COLE
Bum bum bum. Bum bum bu....
"Ma che cazz..? Cole?" commenta Grayson aprendo la porta. "Stai bene?"
"Non andavi da Penny?" gli domando.
"Stavo per farlo"
"Tua madre è in casa?" continuo.
"No"
Lo supero entrando e quando arrivo in cucina, apro il frigo prendendo una birra: casa sua è anche casa mia e lo stesso vale per lui. Vivo da solo da un paio di anni ormai, i miei genitori hanno deciso di girare il mondo dopo aver fatto fortuna con l'impresa di mio padre: il lavoro va alla grande e lo dimostra il fatto che mentre lui sorseggia cocktail alle Hawaii e nuota con le tartarughe a Bali, qualcun altro nell'azienda sta facendo il lavoro per lui. Un suo caro amico, mi ha spiegato, almeno fino a quando non deciderò di laurearmi e prendere il suo posto.
Sono figlio unico e come tale che si rispetti, sono abituato ad ottenere sempre quello he voglio e potete immaginare che trauma sia stato dover frequentare il college nonostante non volessi farlo. Volevo entrare subito nell'impresa di mio padre iniziando finalmente a lavorare al suo fianco. Che bisogno c'era di studiare ancora? Poteva insegnarmi lui tutto quello che c'era da sapere.
Purtroppo paparino non era della stessa idea: mi ha espressamente vietato di mettere piede nell'azienda fino a quando quel pezzo di carta non sarà tra le sue mani e non c'è stato niente che sia riuscito a smuoverlo in questa sua decisione.
Sin da quando ero bambino mi bastava chiedere, per ottenere, e senza volerlo questa tecnica è diventata la mia filosofia di vita. Crescendo ho imparato semplicemente a prendermi quello che volevo e devo ammettere che fino ad ora non ho mai trovato grandi ostacoli. Quando andavo all'asilo e alla scuola elementare, le maestre si lamentavano spesso con i miei genitori dicendo che ero prepotente: avevo l'abitudine di monopolizzare i giochi e sostenevo fermamente di avere il diritto di decidere chi potesse usarli e chi no. Avevo solo quattro anni e a casa mia funzionava così.
Con il passare del tempo non riuscivo a capire perché alla fine ero sempre circondato da tanti amichetti, poi lo feci: alle mie feste di compleanno e nei pomeriggi in cui invitavo bambini a casa, nel vedere l'enorme spazio pieno di giochi ogni volta a quei piccoletti gli si illuminavano gli occhi, per non parlare delle cose che regalava mia madre alla fine di ogni playdate, così eravamo abituati a chiamarlo: appuntamento di gioco, e a casa mia succedevano spesso.
Ecco perché tutti pendevano dalle mie labbra e nessuno si lamentava mai dei miei modi arroganti. Nessuno, tranne Grayson. Lo ricordo ancora come se fosse ieri.
"Ti ho detto che quel gioco è mio, ridammelo oppure non ti invito più a casa mia" dissi deciso: stava giocando con un dinosauro azzurro ma non mi aveva chiesto il permesso di farlo.
"Non mi importa, tanto mi stai antipatico" rispose lo stronzetto.
"Non è vero! Io non sono antipatico!" mi stava facendo arrabbiare: nessuno mi parlava mai così.
"Invece si" recitò alzando le spalle.
"Adesso dico alla mamma di non regalarti più nessun gioco!" Risposi urlando.
"Tanto tutti sono tuoi amici perché regali i giochi! Io non li voglio i tuoi stupidi giochi!" disse usando il mio stesso tono.
"Bambini, cosa succede?" ci chiese la maestra preoccupata nel sentirci gridare.
"Grayson non vuole essere mio amico" risposi arrabbiato incrociando le braccia, convinto che la maestra avesse preso le mie difese.
"E come mai Gray?"
"Perché lui pensa che i giochi sono tutti suoi, invece sono di tutti" continuò lui convinto.
"Cole, tesoro, questi giochi sono della scuola e come ti abbiamo già spiegato, tutti possono giocarci"
"Allora sono io che non sono più tuo amico!" Conclusi di seguito, dimostrando che avevo perfettamente afferrato quello che l'insegnante aveva cercato di spiegarmi pazientemente, e non era nemmeno la prima volta che lo faceva ad essere sinceri.
Grayson negli anni era sempre stato l'unico a dirmi le cose come stavano, non ha mai finto di volermi bene per quello che avevo o semplicemente per accontentarmi. Siamo cresciuti insieme e non me ne ha mai lasciata vincere una. Probabilmente sono rimasto lo stesso bambino viziato di tanti anni fa, ma lo rispetto come nessun altro e lo considero il fratello che non ho mai avuto. Quando abbiamo smesso di litigare e prenderci a pugni, infatti, abbiamo iniziato a guardarci le spalle e sostenerci l'un l'altro e posso dire con fermezza che darei la vita per lui. Anche se mi diverto ancora a farlo incazzare e a quanto pare a lui piace farlo con me.
"Sono stato da Maddie stasera" ammetto.
"Mh..." risponde, incoraggiandomi a continuare. Alzo le spalle, non sono sicuro di volerne parlare.
"Ci siamo baciati"
"Continua..."
"Non c'è più niente da continuare perché subito dopo è arrivato quel nano da giardino e ha rovinato tutto!" quello stronzo del mio migliore amico scoppia a ridere ed in risposta gli lancio il tappo della birra che tenevo in mano. E' un discorso serio il mio.
"Chi cazzo è il nano da giardino?"
"Ivan, Ethan non lo so...."
"Ero convinto che non ti piacesse la morettina e invece guarda un po' chi si è preso una cotta..." mi sfotte ancora.
"Non ho mai detto che mi piace, è una questione di principio" dico.
"Mh, perché tu ottieni sempre quello che vuoi vero?"
"Fottiti"
"No fottiti tu coglione, sei un viziato di merda" dice con un mezzo sorriso, ma so che lo pensa davvero.
"Ti ho mai detto che sei una persona molto volgare?" commento.
"Sta zitto, è colpa tua. Io ero meglio di così" mi risponde stando al gioco.
"Tesoro sono a casa!" una voce femminile interrompe il nostro discorso.
"Michelle!" grido alzandomi in piedi e andando ad abbracciarla.
"Ciao ragazzone! Come stai? Ceni con noi?" mi domanda subito gentile: ormai è di routine.
"Ha un appuntamento a dire il vero" si intromette Grayson. Era lui che doveva uscire con Penny stasera ma chissenefrega, io sono più importante.
"Nah, niente che non possa posticipare. Rimango!" commento facendo gli occhi dolci a sua madre con il solo scopo di farlo infuriare. E' ben consapevole che sto solo giocando, ma la gelosia nei confronti di sua madre è più forte ed io ne approfitto ogni volta.
"Bene, stasera allora polpette per tutti!"
Aspetta, cosa? Mi prende in giro?
Il ghigno maledetto sulla faccia di Grayson mi fa venire voglia di prenderlo a calci e se non fosse per la presenza di sua madre, a quest'ora lo avrei già fatto.
"Mi devi una scopata" mi dice a bassa voce.
"Ancora con questa volgarità, sono profondamente amareggiato" dico fingendo un'espressione indignata e portandomi una mano sul cuore.
Grayson alza gli occhi al cielo e dopo avermi sorpassato con una spallata, raggiungiamo Michelle in cucina per aiutarla con la cottura delle polpette.

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RACE ME
RomantiekCOMPLETO Maddie Cooper: testarda, ottimista ed inguaribile sognatrice, sempre alla ricerca del lieto fine in ogni cosa. Cole Evans: uno dei ragazzi più popolari della scuola: stronzo, ovviamente. Pericoloso, inevitabilmente. Lei sogna da sempre il...