CAPITOLO 57

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MADDIE

Il giorno seguente raccolgo tutto il coraggio che ho in corpo e inizio a digitare.

- Brookfield Place, tra un'ora.

Il centro commerciale dove sto per incontrare Peter è un posto più o meno affollato, non ci vengo spesso perché è a mezz'ora dal mio appartamento ed è il motivo per il quale l'ho scelto. Mi sono informata ed ho scoperto che lui non abita più a Danvers, ma in un quartiere che dista soltanto un'ora da dove vivo io e nel quale lui sta frequentando il college.

Sono seduta ad un tavolino di un bar all'interno del centro mentre sorseggio il mio frullato al cioccolato. Mi volto alla mia destra ed il sorriso del mio fidanzato mi trasmette una sicurezza che non credo di avere mai avuto prima d'ora.

"Ma dove lo metti tutto quel cibo?" mi domanda all'improvviso.

"Come scusa?" chiedo a mia volta alzando un sopracciglio.

"Chiedevo soltanto... " commenta ancora con fare innocente.

"Perché, non mi vorresti lo stesso anche con qualche chilo in più?" dico incrociando le braccia al petto.

Cole afferra entrambe le gambe della mia sedia attirandomi a sé: siamo occhi negli occhi.

"Ti vorrò sempre polpettina. Ormai sono fottuto, il mio cuore è tutto tuo." poi interrompe il contatto con i miei occhi portandolo sul cibo che ho ordinato, "Però magari questo lo mangio io!" Conclude l'infame rubando la fetta di torta al cioccolato che avevo ordinato.

"Cole!" lo rimprovero cercando di riprendermi ciò che è mio.

Lui allontana il piatto da me portando un enorme forchettata verso la sua bocca ed io continuo la mia lotta alla conquista di ciò che mi appartiene.

"Ridammela!" ordino.

"Mai!" asserisce ed in tre bocconi finisce tutta la torta.

Spalanco la bocca indignata.

"Questa me la paghi!" grido colpendogli una spalla.

"Sarebbe la mia punizione per averti rubato il tuo prezioso cibo?" mi domanda riferendosi allo schiaffo.

"No, questo era l'inizio della tua punizione!" mi alzo in piedi continuando la mia battaglia, invano, perché lui mi afferra i polsi facendomi ricadere su di lui, mi imprigiona in uno dei suoi meravigliosi abbracci e quando il suo profumo entra a contatto con le mie narici ed i suoi baci toccano il mio collo, mi dimentico subito il motivo della nostra discussione.

"Ti amo" mi sussurra tra un bacio e l'altro.

"Ti amo anch'io, ladro di cibo" dico a mia volta stringendo la presa delle sue braccia.

Sentiamo qualcuno schiarirsi la voce e quando alzo lo sguardo, mi accorgo che si tratta di Peter. Mi alzo velocemente e riprendo il mio posto al fianco di Cole.

"Posso sedermi?" domanda lui per niente in imbarazzo.

Faccio cenno con la mano in direzione della sedia, come a dargli il consenso alla sua domanda. Passano alcuni secondi in cui nessuno sembra voler aprire bocca e quando Peter capisce che non ho intenzione di dare spazio ad alcun tipo di convenevole, prende la parola.

"Devi andare dalla polizia e ritirare le accuse su di me" scusa come?

"E qualcosa ti fa pensare che io lo farò perché...?" domando stupita, ma è pazzo per caso?

"Mio padre è morto quella notte, era entrato per salvarti e non è più uscito" tenta in sua difesa.

"Se quello che dici è vero, io come avrei fatto a salvarmi scusa? Ero svenuta, per colpa tua! Non sarei mai potuta uscire da quella casa da sola, ed è solo grazie a tuo padre se sono viva. Quando mi sono risvegliata lui era al mio fianco, vivo." Dico tutto d'un fiato, ma come si permette a dire una cosa simile?

"Questo è quello che sostieni tu" afferma convinto.

"No, questo è quello che è successo e tu lo sai bene. Tuo padre mi ha fasciato la gamba e mi ha detto che sarebbe andato a controllare che tu e tua madre stavate bene, poi sarebbe tornato da me ma non lo ha mai fatto. Magari tu conosci meglio la versione della storia Peter, cos'è successo realmente?" il mio tono di voce si è alzato un po' troppo e quando Cole appoggia una mano sulla mia gamba stringendola leggermente, mi risistemo sulla sedia cercando di tranquillizzarmi.

"Cosa stai insinuando Madelaine? Pensi che abbia ucciso mio padre? Mi credi davvero capace di una cosa del genere?"

"No, forse tu no. Ma tua madre si" interviene Cole.

Mi giro nella sua direzione, interdetta dalle sue parole e Peter sembra essere spiazzato tanto quanto me.

"Stai attento a quello che dici buffone, con chi credi di parlare?" minaccia Peter sulla difensiva.

"Non lo so, dimmelo tu" continua il mio fidanzato.

Nella mia mente iniziano a formarsi vari scenari, ricordo che Roger mi aveva detto che il giorno dopo sarebbe andato a denunciare tutto, comprese le azioni del figlio. Non lo conoscevo affatto, quella notte era la prima volta che lo vedevo ma mi era sembrato un uomo buono, giusto: tutto l'opposto di Susan e suo figlio. E se davvero...

"Tuo padre voleva denunciarti...." Dico con un tono di voce così basso che non sono nemmeno sicura che mi abbia sentito.

"Non lo avrebbe mai fatto" commenta, ma lo vedo subito sbiancare visibilmente.

"Si invece, mi era sembrato convinto. Era venuto da voi per controllare se stavate bene e non è più tornato, mi aveva detto che mi avrebbe riaccompagnata a casa. Perché non lo ha fatto? Cosa gli avete detto per fermarlo?" domando più a me stessa che a lui: sto cercando di mettere insieme i pezzi ed improvvisamente tutto diventa più chiaro.

"O cosa gli avete fatto?" continua Cole leggendomi forse nel pensiero.

Esistono persone davvero capaci di spingersi a tanto?

"State attenti a quello che dite o farete entrambi la sua stessa fine. Se pensate di poter vincere questa guerra vi sbagliate di grosso. Il poliziotto con cui hai parlato durante la tua deposizione è stato trasferito, adesso è qualcun altro ad occuparsi del caso e indovina un po'? Si da il caso che il nuovo fidanzato di mia madre sia proprio un poliziotto, quel poliziotto ad essere precisi" conclude con un sorriso diabolico.

"Tua madre si è innamorata di un poliziotto?" dico incredula, e quante possibilità c'erano che si trattasse proprio di quello?

"Pff. Innamorata, mia madre non si innamora. L'amore ti rende debole. Mia madre è un genio. La sorella di quell'idiota è rinchiusa nella stessa casa di cura in cui era lei, c'è voluto del tempo per avvicinare entrambi ma alla fine ci è riuscita."

"No aspetta, aveva calcolato tutto?" non riesco a credere alle mie orecchie.

"Ovvio, fin dal momento in cui ha deciso di chiudere a chiave mio padre dentro quella casa: non avrebbe mai permesso che rovinasse la mia reputazione. Ho dei progetti per la mia vita, delle ambizioni e dei sogni da realizzare. Mio padre avrebbe mandato tutto all'aria e mia madre era di un'altra idea. "

Il terreno inizia a tremare sotto i miei piedi ed ecco che ogni pezzo del puzzle prende forma.

Si avvicina verso di noi e il suo tono di voce diventa freddo ed impassibile.

"Non avrebbe mai lasciato che suo figlio finisse in prigione per colpa di una ragazzina come te"

Il gelo si impossessa di me, inizio a tremare e non riesco ad immaginare l'espressione che ho in questo momento. Le orecchie iniziano a fischiare e gli occhi mi si appannano.

E' stata lei, sono stati loro.

"Non sono venuto qui per confessarmi Cooper, ma per avvisarti: non vincerai mai, quindi tieni la bocca chiusa e non ti succederà niente. Se invece decidi di fare la furba e parlare, beh... ti lascio libera interpretazione su come andrà a finire."

A queste ultime parole, che mi fanno nuovamente gelare il sangue, Peter si alza in piedi, ci volta le spalle ed inizia a muovere qualche passo nella direzione opposta alla nostra. Improvvisamente però sembra ripensarci, si gira di nuovo puntando quegli occhi privi di emozioni su di me e prima di andarsene dice:

"Dimenticavo, condoglianze per tua madre".

RACE MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora