CAPITOLO 51

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MADDIE

Il funerale è andato meglio di come mi aspettavo, la chiesa era piena di persone e Cole è sempre stato al mio fianco. Juliet, Jason e Grayson sono arrivati questa mattina e sono stati davvero premurosi nei miei confronti. Non mi volto nemmeno ad osservare la gente alle mie spalle: non ho proprio voglia di vedere le espressioni di pena sui loro volti. Quando finisce la cerimonia, tengo sempre lo sguardo rivolto verso il basso e lascio che siano le possenti braccia del mio ragazzo a guidarmi all'uscita. Ora credo che stia per arrivare la parte più difficile della giornata: dovere interagire con le persone, parlare con loro di quanto mia madre fosse una brava donna, sorbirmi i loro sorrisi falsi quando in realtà la sua morte è soltanto un altro evento spiacevole di cui poter parlare.

Per loro è soltanto una situazione di circostanza, sono costretti a farlo perché è quello che suggerisce il buon senso e la buona educazione. Ci hanno insegnato a comportarci così quando capitano cose di questo tipo ed è proprio quello che succede non appena gli ospiti iniziano ad arrivare. La casa è gremita di gente, molti visi giurerei di non averli nemmeno mai visti in vita mia. Speravo in una cosa intima, con poche persone: soltanto quelle che la conoscevano davvero. Invece eccomi qui, costretta a dover contraccambiare quei sorrisi finti e a ringraziare sconosciuti per delle condoglianze magari neanche così non sentite.

E' passata mezz'ora quando finalmente mi siedo sopra le gambe di Cole lasciandomi cullare da lui come se fossi una bambina in cerca di affetto. I nostri amici sono qui con noi e prego che questa pace duri ancora per un po'.

Vedo una chioma biondo platino avvicinarsi nella mia direzione e quando realizzo che si tratta dell'amica di mia madre, il dubbio mi sorge spontaneo: cosa ci fa lei qui? Non dovrebbe essere in clinica?

"Oh tesoro, mi dispiace tanto" inizia. "Tua madre era davvero una persona adorabile, che tragedia" continua con fare un po' troppo teatrale.

"Ci hai parlato quella notte?" mi sento domandare.

Sospira. "No, ma avrei tanto voluto farlo. Avevamo avuto una conversazione strana poco prima, mi ha parlato di te."

Continuo ad osservarla, in attesa che continui con il suo racconto.

"Era malata piccola, non stare a fartene un cruccio. Prima o poi tutti lasciamo questo mondo. Lei ha deciso di farlo prima del tempo, possiamo biasimarla?"

Sento la presa di Cole stringere sulle mie braccia e solo quando mi volto dalla sua parte, mi rendo conto di essermi alzata in piedi. Avrei voglia di darle uno schiaffo, ma si è sentita? Le sensazioni che mi ha trasmesso questa donna sono state negative fin dall'inizio e questo suo atteggiamento non fa altro che confermare quello che penso.

"Ti auguro una buona serata, adesso devo tornare alla clinica. Il dottor Kevin mi ha concesso di venire per porgerti le mie condoglianze ma vedi quegli uomini laggiù?" continua indicando due signori tanto grossi quanto minacciosi. "Sono qui per riportarmi indietro" La osservo allontanarsi ed una brutta sensazione mette in allerta tutti i miei sensi.

"Quella donna mi mette i brividi" commenta Juliet alla mia destra.

"Puoi dirlo forte" aggiunge Jason.

"Chi è?" domanda invece Cole.

"Un'amica di mia madre, credo" Non mi sembrava così dispiaciuta della sua morte ma forse, come ha detto lei, le persone malate sono così: incuranti di tutto e di tutti, proprio come lo è stata Susan non pensando a quello che avrebbe lasciato e chi avrebbe fatto soffrire con il suo gesto.

"Coop" la voce di Aaron mi fa girare di scatto e quando lo intercetto, gli corro incontro per abbracciarlo. 

"Come stai?" mi chiede guardandomi dritto negli occhi.

"Starò bene" rispondo.

"Ho visto uscire la madre di Peter poco fa, lui è venuto?" mi domanda in tono ostile.

Non ho mai visto la madre di Peter, quella notte lei si trovava dall'altra parte della casa con il figlio e gli altri ragazzi mentre Roger mi tirava fuori dalle fiamme per mettermi in salvo. Strano che sia venuta, lei non conosceva nemmeno mia madre e immagino che non stava nemmeno accompagnando Peter dal momento che lui non è presente.

"Non lo so, non credo di averla vista" affermo convinta, "che aspetto ha?" domando ancora avvicinandomi alla finestra. Ed ecco di nuovo quello strana sensazione...

"Chi? Peter?" mi chiede sorpreso.

"Sua madre"

"Capelli biondissimi, quasi bianchi, occhi verdi, molto magra...più o meno alta così" continua con la sua descrizione ma io già ho smesso di respirare.

Denise.
Denise è la madre di Peter.

Il bicchiere che tengo in mano mi scivola frantumandosi in mille pezzi nell'esatto momento in cui tocca il pavimento. Com'è possibile?

Denise è molto simpatica ed anche a lei hanno detto di essere pazza.

Quando mi ha riferito di avere lasciato il marito dentro alla casa in fiamme, ci siamo fatte una grossa risata.

Il poveretto non ce l'ha fatta.

Le parole di mia madre mi rimbombano nella testa così forte che per qualche istante non sento nemmeno le voci di Cole e Aaron che mi stanno chiamando. Alzo gli occhi puntandoli su quelli del mio ragazzo, poi guardo Aaron e continuo così per almeno altre due volte.

"Denise..."

"La madre di Peter? Si, penso che si chiami così" afferma ancora Aaron.

"L'amica di tua madre? Quella che è venuta a parlarti poco fa?" Mi domanda Cole ed io annuisco: è l'unica cosa che riesco a fare.

Porto lo sguardo verso la finestra e non appena i miei occhi incontrano i suoi, il mio cuore smette di battere: Denise è ferma davanti all'auto con i due uomini che la aspettano all'interno, mi sta guardando ed il sorriso diabolico che ha sulle labbra mi toglie ogni dubbio. Sento il telefono vibrare e lo estraggo dalla borsa con mani tremanti:

Sconosciuto.

Tu sarai la prossima.

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