Apro la porta della palestra, che abbiamo in casa e si trova proprio di fianco alla mia stanza, entriamo dentro e mi dirigo verso la zona in cui farò la mia fisioterapia.< Waw questa sala è bellissima! > mi dice lui.
< Già e non vedo l'ora di potermi allenare seriamente qui dentro > rispondo io.
< Da dove dovremmo iniziare? > mi chiede lui.
< Per prima cosa devo fare dello stretching, poi andremo alle sbarre per allenarmi a camminare > gli spiego.
< Va bene allora iniziamo > mi dice mettendosi al mio fianco sul tappetino da Yoga azzurro che è posizionato a terra.
Iniziamo con la preparazione agli esercizi per tutto il corpo per poi soffermarci sulle gambe e sulla schiena che ogni tanto mi fanno sentire dolore.
< Ora invece dovresti aiutarmi ad alzarmi in piedi e andare alla sbarra per proseguire > gli spiego, lui subito si alza, gli allungo le mani per far si che le prenda e mi aiuti a tirarmi su.
< 3 - 2 - 1 ... Su > conta per poi sollevarmi e aiutarmi a camminare tenendomi in piedi da sotto le ascelle.
< Grazie mille del tuo aiuto > lo ringrazio io.
< Non c'è bisogno che mi ringrazi, per me è un piacere aiutarti. Ora che devo fare? > mi chiede lui sorridendomi.
< Ora io mi aggrappo alle sbarre e tu mettiti davanti a me così che se perdo l'equilibrio mi prendi ok? Io devo camminare > gli dico io e lui fa ciò che gli ho detto.
< Eccomi in postazione capo, ora prosegua pure > mi dice e io inizio a fare dei passi in avanti, mentre lui li fa all'indietro essendo davanti a me.
< Ora provo a lasciarmi e camminare senza aiuti, però tu devi essere pronto, non so se ci riuscirò > gli confesso.
< Ce la puoi fare, qualsiasi cosa succeda io sono qui per te > mi risponde e la cosa mi fa sentire bene.
< Dammi la mano > mi dice allungando la sua verso di me incoraggiandomi, io stacco la mano destra dalla sbarra prendendo la sua e poi staccare anche l'altra, resto un attimo ferma per prendere stabilità guardandomi i piedi e poi lo guardo negli occhi per pendere coraggio.
< Ketrin non appena ti senti pronta fai un passo > mi incoraggia lui, io chiudo un secondo gli occhi cercando di concentrarmi per poi riaprirli e fare il primo passo.
< Bravissima! Continua così! > si complimenta lui e io gli sorrido facendo poi un altro passo, dopo altri passi le gambe mi tremano facendomi perdere l'equilibrio e non appena lui lo nota mi prende abbracciandomi per tenermi su.
< Che riflessi! Grazie per avermi presa > gli dico, si allontana leggermente da me per guardarmi in viso e per un attimo i nostri occhi si incatenano.
< Te l'ho detto che io ci sarei stato > mi sorride lui. Che dire questo sorriso come sempre mi fa andare in pappa il cervello facendomi unire le nostre labbra in un bacio a stampo, ma mi stacco non appena nella testa mi passa il pensiero che lui magari non voglia questo bacio, però i miei pensieri vengono interrotti da lui che fa riunire le nostre labbra nuovamente.
< Perché ti sei staccata prima? > mi chiede non appena le nostre bocche si separano.
< Ho pensato che magari tu non lo volessi > gli rispondo.
< Non pensarlo mai, io lo volevo tanto quanto te > mi rassicura rendendomi felice.
< Ok > rispondo io.
< Vuoi provare ancora o fare una pausa? > mi chiede.
< Facciamo un'altra volta poi ci fermiamo > gli dico quindi lui mi lascia piano piano per poi allontanarsi da me di un passo e io mi attacco alle sbarre riprendendo stabilità.
< Pronta? > mi chiede allungandomi una mano.
< Sì > rispondo prendendola e lasciando la presa dalle sbarre tenendo lo sguardo nei suoi occhi e facendo dei passi in avanti verso di lui. 1 ... 2 ... 3 ... 4 ... 5 ...
< Che succede qui? > sentiamo dire a voce alta dall'entrata della sala, io perdo l'equilibrio per lo spavento e Alexander mi prende prima che io possa cadere.
< Papà ma che ti prende? > chiedo io visto che è stato lui a spaventarmi.
< è così che fai la fisioterapia? > chiede nervoso avvicinandosi mentre io mi separo dal ragazzo di fronte a me e mi reggo alle sbarre.
< Lui mi sta aiutando e sto riuscendo a fare dei passi senza l'aiuto di stampelle o altro > gli spiego nervosa dal suo solito comportamento odioso.
< Ketrin non puoi farti distrarre da un ragazzo > mi dice lui.
< Lui non è un ragazzino qualsiasi, lui è un uomo! Lui mi ha aiutata dal primo giorno in cui sono entrata nel centro di riabilitazione e lo fa ancora adesso > sputo io tutto d'un fiato.
< Signore io ci tengo veramente a sua figlia > dice Alexander rivolto verso mio padre che dopo queste parole si avvicina a noi.
< Hai intenzioni serie con lei? > gli domanda una volta di fronte a lui.
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COGLI L'ATTIMO
Teen FictionKetrin ha 18 anni e vive a San Diego con il padre, mentre la madre ne n'è andata da circa 8 anni in Francia dove ora vive con il nuovo marito. La sua vita sembrerebbe perfetta agli occhi delle altre persone. Ha una migliore amica che si chiama Lyla...