CAPITOLO 21

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MADDIE

Le settimane scorrono veloce, sono così concentrata nella preparazione degli esami di fine corso che non mi rendo conto che l'anno scolastico è quasi terminato. Sono uscita poco ultimamente, mi sembra quasi di non avere mai messo il naso fuori dal mio appartamento e la mia vita sociale fa veramente pena.

Abbiamo frequentato davvero pochissime feste quest'anno ed ha ragione Jason quando dice che dovremmo viverci la nostra età come si deve. Ecco perché, in occasione del suo compleanno la prossima settimana, io e Juliet gli stiamo organizzando una bella giornata che sono sicura gli piacerà.

Per prima cosa lo porteremo a giocare a paintball, lui adora quel gioco ma io e J. lo abbiamo sempre liquidato ogni volta con una scusa diversa. Dopo andremo a mangiare nel suo ristorante preferito, è un po' costoso ma ha il cibo italiano migliore della zona. Infine andremo in un locale esclusivo, non lontano dal luogo della cena: è un posto molto carino ma ancora non abbiamo l'età per entrare, per fortuna Il fratello di Juliet conosce il proprietario e gli ha detto che per la serata farà un'eccezione. Non sto davvero più nella pelle e non vedo l'ora di vedere la faccia di Jason quando vedrà quello che abbiamo organizzato per lui.

Mentre mi dirigo verso il mio armadietto, una figura esile e pressappoco alta quanto me, mi si affianca.

"A cosa devo l'onore?" ironizzo senza nemmeno voltarmi.

"Sei sempre così noiosa?" mi risponde lei.

"E tu sempre così assillante?" controbatto sulla difensiva.

Alla sua smorfia infastidita, continuo. "Cosa vuoi Emily?"

"Solo chiederti se verrai alla festa di Cameron e Jace sabato sera, ci saranno davvero tutti e ovviamente io e Cole ci andremo insieme" precisa subito e capisco che l'unico scopo di questa conversazione era proprio informarmi di questa cosa. Lei e Cole.

Ho sentito parlare della festa, Cameron ci ha invitati e lei deve averlo saputo. Se devo essere sincera però, anche se andrei soltanto per farle un dispetto, non mi va proprio: abbiamo programmi decisamente migliori per quella sera.

"Abbiamo altro da fare, ma grazie lostesso" stronza, ma questo lo penso soltanto.

"Cos'altro c'è di meglio di una festa dei nostri?" commenta ancora parlando dei ragazzi come se fossero una sua proprietà.

"Cosa vuoi esattamente Emily? Arriva al dunque, devo andare a lezione"

"Volevo solo sapere se tu e quella sfigata della tua amica sareste venute"

"Così che tu e quella sfigata della tua amica potete affondare gli artigli sui vostri con più profondità?" domando rigirando le sue parole.

"Come hai detto, sono già nostri, non credo che corriamo pericoli di nessun tipo con due come voi"

"E allora cosa ti preoccupa? Perché se siamo ancora qui a parlare qualcosa ci deve essere, io e te non siamo amiche."

Fa un passo verso di me avvicinandosi notevolmente. "Su questo siamo d'accordo" e dopo avere pronunciato queste parole, gira i tacchi e se ne va. Finalmente.

"Cosa voleva?" quella voca familiare mi fa scattare subito sull'attenti.

"Cosa diavolo vuoi tu?" ribatto a tono.

"Perché quando si tratta di me sei sempre sulla difensiva Cooper?" fantastico, adesso anche lui mi chiama per cognome.

"Istinto di sopravvivenza" dico.

"Sopravvivenza a cosa?" continua.

"Fai troppe domande Evans."

"Sono costretto a farlo, continui a rispondermi a monosillabi." Mi informa.

"Perché non ho niente da dirti"

"Vieni alla festa sabato?" Quella alla quale lui va in compagnia della strega?

"Come ho già spiegato alla tua fidanzata un attimo fa, no. Ho di meglio da fare" e poi cosa gliene importa?

"Emily non è la mia fidanzata" puntualizza.

"Come vuoi."

"Non lo è. Se vuoi posso dimostrartelo.." dice poco prima di avvicinarsi. Istintivamente indietreggio di un passo.

"Mi ha appena detto che ci andate insieme, smettila di mentire" queste parole mi escono con un tono più velenoso di quanto avrei voluto.

"Cazzate, ci andiamo insieme agli altri e si, ci sono anche loro. Ma non ci andiamo come coppia" mi spiega.

"Quindi i continui scambi di saliva a mensa e nei corridoi cosa sono?" forse non avrei dovuto dirlo, non sono affari miei.

"I nostri scambi di saliva ti infastidiscono in qualche modo polpettina? Perché se vuoi posso smettere, devi solo chiedere." Quando si avvicina ulteriormente la respirazione inizia ad accelerare.

"Puoi fare quello che vuoi" non sento nemmeno la mia voce, la sua vicinanza mi stordisce in un modo che non avrei mai creduto possibile.

"Se potessi davvero fare quello che voglio a quest'ora io e te saremmo dentro quello stanzino, e ti assicuro che non staremmo parlando" aspetta cosa?

"Questo non succederà mai" nella mia mente suonava più deciso di come l'ho detto.

Fa un passo in avanti annullando completamente le distanze tra di noi e quando mi afferra i fianchi facendomi delicatamente sbattere la schiena contro l'armadietto la testa inizia a girare.

"Devi solo dire che non vuoi che io e Emily ci frequentiamo"

"Non ne vedo il motivo, quello che fate non mi interessa" continuo orgogliosa.

Mi sfiora le labbra con le sue e a quel semplice gesto il mio cuore prende il volo. Devo controllare le mie emozioni, non posso lasciarmi andare, non con lui, non quando quello che provo è così forte da non poterlo gestire. Inizia a darmi dei baci delicati sulle guance per poi riportare l'attenzione sulla mia bocca: mi morde il labbro inferiore con dolcezza e basta quello a farmi perdere il contatto con la realtà. Lo attiro a me afferrandolo per la maglietta e il bacio diventa subito passionale. Non riesco a credere che lo sto facendo, sto baciando Cole Evans maledizione, l'unica cosa che mi ero promessa di non fare.

"Cole..." provo a dire.

"Mh..."

"Cole! Amico dove diavolo eri... Oh. Non importa io vado" la voce di Cameron mi da la spinta di cui avevo bisogno per mettere fine a questa follia.

"No tranquillo, me ne stavo andando." Dico staccandomi rapidamente da Cole e come se qualcuno mi stesso inseguendo, scappo via scomparendo dietro il muro del corridoio. Quando sono sicura che nessuno dei due mi possa vedere, mi appoggio con la schiena al muro per riprendere fiato, spingo la testa contro la parete bianca e inizio ad esalare profondi respiri.

"Madelaine Cooper amico! Niente male!"

"Sta zitto coglione!" risponde Cole facendomi sorridere.

"Allora, ce l'hai fatta a concludere?" a quelle parole una rabbia cieca mi fa annebbiare la mente, dovevo immaginarlo che lo scopo finale era soltanto quello e, come avevo previsto, a Cole Evans non importa niente di me, sono solo più interessante perché ancora non ha ottenuto quello che vuole. Che stupida, il bello è che lo sapevo, l'ho sempre saputo. Faccio forza sulle braccia dandomi una leggera spinta per staccarmi dal muro e, senza bisogno di sentire altro, mi allontano da loro il più possibile.

RACE MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora