CAPITOLO 28

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(KETRIN)

Io e Benji siamo appena arrivati ad un parco poco fuori città, durante tutto il viaggio fino a qui non abbiamo detto una parola, ci siamo solamente limitati ad ascoltare musica.

< Lo conoscevi questo parco? > mi chiede lui mentre avanziamo verso il suo interno, io mi sto spingendo da sola.

< No, sono andata solamente ad uno in centro > gli rispondo io senza troppe spiegazioni.

< Ci mettiamo lì? > indico un punto isolato con un albero dove posso poggiarmi con la schiena.

< Va bene > mi risponde mentre ci avviciniamo e ora è lui a spingermi visto che sull'erba faccio fatica, una volta arrivati mi solleva facendomi poi sedere sull'erba con la schiena posata contro l'albero.


< Ketrin sono contento che tu abbia accettato di vedermi > mi dice lui.

< Solo non farmene pentire > dico speranzosa.

< Non lo farò, pronta a rilassarti? > mi chiede lui con un ghigno furbo.

< Ne ho veramente bisogno, la giornata è iniziata in modo pessimo > confesso io.

< Allora questa sarà la tua cura perfetta > mi dice estraendo dalla tasca dell'erba che subito inizia a rollare.

< Erba medicinale, vuoi essere il mio nuovo medico? > dico scherzando, altro che antidolorifici.

< Non credo sarebbe un bene, potrei ordinartene una al giorno > mi dice ridendo e accendendola per poi passarmela, faccio un tiro per poi buttare fuori fumo e stress.

< Mi ci voleva proprio > dico io.

< Che è successo di così stressante oggi? > chiede lui.

< Beh da dove iniziare ... Ieri sera ho litigato con mio padre perché sono uscita di casa, inoltre ha organizzato una festa per la nuova sede qui e non vuole che io vada per le mie condizioni, credo si vergogni. Oggi mi sono svegliata a causa di un bruttissimo incubo e lui non ha voluto darmi gli antidolorifici per i forti dolori muscolari perché mi indeboliscono e vuole che oggi io faccia fisioterapia, cosa che ovviamente non avverrà. Non vuole che io esca di casa, mi vuole chiusa dentro fino a che non torno come prima, ma sinceramente non credo che succederà e soprattutto se accadrà non sarà molto presto > gli racconto continuando a fumare.

< Tuo padre è sempre stato un gran stronzo narcisista, ma pensavo che vedendoti in questa situazione si ammorbidisse e iniziasse a pensare di più a te > mi confessa lui.

< L'ha fatto per la prima settimana in ospedale, poi non appena siamo arrivati nella nuova casa tutto è tornato come prima > rispondo sinceramente.

< Che brutto incubo hai fatto stamattina? L'hai sognato? > mi chiede immaginando già la risposta.

< Sì, eravamo alla nostra scogliera e lui mi diceva che gli mancavo e ad un tratto era pieno di sangue come quella notte in macchina, poi ha iniziato a svanire. Mi sono svegliata urlando il suo nome tutta sudata e piangendo > dico con le lacrime agli occhi.

< Mi immagino come tu ti senta ora. Sai è da quel giorno che mi sento in colpa per l'accaduto > mi confessa fumando.

< Non è del tutto colpa tua in realtà, noi subito dopo essercene andati da lì siamo andati alla scogliera per parlare e solo dopo andando verso casa abbiamo fatto l'incidente. La colpa è stata dell'uomo completamente ubriaco che non ha rispettato il semaforo schiantandosi a tutta velocità contro di noi > dico io.

< Probabilmente per me è stato più facile incolpare te > continuo io.

< Io mi sento in colpa perché se quella sera io non ti avessi tradita con un'altra ragazza voi non ve ne sareste andati e magari non sarebbe successo o sarei stato io al posto di David > confessa lui.

< Non si sa, il destino è crudele e non si sa cosa ci possa riservare > gli dico io sincera.

< Lui era un bravo ragazzo e non se lo meritava, nemmeno tu ti meriti di essere in questo stato a causa mia > dice abbassando il viso, io faccio l'ultimo tiro per poi spegnerla.

< Sfortunatamente non si può tornare indietro, quel che è fatto è fatto > gli rispondo.

< Lo so > mi dice.

< Benji tu mi avevi già tradita? > gli chiedo e lui a questa domanda alza di scatto la testa.

< Io ... > balbetta lui.

< Benji si sincero, le cose tra di noi non cambieranno comunque > lo incoraggio io.

< Sì, un paio di volte prima di quella sera > confessa e la cosa mi fa un po' male sinceramente, non per il tradimento vero e proprio ma per il fatto che io non me ne sia mai accorta.

< Scusami tanto Ketrin sono stato un coglione > mi dice di nuovo lui vedendo che non ho detto nulla.

< Benji è tutto ok, solo mi sento stupida a non essermene accorta prima > lo informo.

< Sai hanno ragione a dire che non ti accorgi di ciò che hai fino a che non lo perdi. Mi sono reso conto di aver bisogno di te solo quando non ti potevo più avere, ormai avevo già rovinato tutto > mi confessa.

< Io ti sono sempre stata vicina e ti ho sempre aiutato, ma tu al primo ostacolo sei andato altrove > dico sincera.

< Io ti sarò sempre riconoscente perché mi hai cambiato in meglio e soprattutto mi hai fatto maturare > mi dice lui e noto nei suoi occhi la sincerità.


< Ketrin che stai combinando? > sento chiedere e dietro a Benjamin noto la figura di Samantha accompagnata dal resto dei ragazzi.

< Mi avete seguita? > chiedo infastidita.

< Sì, non mi hai detto nulla e oggi sei particolarmente nervosa > mi dice lei mentre gli altri ci osservano in silenzio, soprattutto Adam che continua a passare lo sguardo da me al ragazzo seduto di fianco a me.

< Non c'era bisogno che tu mi seguissi, so benissimo badare a me stessa > rispondo io.

< Non mi fidavo, soprattutto dopo che ho capito che lui è il tuo ex > continua lei.

< Samantha, io e Benji avevamo bisogno di parlare > la informo.

< Facendovi una canna? > chiede infastidita.

< Antidolorifico > rispondo ridacchiando.

< Benji hai portato qualcosa da mangiare? Ho fame > continuo io rivolta verso il moro al mio fianco.

< Ovvio, ti conosco bene e so che ti viene la fame chimica. Vado in macchina a prenderlo > mi risponde alzandosi e lasciandomi con i miei amici.

< Ketrin io capisco che tu sia incazzata con tuo padre per il suo comportamento, ma non mi sembra il caso di drogarsi > mi rimprovera lei.

< Sam era una canna e non era la prima volta che me ne facevo una > le rispondo alzando gli occhi al cielo.

< Ketrin stai bene? > mi chiede Adam accucciandosi vicino a me.

< Sì, non ti devi preoccupare per me. Sono qui perché lui mi ha detto che era qui e ho deciso di ascoltare ciò che aveva da dirmi > gli rispondo.

< Ok > mi risponde solamente mentre Benjamin torna a sedersi al mio fianco passandomi una confezione di Pringles alla paprika che sa bene che io adoro.

< Volete unirvi a noi? > gli chiede lui gentilmente.

< Sì > risponde subito la mia sorellastra sedendosi di fronte a me.

I miei amici si presentano a Benjamin e iniziano un po' a conoscersi anche se lui è molto diverso da loro. Ho sempre avuto fidanzati come lui cioè i classici Badboy forse è proprio per questo che sono attratta da Adam, per il suo essere il suo opposto e il suo darmi sicurezza, probabilmente vuole entrare a far parte della mia vita.

COGLI L'ATTIMODove le storie prendono vita. Scoprilo ora