CAPITOLO 50

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COLE

Vederla così mi spezza il cuore, farei qualunque cosa per poterla liberare dal dolore che sente. Non so cosa si prova a perdere un proprio familiare, ed anche se so che il rapporto con sua madre non era dei migliori, non riesco ad immaginare quanto stia soffrendo. E la sua espressione persa nel vuoto ne è la conferma. Ho insistito per accompagnarla dai suoi nonni, voglio starle vicino ed assicurarmi che stia bene. Me ne andrò soltanto se sarà lei a cacciarmi: ha bisogno di me adesso, glielo leggo negli occhi, ed ho intenzione di fare tutto ciò che è in mio potere per farle tornare il sorriso. So che ci vorrà del tempo ma sono sicuro che presto starà meglio.

La aiuto a salire sul taxi, le ho ripetuto più volte che avrei potuto guidare io ma i suoi nonni avevano già pagato per il servizio quindi alla fine ho accettato. La avvicino a me più che posso stringendola forte e non passano nemmeno dieci minuti, quando la vedo abbandonarsi al sonno. Osservo i lineamenti del suo viso e a giudicare dal gonfiore dei suoi occhi e dalle occhiaie profonde intuisco che è stanca, motivo per il quale decido di svegliarla solo quando arriviamo di fronte all'enorme casa dei suoi nonni.

"Ehi" le sussurro all'orecchio scuotendola leggermente.

Maddie apre prima un occhio e poi l'altro e quando capisce dove ci troviamo, non perde tempo a seguirmi fuori dall'auto. Corre subito in contro ai suoi nonni che non appena la raggiungono, la accolgono con un abbraccio pieno d'amore e affetto. Aiuto il tassista a scaricare gli zaini che abbiamo portato e quando mi avvicino a loro, il modo in cui mi salutano mi scalda il cuore.

"Ciao ragazzone, io sono George. E' un piacere conoscerti" la sua stretta di mano è decisa, questo mi trasmette timore e allo stesso tempo sicurezza.

Maddie e la nonna sono ancora vicine e lei le sta dicendo quelle che credo essere parole di conforto. La mia ragazza ha di nuovo le lacrime agli occhi e vederla così mi fa piangere il cuore.

"Ciao, tu devi essere Cole. Non mi avevi detto che era così bello" dice sua nonna rivolgendosi alla nipote.

"Nonna" la rimprovera lei mentre si asciuga una lacrima ed un accenno di sorriso si fa strada sul suo viso.

"E' un vero piacere conoscerla Elisabeth, Maddie mi ha parlato tanto di voi" le dico in tono gentile.

Entriamo in casa e varcando la soglia della cucina non posso fare a meno di notare i tanti dolci appoggiati sul tavolo. Quando ha avuto il tempo di cucinare tutte queste cose? E' vero, ha avuto tutto il giorno per preparali, visto che ora sono le sette di sera: siamo dovuti prima passare a casa mia per prendere un po' di vestiti e l'occorrente per restare fuori qualche giorno, ma è comunque tanto per una donna della sua età. Domani ci sarà il funerale di Susan, ci ha spiegato George, e dopo la cerimonia gli ospiti verranno qui a casa per continuare la celebrazione in memoria di sua madre.

Sono le undici passate quando ci alziamo dal divano, Maddie sembra più tranquilla ora e la cosa mi solleva appena.

"Domani sarà una lunga giornata" afferma Elisabeth alzandosi in piedi, "andiamo a riposare" conclude.

La seguiamo lungo il corridoio e quando inizio a salire le scale, la voce di George mi fa bloccare sul posto.

"Tu dormirai al secondo piano ragazzo" e il suo tono non ammette repliche.

"Si signore" dico, avendo però tutte le intenzioni di disobbedire.

"Buonanotte cari" dice invece Elisabeth gentile.

Dopo averli salutati a nostra volta, saliamo le scale e ci dirigiamo nella camera degli ospiti. Maddie apre la porta e mi invita ad appoggiare le mie cose sulla scrivania alla nostra sinistra. La stanza è spaziosa e accogliente ed i colori chiari delle pareti mi trasmettono uno strano senso di tranquillità.

"Dormi qui?" le domando speranzoso, conosco Maddie e se c'è una cosa di cui sono certo è che non farebbe mai niente per meritare la disapprovazione da parte dei suoi nonni.

"Hai sentito il nonno, tra poco verrà a controllare se sono nella mia stanza e soprattutto se sono sola" mi confida con uno sorriso triste sulle labbra. So che vorrebbe passare la notte con me e se fosse una situazione diversa, magari avrei anche acconsentito, ma fanculo, anch'io ho bisogno di lei adesso. Ho bisogno di vederla addormentarsi tra le mie braccia e voglio sentire il suo corpo contro il mio per tutta la notte. Ecco cosa è per me questa ragazza, nonostante tutto, sono io ad avere bisogno di lei, probabilmente anche più di quanto ora ne ha lei di me.

Ecco perché, quando mi da la buonanotte e lascia la mia stanza, non passano nemmeno dieci minuti che mi intrufolo come un ladro nella sua camera per infilarmi sotto le coperte con lei.

RACE MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora