Maddie
Esco dal bagno dopo un tempo che mi sembra infinito e mi dirigo subito verso l'aula senza neanche guardarmi intorno. Sono ancora persa nel mio mondo e quando sbatto contro qualcuno, sono costretta a tornare bruscamente alla realtà.
"Guarda dove vai nana" mi rimprovera Emily.
Non mi definirei proprio in quel modo: sono alta un metro e sessantotto e non mi sembra che ci sia così tanta differenza tra di noi. Forse lei è poco più alta di me e lo credo bene, visto che indossa almeno dieci centimetri di tacco.
Non le rispondo, non sono dell'umore giusto e preferisco di gran lunga superarla ignorandola piuttosto che sostenere una conversazione che sfocerebbe sicuramente in un litigio.
Quando raggiungo la stanza nella quale sono diretta, ci entro dentro intercettando subito i miei amici seduti in seconda fila.
"Ehi che fine avevi fatto?" mi domanda Juliet dubbiosa.
"Avevo bisogno di andare in bagno" le spiego con noncuranza.
La giornata mi sembra non passare mai ed uno strano senso di solitudine si fa strada dentro di me. Non riuscendo più a fingere ulteriormente, comunico ai miei amici di non sentirmi bene e decido di tornare a casa. Quando varco la soglia dell'uscita noto subito una chioma di capelli castani voltarsi nella mia direzione. Grandioso.
Cosa ci fa qui fuori? Dovrebbe essere a lezione. E' in compagnia di Grayson e la cosa non mi stupisce affatto: quei due sono sempre insieme. Continua a fissarmi con una strana intensità, come se volesse dirmi qualcosa, ma alla fine si trattiene ed il suo amico spezza il silenzio.
"Ehi morettina, ti sei persa?" mi domanda.
Scuoto la testa. "No, sto tornando a casa" spiego.
"Sono ancora le undici" mi fa notare Cole.
"Ce l'ho un orologio Evans" dicono che l'attacco sia la miglior difesa.
"Allora perché vai via adesso?" continua lui pretendendo una risposta.
"Non sono affari tuoi" affermo imperterrita.
Vedo Grayson con la coda dell'occhio che se la ride sotto i baffi e proprio non ne capisco il motivo, cosa c'è di così divertente?
"Ti accompagno" Se lo può scordare.
"No, grazie."
"Quanto sei noiosa, c'è chi farebbe follie per passare un po' di tempo con il sottoscritto... ti sto offrendo l'occasione su un piatto d'argento polpettina" ancora quel soprannome. Sento la testa girare improvvisamente e reagisco subito aggrappandomi alla prima cosa che trovo, cercando quindi sostegno nella ringhiera al mio fianco.
"Stai bene?" mi domanda preoccupato avvicinandosi ed il suo amico lo imita.
"Si" minimizzo il suo gesto, poi mi allontano e scappo via.
Mentre cammino verso casa mi tornano alla mente tanti ricordi del passato, tutti riguardanti mio padre, l'uomo che mi ha amato più di chiunque altro al mondo, l'unica persona che nessuno potrà mai sostituire.
Mi manca così tanto da farmi mancare il respiro. Il suo sorriso, quell'espressione piena d'amore che aveva solo quando guardava me, il suo respiro che si regolarizzava quando ci addormentavamo insieme nel mio letto, o nel suo.
Il soprannome che ha di nuovo usato Cole per chiamarmi oggi sembra avere scatenato in me delle reazioni che non so se sono in grado di gestire. Mi sembra di tornare alla mia infanzia, alle risate che ci facevamo ogni volta che mio padre mi chiamava in quel modo, a quella sera nella quale tutto aveva avuto inizio.
Improvvisamente mi sento mancare e invece di fermarmi, decido di aumentare l'andatura con il preciso intento di tornare a casa il prima possibile. Voglio spegnere il cervello e smettere di pensare.
"Maddie!" lo riconosco subito.
"Maddie, aspetta!" continua e la voce mi sembra più vicina rispetto alla prima volta che l'ho sentita. Mi sento afferrare per un braccio e, non potendo fare altrimenti, mi fermo.
"Mi spieghi cosa ti prende?" mi domanda infastidito con il fiato accelerato ed io mi allontano di almeno un metro, liberandomi bruscamente dalla sua presa.
"Cosa intendi?" dico soltanto.
"Sul serio? Guarda che non me ne vado finchè non me lo dici!" afferma categorico.
Fantastico.
"Senti, non mi sento tanto bene. E' per questo che sto tornando a casa, potresti lasciarmi in pace per favore? Vorrei andare a riposare"
"Se non ti senti bene non dovresti tornare a casa da sola, ti accompagno" conclude infine ed io impreco tra me e me.
"Non ce n'è bisogno, sono quasi arrivata, ce la posso fare anche da sola"
"Okay allora andiamo" continua testardo.
Mi arrendo, non ho le forze di ribattere e dopotutto un po' di compagnia non può che farmi bene, anche se si tratta di Cole Evans.
"Allora, da dove vieni?" mi domanda spavaldo quando capisce che non lo ostacolerò nella sua missione.
"Danvers" rispondo.
"Non è proprio vicino a Fall River" dice pensieroso.
"No infatti, ma il college qui mi piaceva e avevo bisogno di cambiare aria..." gli spiego, tralasciando una parte della verità: ometto il litigio con Kristine l'ultimo anno di liceo e soprattutto quello che è successo in estate, pochi mesi fa. Che poi è il motivo principale per il quale i miei nonni mi hanno gentilmente suggerito di frequentare il college lontano da Danvers. Non che ci fossero così tante occasioni in quel posto, dopotutto. Molti dei miei compagni si sono trasferiti per seguire gli studi in altre città e non li biasimo. Non mi pento di essere qui, avevo davvero bisogno di allontanarmi da certe persone e di ricominciare a respirare aria nuova, sana.
Quello che è successo mi ha lasciato un segno così profondo nell'anima, e non solo, che non potrò mai dimenticarlo. Ho ricominciato una nuova vita qui a Fall River, questa è la mia seconda occasione per dimostrare chi sono e soprattutto che non sono quella che definivano loro, quella che volevano farmi credere che fossi. La piccola Madelaine, la stupida ed ingenua Madelaine che per poco non ci rimetteva la pelle per le loro idiozie da liceali fuori di testa.
Cole si prende qualche secondo per esaminarmi prima di rispondere.
"Amici sbagliati?" mi chiede senza malizia e non immagina quanto sia vicino alla verità.
"Se così si può dire..." rispondo vaga, "Tu invece?" gli domando cambiando discorso. Non gli spiattellerò in faccia i miei problemi, non lo farò con nessuno qui a Fall River: voglio buttarmi quella storia alle spalle e parlarne non farà altro che riportare a galla certe emozioni che non voglio più provare. E comunque non so nemmeno se riuscirei a raccontare di quella notte, non ho ancora nemmeno spiegato l'intera versione ai miei nonni, non ci riesco e non voglio farlo.
Cole alza le spalle. "Io sono di qui, vivo da solo da un paio d'anni ormai ed ho un appartamento a qualche isolato dal college" dice guardandomi negli occhi.
"Capisco"
Arriviamo davanti alla mia palazzina e un po' imbarazzata, cerco il modo migliore per liquidarlo.
"Siamo arrivati, grazie della compagnia"
"Prego" mi dice facendomi un cenno con la mano, "ci vediamo a scuola" poi mi da le spalle e se ne va.

STAI LEGGENDO
RACE ME
RomanceCOMPLETO Maddie Cooper: testarda, ottimista ed inguaribile sognatrice, sempre alla ricerca del lieto fine in ogni cosa. Cole Evans: uno dei ragazzi più popolari della scuola: stronzo, ovviamente. Pericoloso, inevitabilmente. Lei sogna da sempre il...