Maddie
- Ho bisogno di nuovi vestiti da mettermi... centro commerciale?
Premo il tasto invio sperando in una risposta affermativa da parte di Juliet. Prima di trasferirmi qui ho fatto una selezione di vestiti, decidendo di sbarazzarmi di parecchi indumenti vecchi che non utilizzavo più, quindi ora avrei bisogno di qualcosa di comodo ma carino da indossare tutti i giorni. La risposta della mia amica non tarda ad arrivare e quando la leggo, sorrido.
- Idea fantastica... mezz'ora e sono da te!
Mi cambio velocemente e dopo avere infilato le scarpe, corro a spazzolarmi i capelli. E' un gesto che sono abituata a fare sin da bambina: mio padre mi diceva che una principessa doveva essere sempre ordinata, perché non si poteva mai sapere quando sarebbe arrivato il principe azzurro.
"Cosa succede se una volta me ne dimentico ed esco di casa spettinata?" gli chiesi tutta impettita: non mi piaceva farlo, mi sembrava soltanto un'enorme perdita di tempo.
"Beh, che se per sbaglio quel giorno incontri il tuo principe e lui ti vede con i capelli arruffati e scompigliati, potrebbe pensare che non sei una bambina curata e quindi scapperebbe via" mi rivelò con un tono così sicuro che finii per credergli.
"I miei capelli non sono arruffati!" gli risposi aggrottando le sopracciglia più che potevo ed ostentando un'espressione arrabbiata che però a lui fece soltanto sorridere.
"No, infatti. Perché adesso li hai pettinati e così sei davvero una principessa perfetta, la migliore di tutte." Affermò con tono amorevole. Mi era bastato quello per cedere e da quel giorno non uscivo mai di casa senza avere prima pettinato i capelli. Ripensandoci oggi, sono sicura che lo dicesse solo perché ogni volta che dovevo andare a scuola non volevo mai spazzolarli, i miei capelli erano lunghissimi, proprio come adesso, e a mio padre piaceva quando erano morbidi e pettinati. E' un gesto che ho iniziato a fare da qual giorno ed ora è diventata un'abitudine: mi aiuta a sentirlo più vicino.
- Sono qui!
Mi avvisa Juliet con un messaggio.Corro di corsa le scale raggiungendola al piano terra. Non conosco ancora la zona, quindi decido di affidarmi a lei per la scelta del luogo e non appena entriamo nell'enorme edificio, sono davvero felice di averglielo lasciato fare: il centro commerciale è molto grande e sono sicura che riuscirò a trovare tutto quello che cerco qui dentro.
"Provati questi!" mi propone J. mostrandomi un paio di jeans chiari e una maglietta blu elettrico con le maniche lunghe. Approvo e devo ammettere che ha davvero buon gusto in fatto di vestiti. Raggiungo il camerino più vicino e dopo averli provati, decido di acquistarli: mi stanno entrambi molto bene e il modo in cui il blu del maglioncino mi risalta gli occhi mi piace.
Dopo due ore passate a girare per negozi, siamo entrambe ricoperte di buste ed iniziamo ad essere esauste. Decidiamo di concederci una pausa e, cercando un bar nel quale sederci, ci fiondiamo sul primo che addocchiamo. Ci sistemiamo in un tavolo nell'angolo della sala: lo spazio all'interno del locale è abbastanza grande e senza farci scrupoli, prendiamo due sedie da un altro tavolino per appoggiarci le borse. Infine ordiniamo due succhi al mirtillo e finalmente ci rilassiamo sulla sedia chiacchierando tra noi.
"Oh no... non anche qui!" sento la mia amica lamentarsi.
Mi giro nella direzione in cui è rivolto il suo sguardo per capire di cosa, o meglio di chi, sta parlando e lo capisco immediatamente: Penny e quella che credo chiamarsi Emily accompagnate da quattro ragazzi molto alti. Li guardo meglio e riconosco subito il ragazzo della segreteria. Mi è capitato altre volte di incrociare il suo sguardo a scuola ma ho sempre evitato di iniziare qualsiasi tipo di conversazione: quel tipo non mi ispira proprio nessuna fiducia.
"Chi sono quelli?" domando alla mia amica interessata.
"Beh, imparerai presto a conoscerli. I due ragazzi che si assomigliano," mi spiega, "sono gemelli: si chiamano Cameron e Jace. Quello di fianco a loro si chiama Cole e quello moro con la faccia da stronzo, invece, è Grayson Jones. Ti consiglio di stargli alla larga, cambiano le ragazze come se fossero dei giocattoli e non mostrano alcun interesse per nessuna di loro" faccio finta di non avere notato il cambiamento del tono della sua voce quando ha nominato l'ultimo dei ragazzi e mi concentro piuttosto su Cole.
"Sono belli però..." ammetto sincera.
"Si, ma hanno il cervello piccolo come una nocciolina, se capisci cosa intendo" continua lei ed improvvisamente scoppiamo entrambe a ridere.
Riporto l'attenzione sul gruppetto alle mie spalle scoprendo due occhi dorati fissi su di me. Il suo sguardo mi provoca uno strano fastidio nella bocca dello stomaco e sono costretta a voltarmi per scacciarlo via: è fastidioso e sbagliato, dico più che altro a me stessa.
Per i dieci minuti successivi continuo a parlare con Juliet cercando di rimanere concentrata su di lei, anche se non mi sfuggono le occhiate che lancia ripetutamente al gruppetto alle mie spalle. Decidiamo dopo un po' di tornare a casa: con lo shopping può bastare per oggi. Per uscire, purtroppo, siamo costrette a passare proprio davanti ai ragazzi e nel farlo, devo ammettere che mi sento un po' a disagio.
"Avete bisogno di una mano con quelle buste? Sembrano pesare più di voi" esclama uno dei gemelli divertito.
"Ce la caviamo benissimo da sole, grazie" risponde la mia amica dando voce anche ai miei pensieri.
"Uoh bellezza, ritira gli artigli... vengo in pace" continua lui alzando le mani al cielo.
"Lasciale stare Cam, non vedi quanto sono sfigate? Non oso nemmeno immaginare cosa ci sia in quelle borse... hanno così poco gusto in fatto di moda" cinguetta quella che ormai ho intuito chiamarsi Penny.
Di nuovo gli occhi di Cole mi bloccano sul posto e questa volta invece di rimanerne incantata, mi infurio. Perché non dice niente? E' vero, non ci conosciamo, ma le cattiverie gratuite non mi piacciono.
"Più gusto di te sicuramente, tesoro. Dove hai preso quel top, in un night club?" le domando ostentando un'espressione tranquilla.
"Mi stai dando della zoccola?" mi chiede lei alzandosi in piedi.
"Ti scaldi così tanto perché sai che ho ragione?" continuo avvicinandomi di un passo.
Sento Juliet al mio fianco ridere, poi il suo braccio, per fortuna della bruna di fronte a me, mi trascina via allontanandomi.
"Andiamo Mad, non ne vale la pena" esordisce infine.
Quindi ci voltiamo dando loro le spalle: ha ragione lei, è soltanto una perdita di tempo.

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RACE ME
RomanceCOMPLETO Maddie Cooper: testarda, ottimista ed inguaribile sognatrice, sempre alla ricerca del lieto fine in ogni cosa. Cole Evans: uno dei ragazzi più popolari della scuola: stronzo, ovviamente. Pericoloso, inevitabilmente. Lei sogna da sempre il...