CAPITOLO 37

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MADDIE

Mi ritrovo nuovamente a muovere dei passi tra queste fredde pareti azzurre, c'è uno strano odore nell'aria e tutto quanto mi ricorda l'ultima volta che sono stata qui. Mi volto indietro, controllando che i miei nonni siano ancora alle mie spalle per essere certa che non mi lascino da sola ad affrontare qualsiasi cosa stia per succedere.

"Bentornata signorina Madelaine. George, Elisabeth, è un vero piacere rivedervi. Vi trovo in gran forma" dice il dottor Kevin venendoci incontro.

"Salve dottore, il piacere è nostro. Siamo contenti che ci abbia contattato" risponde la nonna gentile come sempre.

"Come sta Susan?" domanda invece il nonno andando dritto al punto.

"Molto meglio, abbiamo notato dei notevoli miglioramenti quest'anno ed eravamo entusiasti di rendervi partecipi. Inoltre, è da tanto tempo ormai che Susan chiede di Madelaine, crediamo sia arrivato il momento che la riveda" esordisce il dottore.

Non so cosa rispondere, quindi non lo faccio. Mi limito piuttosto ad osservarlo mentre ci spiega quali sono stati i progressi di mia madre: sembra molto sicuro di sé, è convinto di quello che dice e la cosa riesce a trasmettermi un po' di tranquillità.

"Allora se siete d'accordo vi accompagno da lei" asserisce infine.

Si voltano tutti dalla mia parte, aspettandosi una qualche risposta da parte mia, un gesto, una smorfia, qualsiasi cosa che dimostri che sono ancora viva e che sto ancora respirando. Così li accontento. Annuisco con un cenno impercettibile del capo e non appena lo faccio, ci incamminiamo verso quella che dovrebbe essere la sua nuova stanza. Sì, perché non ricordo di essere passata di qui l'ultima volta che ci sono stata.

"Susan si trova nella sala comune con altre pazienti, ha fatto amicizia con alcune di loro e durante la giornata spendono tanto tempo in compagnia." Ci informa il dottore. "Le faremo una bella sorpresa" dice ancora. Fantastico, facciamole anche una sorpresa, se la merita dopotutto.

Quando entriamo nella stanza descritta poco fa dal dottore, scopro che si tratta di un ambiente abbastanza piacevole: le pareti sono di colore rosa chiaro, ci sono quattro tavolinetti bianchi al suo interno e un angolo di lettura con uno scaffale pieno di libri. Passo in rassegna tutte le persone che ci sono e quando la vedo, ne rimango positivamente stupita. I capelli le si sono allungati parecchio, adesso le arrivano alle spalle, i suoi occhi non sono spenti come l'ultima volta e non posso credere a quello che vedo: Susan sta sorridendo. Chiacchiera con una signora che avrà all'incirca la sua età e sembrano molto prese dalla loro conversazione, tanto che non si accorgono neppure che qualcuno è entrato nella stanza.

"Susan" la chiama il dottore "Hai visite" non appena sente quelle parole, mia madre si volta nella nostra direzione e la prima persona che intercetta sono proprio io. I miei nonni non li vede nemmeno, e neanche il dottore.

"Madelaine, tesoro" dice alzandosi e quando mi circonda le spalle con un abbraccio il mio corpo si irrigidisce.

"Oh Madelaine mi dispiace tanto" continua.

Non ricambio il suo abbraccio, le mie mani non si muovono, i muscoli sembrano essersi bloccati improvvisamente e la mia bocca non vuole saperne di aprirsi. Sono più di dieci anni che non fa altro che incolparmi, c'è stato un periodo nel quale ho dovuto anche subire le sue violenze perché l'alcol le aveva annebbiato il cervello. Non so cosa sia successo in questo anno in cui siamo state lontane, non so perché improvvisamente mi stia chiedendo scusa ma non sono disposta a perdonarla: non funziona così. Non puoi rovinare la vita di tua figlia e dopo dieci anni credere di sistemare tutto pronunciando una sola parola. Forse lei soffriva, sicuramente era davvero malata, ma io ero soltanto una bambina ed avevo un disperato bisogno dell'amore di mia madre, soprattutto dopo avere appena perso mio padre. Ha saputo darmi solo dispiacere e tristezza e questi anni non svaniranno con due semplici parole dette a caso. Si, perché a dirla tutta non so nemmeno se crederci davvero.

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