CAPITOLO 32

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Io prendo il telefono silenziandolo e torno a guardarlo negli occhi, mi posa una mano sul viso avvicinandosi nuovamente a me.

< Non rispondi? > mi chiede lui.

< No, ho di meglio da fare > rispondo sorridendogli.

Lui si avvicina ancora di più fino a far sfiorare le nostre labbra e poi annullare le distanze tra di noi. Mi da un paio di baci a stampo per poi staccarsi da me e sorridiamo entrambi.

< Sei bellissima quando sorridi lo sai? > mi dice lui.

< Mi piace sentirtelo dire > rispondo stampandogli un dolce bacio che però lui approfondisce in modo molto dolce accarezzandomi il viso.


Passiamo il resto della mattinata a guardare un film e coccolarci nel letto, a pranzo ordiniamo un Hamburger da asporto con patatine che ci vengono consegnati a casa.

Nel pomeriggio usciamo in giardino per prendere una boccata d'aria, indosso ancora il mio pigiamo visto che non posso chiedere a lui di cambiarmi.

< Mi aiuteresti a fare degli esercizi? > gli chiedo indicando le transenne e il tappetino.

< Certo, molto volentieri > mi risponde e mi porta vicino agli attrezzi, mi fa stendere sul tappeto e mi solleva le gambe come fa sempre il fisioterapista.

< Grazie > gli dico mentre mi aiuta con lo stretching.

< Ora spingi la mia mano > mi dice e io lo faccio riuscendoci un po' di più dell'altro giorno.

< Brava! > si complimenta, continuiamo con gli esercizi fino a che non arriva il momento di alzarsi.

< Sei pronta? > mi chiede e io annuisco sollevandomi con il grande aiuto di Adam.

< Ok prova a lasciarmi > gli dico dopo pochi minuti che sono inpiedi mentre mi tiene.

< Sei sicura? > chiede.

< Sì > acconsento e lui fa il giro venendo davanti a me guardandomi e restando comunque pronto a prendermi nel caso di bisogno.

< Come va? > mi chiede lui.

< Benino, per ora resisto > gli rispondo.

< Ketrin stai in piedi da sola? > chiede stupita Gemma, mi volto leggermente verso la sua direzione e la vedo con di fianco mio padre serio.

< Sì, Adam mi sta aiutando molto con gli esercizi > sottolineo cercando di far capire a mio padre che ho bisogno di amici al mio fianco, ma soprattutto di lui che crede in me e mi aiuta sempre.

< Bene > risponde mio padre semplicemente per poi rientrare in casa.

< Adam, mi aiuti? Inizio a sentire dolore, ho bisogno di una pausa > gli dico, in realtà non è solo per questo ma anche per il comportamento di mio padre.

< Certo > mi risponde e mi abbraccia per tenermi su, molto carino da parte sua quindi anche io lo stringo a me.

< Grazie > gli sussurro all'orecchio, lui mi fa sedere di nuovo sul tappetino e mi sorride.

< Il fisioterapista sta arrivando > sento dire da mio padre.

< Perché? Io quello non lo voglio più vedere! > gli rispondo.

< Devi proseguire > risponde ignorando le mie parole e rientrando in casa.

< Perché fa così? Perché mi odia? > mi chiedo io, ma mi rendo conto di aver parlato ad alta voce quando Adam mi solleva il viso e me lo carezza dolcemente.

< Non ti odia. Solo che vuole che tu ti riprenda il prima possibile, sta esagerando e affrettando le cose, ma penso che sotto sotto lo faccia perché vuole di nuovo vederti come prima. Come se nulla fosse mai accaduto > mi consola lui.

< Lui non si è mai preoccupato molto di me, io non sono cresciuta con i miei genitori, ero sempre da David, sua madre mi ha cresciuta come se fossi sua figlia. Mio padre e mia madre erano sempre troppo occupati con il lavoro e non sanno nulla di me. Ciò che è accaduto resterà sempre un segno indelebile nella mia vita e se continua così mi distruggerà invece che farmi tornare come prima > aggiungo io.

< Io resterò qui per aiutarti, non lascerò che succeda di nuovo come l'ultima volta > mi rassicura lui lasciandomi un tenero bacio a stampo.

< Grazie, è bello sapere che tu ci sei e che posso contare sul tuo aiuto > gli rispondo sorridendogli, il nostro discorso però viene interrotto dall'arrivo in giardino di mio padre accompagnato dal fisioterapista.


Mi fanno alzare di nuovo e mi attacco alle "transenne" (io le chiamo così, ma in realtà non so quale sia il loro vero nome), il fisioterapista rimane dietro di me tenendomi leggermente, di fronte a me invece c'è Adam che mi da forza e giusto al mio fianco mio padre con il viso serio.

< Lasciala! > ordina all'uomo alle mie spalle.

< Sei pronta? > mi chiede e io annuisco.

< Molto bene, vedo che la tua forza è aumentata > mi dice lui.

< Mi sono allenata con Adam > lo informo.

< Ottimo > aggiunge.

< Quando iniziamo a farla camminare? > chiede spazientito mio padre.

< Ora è presto, deve riuscire a stare in piedi più tempo possibile aumentando la sua resistenza prima di fare qualche passo > lo informa Antonio.

< Bene allora ogni giorno la alzeremo aumentando sempre di più il tempo di resistenza > lo informa serio.

< Così mi distruggerai > gli dico io stringendo i denti, voglio resistere ancora un po'.

< Se vuoi partecipare alle feste che organizzo e uscire con i tuoi amici devi riprenderti > mi dice alzando la voce.

< Vaffanculo! > dico mollando la presa e cadendo a terra.

< Ketrin stai bene? > mi chiede Adam mentre delle lacrime scendono dal mio viso, non per il dolore fisico ma per quello emotivo appena causato da mio padre.

< Tu sei completamente impazzita così ti spaccherai qualcosa e rimarrai così per sempre > dice mio padre guardandomi con un'espressione in viso indecifrabile, sembra che io gli faccia schifo.

< E se anche succedesse? Se io non potessi più tornare a camminare? Ti farei schifo? Ti vergogni? > chiedo alzando la voce mentre tremo dalla tensione, lui non mi risponde e torna in casa.

< Antonio ora puoi andare, ti chiamo io quando ho bisogno della prossima seduta > gli dico io, ho bisogno di prendere una pausa e so che se fosse per mio padre lui domani sarebbe di nuovo qui.

< Va bene, arrivederci > ci saluta per poi andarsene.


< Ketrin va tutto bene? > mi chiede Adam abbracciandomi.

< No, scusa ma voglio restare sola. Mi porteresti nella mia stanza? > gli chiedo gentilmente staccandomi.

< Certo > mi risponde sollevandomi per poi mettermi sulla sedia a rotelle e portarmi dentro.

In questo momento sono troppo nervosa e voglio restare da sola, le parole e l'espressione di mio padre non mi escono dalla testa e non mi fanno stare tranquilla, salto la cena e passo la notte in bianco piangendo e soffrendo.


***
Eccolo il bacio tanto atteso!!!
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COGLI L'ATTIMODove le storie prendono vita. Scoprilo ora