CAPITOLO 11

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Maddie

"Buongiorno!" saluto la nonna entrando in cucina.

Sta preparando i pancakes e appena poso lo sguardo sulla tavola, i miei occhi si illuminano di lussuria: ci sono fragole, cioccolato sciolto e sciroppo d'acero con tanti vasetti con la frutta sparpagliati sulla superficie fredda di marmo. Sento i passi di Juliet scendere le scale e quando mi volto in direzione della porta, il nonno fa la sua entrata nella stanza, scoccando alla nonna un bacio sulla guancia.

"Buongiorno splendore" le dice raggiante.

"Buongiorno a tutti" esclama la mia amica che noto essersi già vestita.

Stamattina ho l'incontro con mia madre e devo ammettere che sono un fascio di nervi.

"Che profumino!" commenta J. guardando la nonna.

"E aspetta di assaggiarli, Elisabeth fa dei pancakes strepitosi!" le rivela il nonno.

È quasi ora di andare, così ci dirigiamo tutti verso la macchina e dopo avermi accompagnata alla struttura, i miei nonni portano juliet a visitare la città.

Quando varco l'enorme cancello marrone sento le gambe tremare. Alzo lo sguardo verso l'imponente struttura scolorita e tutto quello che riesco a pensare è di voler scappare a gambe levate, mandando all'aria l'idea di rivedere mia madre. Mi rimprovero mentalmente per questi pensieri: è da tanto tempo che non la vedo e cerco di non escludere la possibilità che potrei rimanere piacevolmente stupita dal suo cambiamento.

"Salve" saluto il dottore che mi accoglie all'entrata. "Sono Madelaine Cooper, la figlia di Susan Lynch."

"Ma certo, che piacere vederla signorina Cooper. Venga, prima di vedere sua madre vorrei scambiare due parole con lei" acconsento senza fare domande e lo seguo lungo il vasto corridoio azzurro. Entriamo in una stanza dello stesso colore e sedendosi dietro una scrivania piena di fogli e fotocopie, mi fa cenno di fare lostesso. Obbedisco.

"Come sta?" mi domanda.

"Mi scusi dottore, non voglio sembrare scortese ma non sono qui per parlare di me." so che posso risultare sgarbata, dopotutto loro stanno facendo un ottimo lavoro con mia madre, ma sono nervosa: ho una strana inquietudine addosso e non vedo l'ora di uscire da qui.

"Ha ragione, non si preoccupi. Capisco il suo stato d'animo, arrivo subito al dunque. Sua madre alterna momenti di felicità ad altri di ira e depressione. Non sono sicuro che oggi sia la giornata giusta Madelaine, le sono stati somministrati dei tranquillanti qualche ora fa ma sembrano avere avuto l'effetto contrario." mi guarda, forse in attesa di una reazione che però non arriva.

"Volevo soltanto avvertirla che potrebbe essere una cattiva idea incontrarla adesso. Come ben sa, lei è il suo punto debole e non possiamo prevedere la reazione che avrà quando la vedrà. Ciononostante la scelta è sua, se se la sente, la posso accompagnare subito, altrimenti stabiliremo un altro incontro in settimana." conclude ed io sospiro avvilita.

Non ho tempo di aspettare, stasera ritornerò a Fall River e sinceramente non ho intenzione di passare neanche giorno in più in questo posto maledetto. Non se ne parla.

"Mi porti da lei" dico prima di ripensarci.

Il dottore rimane qualche secondo a guardarmi, cercando forse di dare un senso alla mia reazione, alla mia fronte imperlata di sudore nonostante qui dentro siano diciassette gradi ed alle mie mani unite sulle gambe che non smettono di tremare.

"Daccordo" acconsente infine.

Quello che però mi stava aspettando dietro quella minuscola porta grigia, non lo avevo davvero previsto.

RACE MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora