Rimaniamo a cenare da Anna e Peppe e tra battutine, risate e aneddoti su Samuel di quando era piccolo, arriva il momento di andare via. Mano nella mano ci incamminiamo tra le strade di Napoli che pullulano di ragazzi che escono la sera. Quando arriviamo davanti alla salita da percorrere per andare a casa mi fermo di botto. <<Io quella cosa non la faccio. Sono capace di dormire qui in strada, ma io quella salita non la faccio.>> Incrocio le braccia al petto continuando a guardare la mia nemica: la salita. Senza preavviso Samuel mi prende in braccio a incomincia a camminare. <<Amore, ti stanchi.>> Gli dico guardandolo, ma lui non risponde. <<Amore, ma tu mi ami?>> Faccio una domanda sciocca, tanto per passare il tempo. <<Ovvio che ti amo. Tu mi ami?>> Resta lui al gioco. <<Certo che ti amo.>> Rispondo anche io. <<Ma domani torniamo a casa?>> Gli chiedo ancora. <<Sì, ho del lavoro da sbrigare. Domani dobbiamo svegliarci presto perché il Jet alle undici sta qua e alle undici e dieci dobbiamo già esserci sopra.>> Mi risponde lui, ma poi continua. <<Tu ti sei divertita oggi?>> Mi chiede, guardando sempre avanti. <<Un sacco e poi ho conosciuto anche gli altri tuoi nonni. Sono simpaticissimi e quando parlano in dialetto sembrano stare così a loro agio, ma tenerti al loro fianco sembrava tanquillizzarli di più.>> Sorrido, quando poi, alzando lo sguardo vedo la porta di casa. <<Mi puoi mettere giù, siamo arrivati. Sarai stanco.>> Samuel fa come dico, camminando poi verso casa. <<Tu non ti preoccupare per me, a me importa che tu stia bene.>> Mi mette un braccio sulle spalle dopo che ha aperto la porta di casa. <<Vatti a mettere il pigiama e poi vai a letto, io arrivo subito.>> Gli dico sorridendo e lui annuisce. Appena trovo campo libero chiamo subito la nonna di Samuel, che mi aveva dato il suo numero e come lei anche Peppe. Mi faccio dare nome e cognome dei vecchi amici di Samuel e poi, dopo averla ringraziata e salutata, stacco la chiamata. Apro le note del telefono ed elenco tutti i nomi, che in tutto sono cinque. Pochi secondi dopo mi arrivano le foto di Samuel da piccolo insieme ad altri cinque bambini e poi altre foto di Samuel più ragazzo sempre insieme ai suoi amici. Anche se so che è abbastanza tardi contatto Nathan.
Inizio chat...
Hey Nathan, ora ti mando alcune foto e alcuni nomi. Mi devi cercare queste persone. Entro stanotte riesci?
Hey Ella! Certo, dammi circa un'oretta, un'oretta e mezza, massimo due ore e ti arriveranno tutti i loro dati.
Grazie, sei un'amico.
Di niente, ciao!
Ciao!
Fine chat...
Sospiro e vado in camera da letto, trovando Samuel che parla al telefono. <<Nathan, si può sapere perché non mi rispondi?>> Chiede infuriato al telefono. Faccio una risatina sotto i baffi, capendo che Nathan fino ad adesso stava parlando con me e che nello stesso momento lo stava cercando Samuel. <<E secondo te portare il fazzoletto a mia sorella è più importante di una mia chiamata?>> Di colpo scoppiò a ridere, attirando la sua attenzione. Vado sul letto e avvicino il cellulare a me. <<Bravo Nathan, prima la ragazza e poi il capo, ti do il mio consenso.>> Rido dopo, ricevendo uno sguardo divertito da Samuel. <<Che vuoi? Se a me servisse un fazzoletto urgentemente andresti a prendere il fazzoletto o staresti a vedere chi è al cellulare? Mh?>> Gli chiedo accigliata, ma divertita. <<La prima.>> Risponde sospirando. <<Ecco, bravo bimbo.>> Gli do due buffi sulla testa, come se fosse un piccolo bambino. <<Nathan, mi servono delle informazioni su quella organizzazione che tu sai, entro domani riesci?>> Chiede Samuel a Nathan. <<No!>> Mi precipito a dire. <<Domani lui non può. Prima Rosaly mi ha detto che devono andare in un posto domani e la sentivo super eccitata, quindi non interrompere i sogni di tua sorella.>> Gli dico velocemente. <<Entro domani sera?>> Chiede lui a Nathan e lui da una risposta affermativa. Samuel dopo i saluti stacca la chiamata e poi si distende per bene nel letto. <<Vado a mettere il pigiama.>> Gli schiocco un bacio sulla guancia per poi allontanarmi. Vado fuori al salone e mi avvicino alla mia borsa con dentro un pigiama che Samuel ha messo premurosamente per me. Vado in bagno, mi cambio e poi vado in camera da letto. Mi metto sotto le coperte, quando ad un certo punto una massa fatta di muscoli non mi viene quasi addosso. <<Io e te per questa sera avevamo piani diversi e non includeva dormire.>> Mi sussurra rauco all'orecchio. <<Cos'è sta storia che siamo più attivi quando sono incinta che quando non lo sono?>> Gli chiedo ridendo. <<Sarà il fascino della donna incinta. Il proibito attira.>> Ride anche lui. Le risate cessano e quasi subito ci guardiamo negli occhi intensamente. Senza aspettare oltre prendo il suo collo e lo avvicino a me, facendo unire le nostre labbra in un dolce e delicato bacio. Lui incomincia a toccarmi con un tocco di velluto che più dolce e amabile di quello non si può. A differenza mia, che infilo le dita tra i suoi capelli e ci gioco di continuo, tirando alcune volte le punta. E tutta la notte continua così, tra baci, carezze e tanto altro.
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Sei semplicemente mia
De TodoElla Sanchez, una ragazza Italo-americana che ha da poco finito l'università per diventare una ginecologa e che ora lavora in uno studio tutto suo. Di colpo si troverà in mezzo al pericolo totale. Dalla sua solita monotonia, si ritroverà in una casa...