CAPITOLO 39

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COLE

Non la capisco.
Non la capirò mai.
Perché le donne sono così complicate?

Sto facendo di tutto per farle capire quello che provo per lei e non ho mai conosciuto una ragazza così testarda ed esasperante. Può continuare a respingermi, a gridarmi in faccia che non mi vuole ma io non mi arrendo. Ho intenzione di scoprire cosa la fa soffrire e se sarà necessario troverò un modo per sollevarla da qualunque cosa la tormenti. Magari non sarà facile, però devo avere pazienza ed aspettare che finalmente si fidi di me.

So che con lei è diverso: sono arrivato al punto di dirle che voglio stare con lei e sapevo benissimo che non avrebbe mai reagito come speravo. Non è ancora pronta ad aprire il suo cuore, almeno non finchè non sarà riuscita a risolvere il conflitto con se stessa o qualsiasi altra cosa sia. Voglio solo farle capire che sono qui per lei, che voglio aiutarla, sostenerla a qualunque costo e di qualunque cosa si tratti. Non ho mai provato questi sentimenti fino ad ora, non ho mai capito cosa significasse desiderare qualcuno così tanto e quando finalmente lo faccio, lei mi respinge.

Questa cosa mi sta facendo andare fuori di testa e non la accetto, non lo accetto cazzo perché so che anche lei mi vuole. Quindi fanculo le sue paure, fanculo i suoi demoni, fanculo tutto. Lei sarà mia: questa è l'unica certezza che ho.

Non ho alcuna voglia di andare a lezione, le parole di Maddie mi rimbombano ancora in testa. Ormai i professori non fanno più caso alle mie assenze, perlomeno questa volta ho un valido motivo. Spingo l'enorme porta di vetro che da sul giardino della scuola, lancio lo zaino in un punto indefinito e poi mi siedo sull'erba. Oggi è una bella giornata, mi farà bene un po' di aria fresca ed il sole che picchia direttamente sul mio viso mi trasmette un po' di quel calore di cui ho bisogno. E' incredibile come un po' di silenzio riesca a fare andare tutto al proprio posto.

"Evans!" come non detto.
"Fanculo, non riuscirai a farmi sentire in colpa" e ben tornato scudo di difesa.

"E'?" domando.

"Non hai lezione?" mi domanda incrociando le braccia al petto.

"Non pensavo di interessassero i miei spostamenti"

"Infatti, non mi interessano"

"E allora come mai da queste parti?" ironizzo.

Mi guarda per qualche secondo di troppo e cerco di capire cosa nascondono quegli occhi meravigliosi: al loro interno leggo solo tormento.

"Parlami Mad" ne ho bisogno, ho bisogno di lei.

"Di cosa ti dovrei parlare?"

"Dimmi cosa c'è che non va, sono io? Vuoi davvero che ti stia lontano? Devi solo chiedere, se sono io a farti soffrire giuro che sparisco dalla circolazione" e lo penso, non sono mai stato più sincero di così.

"Cosa ti fa pensare che ci sia qualcosa che non va?"

"Andiamo Mad, puoi ingannare chiunque, ma non me." Inizio. Ho capito che per arrivare al suo cuore devo passare prima per un altro canale ed anche se quello che sto per dire non mi piace per niente, devo farlo. Per lei. "Sono disposto a mettere da parte tutto Maddie, anche i miei sentimenti, ma ho bisogno che tu mi parli, che mi dici cosa ti succede. Perché per quanto puoi fare finta che sia tutto perfetto, ho capito che non è così. Qualcosa ti sta facendo soffrire e voglio sapere di cosa si tratta. Ci voglio essere Maddie, voglio che ti fidi di me. Come amico." la vedo barcollare per un istante, il mio discorso sembra avere fatto breccia nel suo cuore e quando la vedo prendere posto al mio fianco, ne ho la certezza.

Sospira, sembra ragionare molto sulle parole da usare ed io le concedo il tempo che le serve.

"Vivo con i miei nonni da quando avevo dieci anni. Mio padre è morto in un incidente d'auto quando ne avevo nove e da quel giorno mia madre non è più la stessa." Mi racconta tutto, la storia di sua madre, il modo in cui l'ha incolpata ingiustamente, i maltrattamenti che ne sono venuti in seguito, l'adozione dei nonni.

Sono tante le cose da metabolizzare, la sua vita non è stata facile e dopo avere ascoltato tutta la sua storia, quasi mi vergogno di tutte le volte che mi sono lamentato dei miei genitori. Loro sono vivi, e per quanto entrambi siano assenti e distaccati, quando ho bisogno trovano sempre il modo di aiutarmi. Sono qui che guardo il viso rigato di lacrime di Maddie e mentre mi fissa con quegli occhi azzurri come il mare in attesa di una risposta, non posso fare altro che concedergliela.

"Niente di tutto questo è stata colpa tua  Maddie, e ti sbagli di grosso a pensare il contrario. Tuo padre non è morto per colpa tua, capisci da sola che è una follia: ha avuto un'incidente, è stato inevitabile. Come puoi esserne la responsabile?" E' assurdo, sua madre glielo ha ripetuto così tante volte che ha finito per crederci anche lei. Vorrei tornare indietro nel tempo per poterla salvare da tutto questo, per dirle che è tutto okay, che le cose si risolveranno e che è la bambina più forte che io abbia mai conosciuto. Non lo so davvero per certo, ma se chiudo gli occhi e penso a quell'esserino così ingenuo, è così che me la immagino. Perché una bambina che è riuscita a superare tutto questo con le proprie forze, non può essere che definita coraggiosa, e infatti è proprio quello che le dico.

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