CAPITOLO 63

7.2K 199 15
                                    

ELISABETH

Mi trovo in veranda, sto lavorando ad una maglia da tempo e sono finalmente orgogliosa di dire che sono arrivata quasi alla fine della sua realizzazione. Ho sempre amato l'uncinetto: sostengo fortemente che sia una delle attività caratteristiche che distingue noi persone anziane dal resto del mondo. Ormai chi può dire di sapere lavorare una maglia a mano? I giovani di oggi sono cambiati, ai miei tempi era tutto diverso. Certo, la modernità ha sicuramente i suoi vantaggi non c'è che dire, ma io non cambierei il mio passato per nulla al mondo. E' di colore azzurro, il maglioncino intendo, si abbinerà perfettamente con il colore dei suoi occhi e non vedo l'ora di rivedere la mia adorata nipote per poterla stringere forte tra le mie braccia.

Non glielo dico mai perché non le voglio fare pesare il fatto che sia così lontana da noi, ora è lá  fuori che ha finalmente trovato l'amore e sta realizzando i suoi sogni, ma mi manca moltissimo.

Ricordo il periodo che abbiamo attraversato dopo quella notte: ha cambiato per sempre la sua vita, e di conseguenza anche la nostra. Io e George sappiamo molto bene ciò che è successo, anche se lei crede che non siamo a conoscenza di tutto.

Beh, non è così.

Ho chiamato io Roger il giorno della festa. Conoscevo Peter attraverso i racconti di Maddie e in tutta onestà, quel ragazzo non mi è mai piaciuto... chiamatelo pure sesto senso. Non ho mai avuto l'onore di incontrare Denise di persona ma le voci che avevo sentito al suo riguardo non erano di certo positive. So che non mi sarei mai dovuta immischiare nella vita privata di mia nipote, è sbagliato e invadente. Non l'avevo mai fatto prima di allora ma qualcosa in quell'occasione mi suggeriva di farlo ed ora non voglio nemmeno pensare a quello che sarebbe potuto succedere se non lo avessi fatto. Sono una signora della vecchia scuola, i miei genitori mi hanno insegnato ad ascoltare sempre le mie sensazioni e con il tempo ho imparato a seguirle senza fare domande. Se l'istinto mi diceva una cosa, allora la facevo e basta. E ringrazio la mia buona stella per averlo fatto.

E' stato così anche con George, quel testone all'inizio mi ha dato parecchio filo da torcere. Non ha avuto un passato facile ed io non potevo sapere che i suoi atteggiamenti erano dovuti da questo suo trascorso così doloroso. Non lo sapevo, ma lo sentivo. In qualche modo avevo la convinzione che non dovevo mollare con lui, dentro di me ero sicura che valeva la pena rischiare di rimetterci anche il cuore se fosse stato necessario. Anche in quel caso ho deciso di ascoltarmi e a giudicare da quello che siamo oggi direi che non potevo prendere decisione migliore.

La strada per arrivare alla felicità non è stata facile, ce n'è voluto di tempo e qualche volta ho pensato di mollare, anzi, a dire il vero ci sono stati momenti in cui l'ho fatto davvero. Avevo mollato. Però ogni volta che lo facevo, lui era pronto a stupirmi, con dei gesti che all'apparenza potevano sembrare banali... ma a me bastavano: erano tutto ciò di cui avevo bisogno per tornare a crederci e continuare a lottare. Oggi la mia vita è completa, sono accompagnata tutt'ora da quello zuccone che a volte certo, mi fa imbestialire e mi fa venire voglia di lanciargli qualche padella in testa ma l'amore è anche questo, e quello che provo per quest'uomo è qualcosa di infinito: nessuno è mai stato come lui e non avrei saputo desiderare di meglio. E' questo il tipo di amore che ho sempre sperato per Maddie, un amore come il nostro, capace di resistere a qualsiasi tempesta.

Cole mi sembra un bravo ragazzo e mi ricorda molto George da giovane: un po' sbruffone ma con la testa sulle spalle. Ed il modo in cui la guarda... è quello che mi ha convinta fin dall'inizio: la guarda con gli occhi dell'amore, proprio come George guardava me... anche quando ancora non sapeva di amarmi.

E' una questione di anime: loro lo sanno già, prima ancora che i corpi si incontrino. Ho letto queste parole in parecchi libri e beh... io ci credo profondamente.

Sento il rumore di due sportelli chiudersi e quando alzo gli occhi, rimango sorpresa nel vedere Peter e sua madre incamminarsi nella mia direzione.

Rimango ferma dove sono, quasi impassibile. Vedo George con la coda dell'occhio affacciarsi alla finestra: il televisore è proprio di fronte al punto in cui mi trovo e sono sicura che anche lui abbia visto arrivare i nostri ospiti, se così possiamo chiamarli.

In un attimo è seduto al mio fianco.

"Signori..." cinguetta Denise affiancata da suo figlio.

"Cosa vuoi Denise?" al diavolo i convenevoli.

"Parlare" afferma Peter incrociando le braccia al petto.

"Fino qui ci eravamo arrivati" commenta George leggendomi nel pensiero, funziona spesso così tra di noi: io lo penso, lui lo dice. La connessione che c'è è talmente forte da fare anche questo.

"Siamo qui per mettervi in guardia" ricomincia la bionda ossigenata "Voi e vostra nipote farete bene a stare fuori da tutta la storia dell'incendio o ci saranno delle conseguenze."

Maddie mi ha raccontato dell'incontro con Peter, ed anche di quello che vorrebbero fare per fermare definitivamente queste persone. Non sono mai stata d'accordo, trovo che sia rischioso e non voglio in alcun modo che quei ragazzi siano vittime della cattiveria di questa donna. La leggo nei suoi occhi e ce n'è tanta. So che Cole aveva intenzione di parlare con Denise per estorcerle una sorta di confessione, simile a quella fatta da suo figlio. Se ripenso a quello che le ha fatto in quella casa e a come l'ha abbandonata lì dentro mi prudono le mani: avrei proprio voglia di dargli una schiaffa in pieno viso.

Sento la stretta delicata di George che mi fa subito tornare sulla Terra ed ancora una volta ringrazio la sintonia che c'è tra di noi. Faccio dei profondi respiri e penso che dopotutto questi due sono più sciocchi di quello che pensavo. Sì, perché basterebbe girarsi alla loro sinistra per notare le telecamere in bella vista che ci riprendono. Ma se proprio non se ne accorgono, perché farglielo notare? Ci renderanno tutto molto più facile e per di più senza alcuno sforzo.

RACE MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora