MADDIE
Sono ancora seduta su questa sedia a rimuginare sulle parole di Peter. Mi chiedo come due persone possano arrivare a tanto: Roger era un marito, un padre. Dove la trovi la forza per farlo davvero? Insomma, come diavolo si fa anche solo a pensare di fare una cosa del genere?
Ripenso a Roger, al modo gentile in cui mi parlava quella notte e all'espressione preoccupata che aveva nel vedermi in quello stato. Quando mi ha detto che il giorno dopo sarebbe andato dalla polizia a denunciare tutti ero sicura che lo avrebbe fatto, i suoi occhi non mentivano: era sinceramente dispiaciuto per l'accaduto e la determinazione che ci aveva messo pronunciando quelle parole era bastata per fidarmi di lui. Ricordo di aver tirato un sospiro di sollievo, ero ancora seduta a terra, ferita soprattutto nell'orgoglio e non avrei mai lasciato che l'avrebbero passata liscia. Dovevano pagare per quello che mi avevano fatto.
Poi però la sua morte aveva cambiato tutto, facendo crollare questo senso di sicurezza che stava montando dentro di me e lasciando il posto alla paura ed alla disperazione. E' bastato così poco. Ero convinta di essere io la causa, non so perché ma dentro di me ho iniziato a sentirmi profondamente in colpa e questo ha preso il sopravvento su tutto. Nella mia mente sono passata da vittima a colpevole ed è sorprendente come una piccola convinzione può diventare così grande da annebbiare tutto il resto. Ecco perché non ho parlato prima.
Adesso mi chiedo cosa sarebbe successo se invece lo avessi fatto, subito, il giorno dopo quella maledetta sera. Forse le cose sarebbero andate diversamente, forse la polizia avrebbe scoperto la verità e tutto questo avrebbe visto la fine molto prima. Mi sarei messa l'anima in pace, probabilmente la verità sarebbe venuta fuori immediatamente o forse Peter e Denise sarebbero riusciti comunque ad incolpare me. Non so come sarebbe andata ed ora è tardi per pensarci, l'unica cosa che posso fare è prendere coraggio ed affrontare questa situazione a testa alta, una volta per tutte.
Non mi farò intimorire da Peter, non permetterò mai che escano immuni da tutta questa storia. Se c'è una cosa di cui sono sicura oggi, è che entrambi pagheranno per quello hanno fatto: a qualunque costo.
"Stai bene?" mi domanda Cole ancora al mio fianco.
Annuisco, ma il mio sguardo rimane fisso ancora per qualche secondo sul frullato al cioccolato: mi è passata la fame.
"Sei stata brava" continua il mio fidanzato. Annuisco di nuovo, come un'automa.
"Maddie guardami" lo faccio. "Non è colpa tua ok? Non è colpa tua." Ripete.
E' davvero così? La testa inizia a girare vorticosamente ed al primo capogiro afferro il braccio di Cole per cercare di mantenere l'equilibrio.
"Ehi"
"Ho bisogno di un bagno" dico sbrigativa, ma non faccio in tempo a finire la frase che già mi sono alzata in piedi alla ricerca della toilette. Quando la trovo e finalmente entro in uno delle porte libere, butto fuori tutto il dolore e la frustrazione che sto provando.
Finirà mai questa storia?
Sento la voce di Cole alle mie spalle, a lui non interessa che questo sia il bagno delle ragazze e quando mi alzo di nuovo, non mi sfuggono le occhiate minacciose che le altre persone presenti in questa stanza gli lanciano: c'è una signora sulla sessantina che lo fulmina con lo sguardo ed altre due ragazze sicuramente più grandi di noi che non smettono di fissarlo: non ho ancora capito la natura del loro sguardo e non credo nemmeno di volerlo scoprire.
Mi avvicino al lavandino e mi lavo prima il viso e poi le mani, Cole non lascia mai i miei fianchi: mi viene quasi da sorridere per la sua premura. Chi lo avrebbe mai detto che l'amore lo avrebbe fatto diventare così dolce?
"Stai sorridendo..." mi fa notare fissandomi in modo strano.
Porto lo sguardo sulle sue mani alzando un sopracciglio e lui capisce subito a cosa sto pensando. Alza gli occhi al cielo fingendosi indispettito ma lo vedo che sta trattenendo un sorriso.
"Va meglio?" mi domanda cambiando discorso.
"Si" credo.
"Da quanto va avanti questa storia?" chiede ancora.
"Una settimana... due?" rispondo, non ricordo con esattezza ad essere sincera.
Vedo la sua espressione cambiare visibilmente, mi volto verso di lui e lo osservo meglio. A cosa...oddio.
"Tu credi che..."
Ci dirigiamo verso la farmacia di questo enorme centro commerciale quasi correndo, non ci avevo mai pensato prima, non avevo neanche considerato la possibilità di poter aspettare un bambino. Già me lo immagino correre ovunque, la sua vocina quando mi chiamerà mamma per la prima volta, vederlo stretto tra le braccia di Cole e sentirli ridere insieme. Dio, esiste qualcosa che mi renderebbe più felice di questo? Non credo. Passato il momento di euforia però, subentra quello paranoico: sono troppo giovane per questo, io e Cole non lavoriamo nemmeno, come faremmo a mantenere un figlio? Saremmo in grado di crescere una creatura? Io non sono nemmeno capace di badare me stessa, da dove dovrei iniziare? Riuscirei ad essere una brava mamma? Osservo Cole e vedo che anche lui è assorto nei suoi pensieri.
Torniamo velocemente in bagno, ci guardiamo intensamente per pochi secondi e poi ci abbracciamo forte, prima che io chiuda la porta... pronta a scoprire la verità.
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RACE ME
RomanceCOMPLETO Maddie Cooper: testarda, ottimista ed inguaribile sognatrice, sempre alla ricerca del lieto fine in ogni cosa. Cole Evans: uno dei ragazzi più popolari della scuola: stronzo, ovviamente. Pericoloso, inevitabilmente. Lei sogna da sempre il...