CAPITOLO 44

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I giorni a casa sono volati e ora mi trovo nel centro riabilitativo, la struttura è veramente grande e dista 30 minuti da casa mia.

Mio padre mi ha accompagnata qui stamattina alle ore 9.00, ci hanno fatto fare il giro della struttura mostrandoci: la palestra dove farò la riabilitazione; la piscina per l'acqua gym che ci hanno spiegato essere molto d'aiuto per la stabilità e la muscolatura prima di tornare in piedi da sola; una sala massaggi dove vengono portate le persone a fine settimana per rilassare i muscoli sforzati nei giorni precedenti; l'area relax dove ci sono grandi librerie, giochi in scatola, tanti tavoli e dei divenenti con la TV per i momenti liberi nei quali si può stare con le altre persone ricoverate qui; la sala mensa dove si viene a mangiare soprattutto a cena visto che il pranzo ci viene portato nella nostra stanza, qui ci sono anche delle macchinette con dolcetti e patatine nel caso si vogliano oltre al menu che ogni giorno ci viene richiesto con la possibilità di due scelte per portata; infine ci mostrano il grandissimo giardino che si trova sul retro, è bellissimo con tante piante e fiori, credo che starò qui molto spesso.


< Ora che il giro è finito vi mostro la stanza dove alloggerai per tutta la durata della tua riabilitazione > dice colui che ci ha fatto fare il giro e credo di aver capito sia il responsabile della struttura.

Lo seguiamo salendo di due piani con l'ascensore, una volta arrivati ci troviamo in un corridoio con le pareti azzurro cielo.

< Ogni reparto ha un colore, quello riabilitativo è azzurro, il post operazioni come quelle al cuore è rosa e poi la struttura a fianco è per gli anziani ed è verde > ci spiega camminando in cerca della mia stanza e salutando gli addetti che gli passano di fianco.

< Eccoci qui, la 22 è la tua stanza, qui ogni persona ha una singola per la propria privacy > ci dice.

Io e mio padre entriamo notando una stanza di media grandezza con sulla sinistra un letto da ospedale regolabile in varie altezze ed inclinazioni con di fianco un mobiletto con una bottiglia di acqua sigillata e un bicchiere incartato, dall'altro lato invece è posizionata una poltrona che serve probabilmente per chi viene a fare visita. Sulla parete a destra invece c'è un piccolo armadio a due ante e una porta che una volta entrati vediamo che è il mio bagno privato con tutti i confort necessari per disabili e non.

< La stanza è molto carina la ringrazio > dico io gentilmente visto che per tutto il giro turistico sono stata in silenzio.

< Mi fa piacere, ora ti presento il tuo fisioterapista > dice mentre esce dalla stanza per poi rientrare dopo pochi minuti accompagnato da un uomo sui 50 anni con i capelli grigi, poco più alto di me e in forma.

< Buongiorno io sono Ketrin > mi presento allungando la mano.

< Buongiorno io sono Marcus, dammi pure del tu visto che passeremo molto tempo insieme e voglio che il nostro rapporto non sia solo professionale, ma come di amicizia, ti devi fidare di me > mi dice lui gentilmente e sinceramente mi piace molto come approccio.

< Molto volentieri > rispondo io.

< Bene, ora sistemati e noi ci vedremo questo pomeriggio per iniziare > mi dice e ci salutiamo.


Mio padre mi aiuta a sistemare le mie cose per poi andare al lavoro dicendomi che la sera sarebbe passato a trovarmi con Gemma e Samantha.

Io passo il tempo al computer guardandomi una serie TV fino a quando non ci viene servito il pranzo che è composto da una pasta al pesto, del prosciutto e una mela, per oggi non ho fatto in tempo a scegliere il mio pasto essendo arrivata la mattina e le scelte si fanno la sera prima.

Una volta finito il mio pasto decido di uscire in corridoio e vedere se c'è qualcuno, subito vengo notata da un bambino che avrà sui 12 anni, lui cammina con delle stampelle e ha un tutore alla gamba sinistra.

< Ciao io sono Lucas > si presenta lui una volta di fronte a me, ha i capelli castani e gli occhi marroni

< Ciao io sono Ketrin > dico io sorridendogli.

< Sei nuova? Non ti ho mai vista qui > mi dice lui poggiandosi al muro per non sovraccaricare il peso.

< Sì, sono arrivata oggi. Tu? > rispondo gentilmente.

< Sono qui da qualche giorno e dovrò restare per altre tre settimane > mi informa lui.

< Cosa ti sei fatto? > chiedo io.

< Mi sono rotto i legamenti giocando a calcio quindi dopo aver fatto l'operazione mi hanno mandato qui per fare la riabilitazione e riprendere a camminare. Tu invece? > mi chiede e io abbasso la testa.

< Sai io ... > inizio a dire ma veniamo interrotti.

< Lucas che fai lì? > sentiamo dire, mi giro e noto un bellissimo ragazzo alto, moro con con gli occhi verdi, un filo di barbetta e un fisico che, anche se coperto da una t-shirt bianca aderente, sembra scultoreo.

< Sto facendo amicizia con la nuova arrivata, Ketrin ti presento mio fratello Alexander > dice lui presentandoci, cavoli non mi dispiacerà incontrarlo quando lo verrà a trovare e spero lo faccia spesso.

< Ciao, piacere di conoscerti > dice allungandomi una mano.

< Piacere > rispondo semplicemente accennando un sorriso e stringendo la sua mano.

< Ketrin mi stavi dicendo il motivo che ti ha portata qui > dice Lucas riprendendo il discorso rimasto in sospeso.

< Ho fatto un incidente poco tempo fa, dopo essere stata dimessa dall' ospedale mio padre ha voluto che facessi la riabilitazione in casa, ma non ha funzionato anzi ha peggiorato la mia situazione finendo di nuovo in ospedale, quindi hanno deciso di mandarmi qui > spiego velocemente io.

< Non puoi camminare? > mi chiede.

< Lucas non sono cose da chiedere > lo rimprovera il fratello.

< Tranquillo, diciamo che le gambe sono molto deboli e il problema principale è la schiena > rispondo io.

< Ecco qui i miei due pazienti > dice Marcus avvicinandosi a noi.

< Ciao > salutiamo noi.

< Ciao Alexander come stai? Mi aiuti anche oggi? > chiede al ragazzo al mio fianco.

< Sì, sono riuscito a ritagliarmi del tempo per il mio fratellino > risponde lui scompigliando i capelli al bimbo.

< Ottimo visto che oggi è arrivata Ketrin e dell'aiuto mi fa comodo > dice il medico.

< Per me è un piacere > risponde lui.

< Bene, allora scendiamo > ci dice e il medico va dietro di me spingendo la carrozzina nell'ascensore per scendere al piano dove c'è la palestra.

COGLI L'ATTIMODove le storie prendono vita. Scoprilo ora