Capitolo 45

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Mi sveglio con un peso sul petto. Abbasso lo sguardo mentre cerco di stiracchiarmi per bene, pronta per affrontare una nuova giornata, cercando di sorridere per dare forza all'essere che in questo momento mi sta schiacciando. Samuel mi stringe a lui mentre ha la testa sul mio petto: dorme come un bambino stremato e in fondo ha ragione. Per me è stato straziante sapere della morte di Salvador, figuriamoci per lui. L'unico nonno che gli è stato vicino più degli altri. Quello che gli dava consigli e gli faceva favori.

"Già mi immagino Samuel che convince Salvador ad andare su un aereo solo per parlarmi." Faccio una risatina, nel tentativo di non svegliare Elis e Samuel. Cerco di spostarmi, mettendo al mio posto il cuscino. Controllo Elis e vedo che sta ancora dormendo. Decido così di alzarmi e di dirigermi verso la cucina, con un fantastica idea che mi balena per la testa. Entro in cucina, trovando la cuoca che prepara la colazione per tutti e io faccio la stessa cosa, con la differenza di preparare la colazione solo per due persone. Prendo un bicchiere di vetro e lo riempio del succo all'ACE preso dal frigo, prendo una ciotola e la riempio di latte, per poi versarci i cereali dentro. Dal mobile prendo un vassoglio e appoggio tutto sopra. Guardo il tutto e penso che sia tutto troppo...povero. Prendo un'arancia dal cesto e la taglio in spicchi per poi metterla in una seconda ciotola e ci aggiungo sopra delle bacche e dei mirtilli. Prendo un cucchiaio e lo affianco alla ciotola. Manca ancora qualcosa. Vado di fretta al piano di sopra e apro la porta della grande biblioteca. Mi avvicino ai vari libri, cercando qualcuno che io abbia già letto per cercare una qualche frase per tirarlo su di morale. Tra i vari libri trovo uno di Fabio Volo. Sorrido appena lo vedo. Sfoglio qualche pagina, quando arrivo a quella cruciale.

"Lo cercherai ancora,
inutile negarlo.
E in mezzo alla gente
avrai l'ansia di incontrarlo,
come la prima volta che lo hai visto.
E l'ultima volta che l'hai perso"

Sorrido, pensando a quanto sia adatta a noi questa frase. Con il libro mi dirigo verso la stampante e stampo quella paginata. Prendo delle forbici dal cassetto della scrivania, che si trova vicino alla stampante con un computer fisso sopra, ritaglio la frase e poi corro di nuovo in cucina. Metto il foglietto sul vassoglio, ma quando riguardo il tutto penso che ancora non mi basta, ci vuole qualche altra cosa per farlo diventare più "vivo" e bello. <<Scusami Emy.>> Mi rivolgo alla cuoca, che ha quasi finito di preparare la colazione per tutti. <<Ci sono fiori da qualche parte nella villa? Tipo...rose rosse.>> Le chiedo speranzosa. Emy mi sorride e poi annuisce. <<Sì, certo. Si trovano proprio fuori la villa in fondo a sinistra. Ci sono rose rosse e bianche.>> La ringrazio, incominciando a correre fuori in giardino a piedi nudi, alla ricerca delle rose. Appena le vedo mi ci fiondo, cercando ovviamente di non farmi male. Afferro con delicatezza il gambo, facendo attenzione mentre lo spezzo. Mi giro e vedo anche le rose bianche, così mi avvicino ad esse e ne prendo una. Corro di nuovo in cucina. Posiziono le rose a forma di X con in mezzo il foglietto stampato prima. Riguardo soddisfatta quella che è la mia sorpresa. Mentre Emy porta la colazione a tavola, io porto la colazione di Samuel di sopra. Quando arrivo alla porta, trovo difficile aprirla, ma alla fine ci riesco, facendo quasi cadere tutto. Entro e lo trovo ancora dormire. Sorrido a quella scena così pucciosa e mozzafiato. È chiuso quasi come una palla, mentre abbraccia il cuscino che gli avevo lasciato prima. Alcuni ciuffi gli ricadono sulla fronte, coprendogli le palpebre chiuse, le labbra dischiuse e secche gli danno un'aria da bambino, il suo corpo attaccato a quel cuscino mi da l'impressione che stia chiedendo "aiuto". Con cautela mi avvicino a lui, posando poi il vassoio sul comodino. Mi siedo sul letto incominciando a scuoterlo leggermente. <<Amò.>> Lo chiamo. <<Amò.>> Lo richiamo, ma niente. <<Cucciolotto, orsacchiotto di peluche, mio bacio Perugino al cioccolato bianco, cuore del mio cuore, ti svegli o ti meno?>> Vedo finalmente che apre gli occhi. Si gira nella mia direzione e poi sorride. <<Perché al tuo posto c'è un cuscino?>> Mi chiede indicando me e poi il cuscino con ancora il suo braccio sotto. <<Perché altrimenti non avrei potuto prepararti questo.>> Mi alzo, prendo il vassoio dal comodino e, dopo che lui si è seduto, glielo poso sulle gambe. <<Per me?>> Mi chiede sorridendo. Annuisco ricambiando. <<Anche le rose dal giardino sei andata a prendere?>> Mi domanda ancora ridendo. <<Una poesia?>> Mi chiede, prendendo il foglietto tra le due rose. <<Lo cercherai ancora, inutile negarlo. E in mezzo alla gente avrai l'ansia di incontrarlo, come la prima volta che lo hai visto. E l'ultima volta che l'hai perso.>> Alza gli occhi su di me, trovandomi con gli occhi lucidi. <<No piccoletta, perché piangi?>> Mi tira dolcemente a se, spostando prima il vassoglio di nuovo sul comodino. Mi fa sedere sulle sue gambe, incominciando a baciarmi il collo per farmi calmare dalle insistenti lacrime. <<Non sono lacrime di tristezza, nemmeno di gioia. In effetti non so perché io stia piangendo, ma quelle frasi, quelle parole, sono la descrizione di me nei tuoi confronti e...non vorrei che l'ultima frase si avveri nuovamente. Dopo l'ultima volta che ti ho perso per mia volontà, non voglio perderti per tua volontà.>> Dico singhiozzando. <<Ma tu però mi cercherai ancora.>> Dice, guardandomi negli occhi, facendo affogare i miei nei suoi diamanti. <<Sempre.>> Faccio un mezzo sorriso e poi mi asciugo le lacrime. Neanche il tempo di asciugare per bene, che vengo travolta da un energumeno. Un energumeno sexy però. Samuel mi bacia, mi bacia come se non ci fosse un domani. Mi bacia come se fosse l'ultima volta, ma probabilmente più come se fosse la prima. <<Okay, okay.>> Incomincio a ridere mentre l'aria incomincia a mancare. A un certo punto sentiamo il pianto di una bambina così ci voltiamo entrambi verso la culla attaccata al letto, notando che Elis si è appena svegliata. <<Tu finisci la tua colazione, io prendo Elis e vado giù a farle fare la sua colazione.>> Annuisce, prima di darmi un veloce bacio a stampo e poi togliersi da me. Vado a prendere Elis, che ancora non finisce di piangere. <<Non piangere dai, adesso mangi.>> La porto fuori, fino in cucina. <<Emy, per favore, puoi preparare il latte in polvere per Elis?>> Emy annuisce, mettendosi subito all'opera. Appena pronto il latte mi siedo su uno sgabello in torno alla penisola in cucina, cominciando a dare il latte alla piccola Elis. Quando finisce le faccio fare il ruttino che più che un ruttino sembra il ruggito di un Drago. Rido appena la bambina si libera dall'aria. La porto di nuovo di sopra, dando il compito a Samuel di prepararla, visto che io ancora non ho fatto colazione. Vado in sala da pranzo, sedendomi al posto di Samuel e trovando già tutti riuniti in torno al lungo tavolo che ospita su di esso una variante di cibi che a me, sinceramente, viene l'imbarazzo della scelta, così ,visto che posso godermi queste bontà solo due volte alla settimana, prendo un piatto e mi faccio un po' il giro del tavolo, tipo al buffet, prendendo un po' di qua e di là. Mi risiedo al mio posto, trovandomi sorprendentemente Veronica, al posto di un uomo che c'era prima. <<Ella, sono in super ansia! Tra circa due mesi io mi devo sposare. La data l'abbiamo già decisa ed è il primo di settembre ed è di Domenica, così che tu possa essere qui invece che a lavoro. Ma Ella, ancora non ho deciso l'abito, gli invitati, la location, la torta, le decorazioni, insomma...NIENTE!>> Veronica va totalmente in panico, gesticolando senza un apparente controllo. <<Veronica, Veronica, amica mia. Ora non ti posso proprio aiutare, oggi devo partire, ma possiamo fare la prossima settimana, ne frattempo tu cerca su Internet le probabili scelte come location, design per la torta, le decorazioni ecc, ma ovviamente chiedi anche a Cameron.>> Le propongo, speranzosa in una risposta affermativa e che mi lasci fare colazione in santa pace, perché una cosa che odio a morte è essere disturbata mentre mangio. Annuisce, mi da un bacio sulla guancia e poi si dilegua fuori la sala pranzo. <<Piccoletta.>> Mi sento chiamare, così alzo lo sguardo verso quella possente figura, che sostiene quella piccola creatura che ormai amo. <<Che dici?>> Mi chiede, mostrandomi il vestitino che le ha messo.

Un pagliaccetto fatto a mano in lino blu ricopre il corpo della mia sorellina, che mi sorride felice e muove continuamente le braccia

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Un pagliaccetto fatto a mano in lino blu ricopre il corpo della mia sorellina, che mi sorride felice e muove continuamente le braccia. <<Non ricordavo di averlo messo nella sua borsa, anzi non ricordo nemmeno di averlo comprato.>> Dico confusa <<Infatti.>> Si intromette Rosaly. <<Gliel'ho comprato io.>> Mi volto verso di lei, trovandola a contemplare Elis mentre sorride dolcemente. <<Rosaly, non dovevi, ha tanti di quei vestiti che tra un po' non so dove metterli. Grazie.>> Le sorrido. <<Come potevo non regalarle qualcosa? La mia prima "nipotina" deve avere per forza qualcosa regalato da me!>> Dice fintamente indignata, finendo come al solito a ridere, seguita da me e Samuel. <<Ella, hai finito? Così prepariamo le cose e oggi pomeriggio ce ne andiamo.>> Dice, sedendosi di fianco a me con la bambina sulle sue gambe che continua a guardare Rosaly, che a sua volta guarda lei cercando di farla ridere con faccie buffe. <<No, mi hanno disturbata due volte e ancora non ho finito.>> Alza un braccio in segno di resa, visto che l'altro lo usa per non far cadere Elis. <<Scusate Madam, mi ero dimenticato quanto foste accanita con il cibo e che quando mangi non ti devono parlare.>> Gli scappa una risata per il mio sguardo ammonitorio. <<Ecco, infatti! Sparisci!>> Faccio finta di fargli un incantesimo per farlo sparire, ma lui non si muove. Guarda dall'altra parte barbottando un "antipatica" e io ricambio con un "idiota". Ci guardiamo negli occhi per qualche secondo e poi di punto in bianco, come se non fosse mai successo nulla, ci mettiamo a ridere come due cretini. <<Certo che voi, come coppia, siete proprio strani.>> Esordisce Rosaly, guardandoci con aria confusa. <<È per questo che come coppia siamo speciali.>> Dico sorridendo a trentadue denti. Samuel si alza dalla sedia, ancora ridendo. <<Sorellina, lo so a cosa stai pensando.>> Alza gli occhi al cielo lui. <<A cosa?>> la ragazza fa finta di non sapere di cosa Samuel stia parlando ed effettivamente neanche io. <<Che vuoi in braccio Elis.>> Fa un ghigno, avvicinandosi alla sorella. <<Oooh! Finalmente lo hai capito!>> Dice mentre si strofina le mani, pronta a prendere in braccio Elis, che continua imperterrita a ridere alla vista di Rosaly. <<Ciao amore mio! Ma come siamo raggianti oggi eh? Ma come siamo raggianti? Ma come siamo belle? Ma come siamo belle? Bellissima pucci pù?>> Strabuzzo gli occhi a quella scena, diventando più confusa che mai.

"Che effetto strano fanno i bambini. Ti fanno cambiare voce, ti fanno essere carini e coccolosi come loro, ti fanno sempre sorridere e avere sempre voglia di giocare con loro. Incredibile! Però...perché Rosaly ripete le cose? Vabbé". Sospiro, dandomi finalmente libero arbitrio per mangiare quella bellissima ed invitante colazione. <<Amore, non voglio disturbarti ancora ma...se dovessi scegliere, sceglieresti il cibo o me? Ne senso: scegli la Nutella o me?>> Mi domanda Samuel affiancandosi a me, aspettando una risposta. <<Amore, vuoi la verità o la bugia?>> Gli chiedo con la bocca piena di crema al cioccolato del cornetto. <<La bugia.>> Faccio finta di pensarci, quando invece già so la risposta. <<Ma ovviamente te amore! Stai scherzando, il cibo? Nooo, assolutamente! Tu sei l'amore della mia vita, cuore del mio cuore, l'anima del mio corpo, corpo del mio corpo-...>> Cerco ancora di inventarmi cagate, ma vengo fermata dalle sue labbra sulle mie. <<Quando hai finito, in bagno. Ripeto: APPENA hai finito, nel nostro BAGNO.>> Mi sussurra sulle labbra, facendomi salire mille brividi.

"Okay, ora non sono più sicura della mia scelta...no, scherzo, il cibo è la mia vita, è salvezza in assoluto!"

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