuo piano è perfetto, ma starai SOLO fuori. Fai fare a noi uomini.>> Mi sorride, avvicinandosi di più a me. <<Ma Elia e Cameron saranno in pericolo anche loro. Io ho paura che vi facciano del male. Poi...mio fratello è fidanzato da tre anni con Sammy, Cameron si dovrà sposare, tu sarai il mio futuro marito. Mi spieghi come posso stare solo fuori?>> Mi stacco da lui, sedendomi sul letto. <<Amore, ti devi fidare di me.>> Lo guardo, lui mi guarda. <<Io mi fido di te, ma la mia fiducia nei tuoi confronti non mi dà la garanzia che qualcuno non possa sparare a nessuno di voi. Io ti giuro che, se siete in pericolo estremo, io scendo da quel cazzo di furgone e vi vengo a salvare con un mitra E...Non obiettare.>> Lo zittisco all'istante, poggiando l'indice sulle sue labbra. Senza preavviso si mette sopra di me, guardandomi con sfida. <<Hai osato zittirmi? TU, hai osato zittire SAMUEL TORRES? Ah no, signora Torres, non ci siamo proprio. Hai proprio bisogno di una punizione.>> Si avvicina per baciarmi, ma lo fermo. <<Come mi hai chiamata, scusa? Io ancora non sono la signora Torres, sono ancora la signora Sanchez.>> Dico altezzosa, ma con un sorriso stampato in faccia. <<Ah, non per molto.>> Mi dice sussurrando. Mi bacia dolcemente, toccando solo di poco le labbra, cercando di stuzzicarmi. Ricambio pienamente il bacio, cambiandolo in un bacio dolce, ma profondo. Con le sue labbra ci gioco, le stuzzico, le bacio, fino ad arrivare oltre. Ci tocchiamo, ci stringiamo, ci baciamo, ci guardiamo. Uno sguardo profondo, in cui mi butterei senza aver paura. Quel dolce e calmo mare che non vedevo da tanto. Quei occhi lucenti e più luminosi ad ogni nostro movimento. <<Lo sai, i tuoi occhi, anche se sono di un colore comune, hanno un qualcosa di così speciale, inspiegabile. E poi...quella luce, che ogni volta mi guida sempre da te.>> Mi bacia, non dandomi il tempo di ribattere. <<Non sai i tuoi. Così belli, ma misteriosi, così chiari, ma al contempo stesso bui. Non so come fai a cambiare il colore dei tuoi occhi ma...sono fantastici, oltre il normale.>> Mi sorride, baciandomi nuovamente, come se non lo avesse mai fatto. <<Quanto ti amo.>> Mi sussurra sulle labbra. <<Beh, questo non lo pensavi ieri mattina.>> Gli faccio notare, alzando un sopracciglio. Alza gli occhi al cielo e scuote la testa. <<Lo sai che era la paura a parlare e non io. Sì, certo, avrei fatto di tutto pur di proteggerti, ma poi ho capito che insieme tutto è più facile. Lo sai che ti amo più di ogni altra cosa e sai anche che te lo ripeterei per tutta la vita.>> Annuisco, iniziando a baciarlo nuovamente. <<Non crede che dopo aver fatto l'amore io ti abbia perdonato, eh. C'è ancora una lunga strada da fare.>> Sbuffa per finta, incominciando a baciarmi il collo. <<Quando mi perdonerai?>> Mi sussurra tra un bacio e l'altro, scatenando sulla mia pelle mille brividi che percorrono ogni centimetro del mio corpo. Scariche elettriche si espandono, rendendo l'ambiente elettrizzante. E più lui continua nel suo magico lavoro e più il mio copro si scalda sotto il suo. Nel mio piccolo riesco a mettere a malapena due parole messe insieme. <<Quando sarà...il momento.>> Dico tra un sospiro e l'altro. L'uomo sopra di me non mi dà tregua, sperando che facendo così si farà perdonare. Glielo faccio credere, finché l'atmosfera non svanisce. <<Allora! TI vuoi riposare? Vuoi dormire?>> Mi chiede, stendendosi di fianco a me, reggendosi con una mano mentre mi guarda dall'alto. <<No, devo lavorare. E dovresti farlo anche tu.>> Gli do un bacio al volo, stringendo il lenzuolo che poi tiro e porto con me in bagno. <<Anche io ho bisogno di una doccia!>> Gli sento gridare e insieme alle sue grida si sentono passi da gigante farsi sempre più vicini. Mentre riempio la vasca, lui è già lì, dietro di me, che mi guarda con sguardo languido. Gli faccio un sorriso di sufficienza. <<Tu fai la doccia, io il bagno.>> Incrocio le braccia al petto, fasciato ancora dal lenzuolo rosso. <<Lo voglio fare anche io.>> Con il suo sguardo contrastante nei miei, passano pochi secondi che subito cedo. <<E va bene.>> Sospiro sconfitta. Come un bambino elettrizzato, si toglie quelli che erano i suoi box e si immerge nella vasca ancora non riempita del tutto. Con una risatina mi aggiungo a lui, togliendomi il lenzuolo di dosso e immergendomi nell'acqua ancora bassa. <<Ella, mi sai dire cos'è cambiato di me dal primo giorno che ci vedemmo e dalla nostra prima..."conversazione"?>> Mima con le dita la parola conversazione. <<Allora, partiamo dal fatto che: eri davvero duro, pauroso, prepotente e presuntuoso. Dalla nostra prima conversazione ho capito che eri un vero e proprio stronzo! Insomma, ti odiavo a morte!>> Ride insieme a me. <<Ma poi...>> Mi fermo dal ridere e così anche lui. <<Ma poi è cambiato tutto. Sei diventato gentile, amorevole, geloso...anche fin troppo. Sei diventato parte della mia vita, anzi mi correggo, sei diventato la mia vita. Sei la mia famiglia, il mio presente e il mio futuro. Io non so se resisteremo, se ci saranno problemi in futuro, ma ti ho fatto una promessa e quindi rimarrò vicino a te, anche se farai qualcosa di sciocco. Sembra davvero da idioti stare vicino ad una persona che ti ha fatta soffrire, ma io le promesse le mantengo.>> I miei occhi si fanno lucidi, al solo pensiero di lasciarmi con l'amore della mia vita, quello che mi ha risanata da ogni ferita. Mi attira a se in un lungo abbraccio. <<Farò in modo che tutto questo non accada, amandoti come tu fai con me. Ti darò le attenzioni che necessiti e non ti farò mai mancare niente, ne a te e ne ai prossimi figli che avremo. Adesso guardami.>> Alzo lo sguardo verso di lui. <<Io e te, costruiremo una storia magnifica insieme, tanto che ci dovranno fare un film di tre ore per spiegare tutto l'amore che proviamo per entrambi. So che mi ami, ma so anche che hai paura di quello che può succedere in futuro. Amore, se noi staremo sempre insieme, nulla può separarci.>> Col sorriso stampato sulle labbra lo bacio con una voglia incredibile di assaporare le stesse labbra che hanno detto quelle parole magnifiche. <<Io ti posso promettere che fino alla fine dei miei giorni, sarai la persona che amerò per sempre, e sai perchè?>> Gli domando sorridendo. <<No, dimmelo tu.>> Mi sorride anche lui. <<Perchè non ho mai provato nulla del genere con nessun' altro. Ti amo più della mia vita, così tanto che farei di tutto pur di far vivere te al posto mio. Infatti non sperare che io non cerchi in tutti i modi possibili il metodo di entrare lì dentro. Non mi interessa se la situazione è grave o no, perchè appena vedo che qualcuno cerca di uccidere te o Elia o Cameron, io l'ho già detto, entro con un mitra E faccio una strage.>> Volto lo sguardo da tutt'altra parte e appoggio la testa sul suo petto, aspettandomi una chissà quale reazione. Alla fine lo sento solo sospirare a pieni polmoni. Comincia ad accarezzarti la testa nel tentativo di calmarmi, quando io già sono calma, ma noto che con questo gesto il mio corpo si abbandona completamente a lui. <<Ella, devi capire che ci sono cose in cui non puoi intrometterti. Se qualcuno cerca di spararci è ovvio, siamo contro di loro è spariamo contro di loro, cosa dovrebbero fare? Chiamare la polizia?>> Fa una leggera risatina. <<Io ti ho capito, ma te lo ripeto: se succede qualcosa che mi fa allarmare, io intervengo.>> Lo guardo negli occhi, facendogli capire che la conversazione è finita lì. Sospira mentre fa una risatina.

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Finiamo di fare il bagno, ci vestiamo e andiamo giù a cenare, visto che siamo stati tutta la giornata in camera, a goderci un po' del nostro tempo insieme. Tempo che non riuscivamo ma i a darci per colpa di fattori esterni. Ci mettiamo a tavola: lui a capotavola e io di fianco a lui. Mangiamo tutti stranamente veloce, ritirandoci poi nelle rispettive camere. Io e Samu ci mettiamo a letto nella nostra posizione a scrigno, e ci addormentano nello stesso momento in cui Morfeo fa la sua scena nei nostri sogni.

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