CAPITOLO 13

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Maddie

Il viaggio di ritorno scorre regolare, il nonno ha insistito per riaccompagnarci e non mi sfuggono le occhiate preoccupate che tutti in questa auto mi stanno lanciando. Le parole di mia madre mi sono entrate sottopelle e continuano a rimbombarmi nella testa incessantemente. Come può una persona essere così crudele? Come può anche solo pensare che sia davvero stata colpa mia se mio padre è morto?

Più mi ripeto che la pazzia le sta giocando brutti scherzi, più non riesco a fare a meno di pensare a quello che mi ha detto. E' assurdo, lo so, ma sentirlo dire da tua madre fa sempre un certo effetto.

Non ho mai superato la morte di mio padre, credo che nessun figlio possa mai farlo in generale. Ma sentirsi puntare il dito contro dalla persona che invece dovrebbe rassicurarti e fare del suo meglio per consolarti, è ogni volta un colpo al cuore. E fa male, è inutile negarlo.

Trascorro i giorni successivi rinchiusa nel mio appartamento a Fall River, Juliet mi chiama spesso  e fa di tutto per farmi uscire. Non ne voglio sapere, ho l'umore sotto terra ed ho bisogno di un po' di tempo per stare sola e pensare. Sistemo dal tavolo quello che rimane della mia cena e sedendomi sul divano, mi guardo intorno alla ricerca del telecomando.

Improvvisamente sento bussare alla porta e controvoglia, mi alzo di nuovo per andare ad aprire.

"Ciao Mad!" gli occhi brillanti del mio vicino di casa, quello simpatico, entrano nel mio raggio visivo ed involontariamente sorrido.

"Ciao Ethan"

"Hai già mangiato?" mi domanda alzando un sacchetto di plastica contente qualcosa.

"Dipende da cosa c'è lì dentro" gli dico.

"Cinese! Del negozio qui di fianco alla strada." adoro il cinese.

Spalanco la porta senza aggiungere nient'altro e gli faccio cenno di entrare.

"Sei diventata la mia persona preferita nel mondo" commento scherzando.

"Se avessi saputo che sarebbe bastato un po' di cibo cinese per comprarti lo avrei fatto molto prima!" esclama lui stando al gioco.

"Beh adesso lo sai" concludo. Ho mangiato un po' di insalata con dei cetrioli ma all'odore di tutto quel ben di Dio mi si è riaperto lo stomaco.

Ci sistemiamo sul divano e divoriamo il cibo in un attimo: è tutto delizioso. Passo la serata in sua compagnia e scopro che è una persona davvero piacevole. Mi sembra un bravo ragazzo, ha ventisei anni ed ha avuto in tutta la sua vita una sola ragazza con la quale è stato fidanzato otto anni. Lavora come meccanico nell'officina di suo padre che si trova non lontano da qui e mi ha confidato di avere un bel rapporto con suo fratello Mason: il coinquilino maleducato che vive nell'appartamento di fianco al mio.

"Cosa ti ha portato a decidere Fall River come scelta per il college?" questa domanda non me l'aveva mai fatta nessuno.

"A dire il vero non c'è un motivo preciso. Quando sono venuta la prima volta a visitarla ho capito subito che era la scelta giusta." dico arrivando a questa conclusione nello stesso momento in cui lo dico.

"Forse era destino allora" mi dice serio.

"Forse..."

Continuiamo a chiaccchierare per un'ora e quando lo accompagno alla porta, lo ringrazio della serata e del cibo cinese. Sono stata bene con lui e, per quanto possibile, devo ammettere che mi ha risollevato un po' il morale. Il giorno seguente mi sento meglio e decido che è arrivato il momento di tornare alla mia vita di sempre. Mi faccio una doccia e mi vesto velocemente, spazzolo i capelli con un gesto quasi meccanico e poi, raccogliendo lo zaino, esco dall'appartamento incamminandomi verso la meta.

RACE MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora