CAPITOLO 43

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MADDIE

La luce che entra dal vetro della finestra mi fa socchiudere gli occhi e quando mi accorgo di essere sul divano e soprattutto di non essere sola, mi lascio sfuggire un sospiro. Stavamo guardando un film e non credo nemmeno di essere riuscita ad arrivare alla fine prima di crollare tra le braccia di Cole. Le sue gambe mi incastrano sotto il suo peso e il suo braccio muscoloso che punta sul mio stomaco mi toglie quasi il respiro. Alzo lo sguardo e sussulto quando mi accorgo che anche lui è sveglio e mi sta osservando con gli occhi assonnati e semichiusi: è bello anche di prima mattina maledizione. E comunque io queste cose non dovrei nemmeno pensarle.

Mi ripeto che è normale invece, anche di Juliet e Jason penso che siano bellissimi, del resto, la bellezza è una cosa oggettiva no? Cioè, è normale dire che una persona sia bella quando lo è sul serio, questo però non significa che sono attratta da tutti quelli che sostengo essere di bell'aspetto.

Si, il mio ragionamento funziona perfettamente.

Juliet e Jason però non li hai baciati, mi suggerisce la vocina fastidiosa nella mia testa, come non ti metti neppure a baciare ogni ragazzo di bella presenza che incontri.

Taci voce, nessuno ha chiesto la tua opinione.

"Buongiorno" bofonchia occhi dorati al mio fianco.

"Buongiorno" rispondo con la voce roca e impastata dal sonno.

"Cosa c'è per colazione?" mi domanda prima di allungare le braccia per stiracchiarsi e nel farlo, mi fa quasi cadere dal divano. I suoi riflessi però sono molto buoni e mi afferra prima che possa precipitare al suolo. Mi avvicina a lui facendo sbattere delicatamente il mio corpo contro il suo e poi mi stringe in un abbraccio che mi fa tremare il cuore, spero solo che non si accorga dell'effetto che mi fa ogni volta che tra di noi c'è un contatto di qualsiasi tipo. Dopo un attimo di esitazione, decido di ricambiare il suo gesto: dopotutto siamo amici no?

Gli amici si abbracciano in continuazione.

Incastra la testa tra il mio collo e il divano e si lascia sfuggire un lamento del quale non riesco a comprendere il significato.

"Cole?"

"Mhmh?" dice soltanto.

"Uova e bacon?" domando spostando l'attenzione sul cibo.

Annuisce con il viso ancora sul mio collo e quando mi stampa un morso sullo stesso punto grido per la sorpresa e questa volta sul pavimento ci finisco sul serio.

"Ahi!" protesto.

Lui non mi degna di uno sguardo ma il sorriso che cerca di trattenere mentre si gira dall'altra parte del divano non mi sfugge affatto.

Dopo aver fatto colazione e dopo essermi data una rinfrescata e cambiata i vestiti, ci avviamo insieme verso la stessa destinazione.

"Non vuoi passare a casa a prendere i libri o... non so, una penna magari?"

"Mi hai mai visto con dei libri in mano?" protesta guardandomi come se mi fossero cresciute due teste.

"Come hai fatto ad arrivare al terzo anno?" domando stupita.

"Ho una buona memoria" esordisce.

Alzo gli occhi al cielo ma non dico niente, la mia espressione contrariata dice già tutto quello che sto pensando.

Quando arriviamo davanti all'enorme edificio mi sento decisamente troppo osservata, tanti occhi sono puntati nella nostra direzione e la cosa mi fa sentire a disagio. Sposto il mio sguardo tra gli studenti cercandone due in particolare e quando i miei occhi incontrano quelli infuocati di Emily non riesco a trattenere un sorrisetto compiaciuto. Lo so, non dovrei farlo, dovrei essere superiore ed ignorarla, magari facendo finta di non essermi accorta di aver letto nella sua fronte tutti i modi in cui vorrebbe uccidermi. Peccato che io non sia abbastanza matura per farlo, quindi quando Emily assottiglia lo sguardo e la sua espressione passa da dubbiosa a furiosa, il mio sorriso non fa altro che allargarsi.

E poi odio il modo in cui Penny è costantemente sopra Juliet, ogni volta che ne ha l'occasione non perde tempo per usare i suoi giochetti intimidatori con lei. La mia amica sa difendersi da sola ma non voglio che arrivi a passare quello che ho passato io per colpa di una ragazza vuota e invidiosa. Quelle come loro non si fermano fino a quando non hanno ottenuto quello che vogliono ed io non posso permettere che le facciano del male, o che ne facciano a me. Quindi rispondo agli attacchi, quelle persone sono come animali feroci, quando sentono l'odore della paura sanno che è il momento buono per attaccare, e di solito non finisce bene per la preda.

"A cosa  stai pensando?" mi domanda Cole corrucciando la fronte.

"Cosa? Niente. Sto cercando Juliet e Jason" mento.

"Eccoli" me li indica con la mano e quando li vedo, lo saluto e vado verso di loro. Cole mi blocca per un polso e mi attira di nuovo a sé.

"Non mi dai un bacio?" mi sorride innocuo.

Mi muovo velocemente lasciandogli un bacio leggero sulla guancia e le sue braccia possenti mi stringono forte, non lasciandomi altra possibilità che rimanere appiccicata a lui ancora per qualche secondo. Mi ripeto che è normale, cose di questo genere si vedono sempre tra amici. Gli abbracci sono dimostrazioni di affetto.
E di amore.

Metto da parte i miei pensieri e lo stringo a mia volta, il suo profumo è in grado di annebbiarmi la mente e non riesco a pensare lucidamente quando è così vicino. Mi stacco solo quando la presa sul mio corpo si allenta e riprendendo fiato, mi incammino verso Juliet e Jason.

"Adesso mi spieghi perché tu e Cole Evans siete arrivati insieme, ti è passato a prendere allungando la strada che di solito fa per venire fino a qui?" mi interroga Jason.

"Si beh ecco..." farfuglio distrattamente qualcosa, accennando al fatto che stavamo guardando un film quando ci siamo addormentati sul mio divano.

"Quindi vi siete addormentati, mentre stavate guardando un film, nel tuo appartamento, da soli" infierisce Juliet e devo dire che in questo momento non mi è per niente d'aiuto.

Jason alza le mani in aria e le unisce teatralmente fingendo di pregare qualcuno o di invocare l'aiuto di qualche santo in particolare. Davvero divertente, davvero divertente.

"Quindi questa cosa di essere amici sta proprio funzionando" continua il farabutto con tono canzonatorio e capisco benissimo che mi sta prendendo per i fondelli.

"Beh direi di si, non abbiamo ancora litigato" accenno un sorriso radioso e loro due ricambiano, solo con molta meno convinzione.

RACE MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora