CAPITOLO 19

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Il resto della giornata è stata molto divertente, ci siamo seduti in cerchio chiacchierando e raccontando le avventure e i viaggi fatti.


Alle 19.00 ci dirigiamo verso casa, siamo stati in spiaggia per circa 3 ore, durante il viaggio ognuno decide la pizza che preferisce così da prenotarla e in mezz'ora ce la consegneranno a casa.

Appena arrivate io e Layla andiamo a cambiarci, la mia migliore amica mi aiuta facendomi indossare dei leggins e una t-shirt senza obiettare fortunatamente, mentre lei mette degli shorts e una canotta.

< Ho visto che tu e Adam in spiaggia avete parlato molto > mi dice lei sorridente, so dove vuole arrivare.

< Sì è stato molto gentile > rispondo semplicemente.

< E ...? Ho visto il tuo sorriso > mi incita lei a raccontargli tutto.

< Lui è un bellissimo ragazzo e ci siamo conosciuti meglio, mi ha anche chiesto se un giorno vado con lui e il suo cucciolo di Husky a fare una passeggiata > le spiego io.

< Ma è fantastico! > dice lei felice iniziando a saltellare.

< Non saltare a conclusioni, lui non sarà mai interessato ad una ragazza complicata come me > la blocco io.

< Non è vero... Non devi dire così > mi risponde lei.

< Al momento mi devo concentrare su me stessa, sulla mia guarigione fisica ma soprattutto mentale > le spiego io.

< Dai ora usciamo che staranno per arrivare le pizze > dice concludendo il discorso sapendo che quando mi impunto non cambio idea.

Quando usciamo i ragazzi sono già seduti al tavolo in giardino e noi li raggiungiamo mettendoci dove avevano lasciato lo spazio per la carrozzina.


< KETRIN! > sento urlare riconoscendo la voce di mio padre.

< Sono qui fuori > rispondo ad alta voce così che mi senta.

< Ti ho scritto mille messaggi e non mi hai risposto, hai una visita domani > mi informa.

< Sono stata in spiaggia con loro e ho dimenticato a casa il telefono > lo informo, ma lui continua ad essere arrabbiato.

< Perché non me lo hai detto? Poi il medico ha detto che devi stare a riposo per poter cominciare la fisioterapia il prima possibile > alza di nuovo la voce.

< Piantala di trattarmi così, i ragazzi sono finalmente riusciti a farmi uscire di casa e tu ti arrabbi? > chiedo alzando anche io la voce.

< Non sei nelle condizioni di uscire di casa e soprattutto andare in spiaggia > mi risponde lasciandomi di stucco.

< Dovrei chiudermi in casa? > chiedo confusa.

< Solo fino a che tutto non sarà come prima, devi fare attenzione > mi risponde e noto che anche la mia migliore amica è confusa ma anche sorpresa di ciò che dice.

< Ma lei mi ha fatta venire qui per aiutarla, perché si era chiusa nella sua stanza senza mangiare > dice lei.

< Avevo bisogno che non entrasse in depressione e tornasse a mangiare non che andasse in giro come prima, quando non tornava a casa per giorni > gli risponde nervoso.

< Beh grazie a te ho appena perso l'appetito > gli rispondo spostando la pizza che avevo davanti, ho mangiato solo un paio di fette ed ora mi si è chiuso lo stomaco.

< Abbassa i toni ragazzina > mi dice per poi rientrare in casa.

< Stronzo! > mormoro sbattendo un pugno sul tavolo.

< Io tuo padre non riesco a capirlo > mi dice Layla scuotendo la testa.

< Guarda non dico nulla ... > rispondo per poi prendere il telefono dalla borsa e vedere i messaggi, visualizzo senza nemmeno leggere quelli di mio padre per poi notare altri messaggi da Benjamin.

" Ketrin come stai? Posso chiamarti? "

" Ketrin per favore non mi ignorare, vorrei parlarti e chiarire "

Mentre leggo i messaggi noto che è Online quindi esco subito eliminando la Chat.


< Tutto bene? > mi chiede la mia migliore amica mentre poso nervosa il telefono sul tavolo.

< Mi ha scritto Benji... > dico semplicemente.

< Che palle! Gli avevo detto di lasciarti in pace l'ultima volta che l'ho visto e mi ha chiesto di te e visto come ti sei arrabbiata quella volta che ho provato a dirti di parlare con lui gli ho detto di non farsi più sentire > mi racconta lei 

< Credo proprio non abbia capito le tue parole > dico vedendo che mi sta chiamando.


< Che vuoi? > chiedo seccata rispondendo al telefono.

< Ciao come stai? > chiede lui.

< Stavo meglio prima che mi chiamassi. Mi devi lasciare in pace, non voglio più avere nulla a che fare con te > gli dico io.

< Ketrin io non volevo tradirti, quella sera ero ubriaco e fatto > si spiega lui.

< Non mi interessa in che condizioni tu fossi, ero a pochi passi da te e tu hai scelto quella troietta, la colpa è solo tua. In più mi sembravi più che lucido > ribatto io.

< Posso venire lì uno di questi giorni? So che con te c'è Layla per una settimana > mi dice.

< Non provare nemmeno a mettere piede a Los Angeles. Addio > dico per poi riattaccare la telefonata.


< Che voleva oltre venire qui? > chiede curiosa la mia migliore amica.

< Voleva chiarire, ha iniziato a usare come scusa l'alcol e la droga per il tradimento > dico semplicemente, non ho dato molto peso alle sue parole visto che di lui non mi interessa più nulla.

< Se prova a venire qui lo prendo a pugni > dice arrabbiata.

< Non me ne frega più nulla, ma deve capire di non rompermi più > dico infastidita dal suo comportamento fastidioso.

< Se ne farà una ragione > mi dice lei abbracciandomi.


Una volta che abbiamo finito di mangiare propongono di giocare ad obbligo o verità e tutti accettiamo contenti, ho proprio voglia di divertirmi un po' e staccare la mente dai mille pensieri che mi frullano in testa.

COGLI L'ATTIMODove le storie prendono vita. Scoprilo ora