CAPITOLO 12

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< Mi aiuteresti a mettere qualcosa di comodo e fresco? Mi piacerebbe andare in giardino > le chiedo gentilmente io.

< Certo, cosa vorresti mettere? > mi risponde.

< Il completo corto nero dell'Adidas > dico io.

< Va bene, te lo prendo subito > mi risponde lei gentilmente, dopo averlo preso mi aiuta a metterlo per poi accompagnarmi di fuori passando dalla porta-finestra della mia camera che da direttamente sul giardino.


< Grazie Gemma, qui va benissimo > le dico una volta arrivata vicino alla piscina.

< Ok, se hai bisogno chiama pure > mi dice per poi andare dentro.


Noto con la coda dell'occhio che anche Samantha e i suoi amici stanno uscendo, li ignoro e mi limito a godermi la bella giornata.

< Ciao sono Brittany > viene gentilmente a presentarsi l'amica di Samantha, una ragazza mora dai capelli corti, ha gli occhi marroni e la pelle mulatta.

< Ciao sono Brittany > viene gentilmente a presentarsi l'amica di Samantha, una ragazza mora dai capelli corti, ha gli occhi marroni e la pelle mulatta

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< Ciao sono Ketrin > rispondo io sorridendole gentilmente.

< Vuoi stare con noi? > mi chiede indicando gli altri ragazzi, ma noto la mia sorellastra guardarci storto.

< No grazie, mi godrò un po' questo sole e poi tornerò dentro > dico io gentilmente

< Ok va bene > mi risponde lei e credo abbia capito la situazione.


Ad un certo punto sento il mio telefono suonare, lo estraggo dalla tasca notando che è Layla la mia migliore amica, sono contenta di sentirla e le racconterò di com'è bella la mia stanza e di quanto è odiosa Samantha, non mi interessa se mi sentirà.


Noto che è una videochiamata rispondo fregandomene che i ragazzi sentano la conversazione.

Layla: Ciao Bellezza!

Ketrin: Ciao Splendore!

L: Come va lì? La casa com'è?

K: Bene dai, la villa è bellissima e adoro come mio padre abbia sistemato la mia stanza. Come puoi vedere ora sono in giardino.

L: Com'è andata dal medico oggi?

K: Male, le gambe sono molto deboli e la schiena non regge. Sono pure svenuta per il dolore.

L: Cazzo mi dispiace così tanto ...

K: è la mia punizione ... (dico quasi in un sussurro)

L: Non è colpa tua ... ma di quell'uomo alla guida del suv

K: Quel figlio di ...

L: Ieri ho visto Benjamin e mi ha chiesto di te, vorrebbe vederti per parlare

K: Che parli con la troia che si stava scopando, io non ho nulla da dirgli

L: Ho capito che ha sbagliato ma potresti provare ad ascoltarlo

K: Davvero lo stai difendendo? Tu non hai sentito le parole che mi ha detto quando l'ho scoperto

L: Non lo sto difendendo ma almeno dagli una possibilità per spiegare, ascoltalo

K: Cosa? Che il suo cazzo è finito "casualmente" in un'altra ragazza? Ma vaffanculo!


Detto questo riattacco incavolata lanciando il telefono nel prato.

< Ketrin tutto bene? > chiede Gemma.

< Sì tranquilla, stavo solo litigando con un'amica > le rispondo accennando un sorriso e dopo queste mie parole lei rientra in casa.


< Scusate se vi disturbo ma avreste una sigaretta da darmi? > chiedo gentilmente rivolta verso il gruppetto di amici della mia sorellastra.

< Sì, tieni > mi dice un ragazzo biondo con gli occhi verdi venendo verso di me e porgendomi sia il pacchetto che l'accendino.

< Grazie mille, mio padre credo me le abbia buttate o nascoste > gli dico accennando un sorriso.

< Che è successo il tuo ragazzo si è rotto di stare con una storpia? > sento dire da Samantha mentre ridacchia e a quelle parole vado su tutte le furie.

< In realtà io ero una ragazza "normale", è stata colpa di quello stronzo se ho delle lastre di ferro nella schiena > rispondo seccata e lei tace.

< Cosa ti è successo? > chiede Brittany, la ragazza che si è presentata prima, ora tutto il gruppo si è avvicinato a me.

< Incidente stradale > dico semplicemente senza aggiungere altro.


< Ketrin? > mi sento chiamare da mio padre che credo sia appena rientrato dal lavoro.

< Sono in giardino > rispondo io ad alta voce per farmi sentire.

< Tesoro, sono appena stato contattato dal mio avvocato per la storia dell'incidente e mi ha detto che sei stata convocata a testimoniare al processo per omicidio > mi informa lui e i ragazzi si allontanano per tornare a sedersi dov'erano poco prima.

< Digli che non mi presenterò > rispondo secca.

< Perché? > chiede ancora.

< Non ce la posso fare ... > commento io abbassando la testa.

< Gli ho già detto che va bene, infatti sta venendo qui per parlarti e prepararti a quello che diranno e che ti chiederanno > mi informa.

< NO! > rispondo nervosa.

< Perché? > mi chiede arrabbiato.

< Non ci riesco... Non ti rendi di quello che è successo e di quello che sto passando? Non solo fisicamente ma anche psicologicamente. Non sono pronta a ripercorrere quella serata > mi arrabbio anche io.

< Verrà qui tra mezz'ora quindi preparati > mi dice mio padre rientrando in casa.


< Ma vaffanculo! > brontolo io.

< Ketrin tutto ok? Sei preoccupata per il processo? > mi chiede Gemma venendo da me, probabilmente ha sentito la discussione tra me e mio padre, inoltre sembra leggere il mio umore che in questo momento è più che grigio.

< Sì, non so se posso riuscire ad affrontarlo > le dico abbassando lo sguardo, non sono così forte.

< Io ci sarò se vuoi > mi dice abbassandosi al mio fianco, è veramente una bella persona.

< Mi farebbe molto piacere. Ti ringrazio per quello che fai per me > dico sorridendole, lo penso davvero, mia madre è sparita e non si è più interessata di me mentre mio padre è sempre stato poco presente nella mia vita, al momento lei è l'unica persona che ho al mio fianco per aiutarmi.

COGLI L'ATTIMODove le storie prendono vita. Scoprilo ora